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giovedì 7 novembre 2013

Sogno dell'orologio

Ho ricevuto su uno strano telefonino un lungo sms del mio amico Fabrice che mi invitava a vedere la seconda stagione di American Horror Story e, mentre ne parlavo con Rob (noi abbiamo visto tutta la serie), cercavo di dire comunque di sì rispondendo al messaggio che nel frattempo era diventato ancora più lungo e il telefonino si era trasformato in un attrezzo con un video sottile e lungo. Mi avvicino verso una macchina e poso il cellulare, Rob scompare e al suo posto mi ritrovo accanto il mio ex-capo, un certo Loredano, il quale, avendo notato che estraevo dalla mia tasca un orologio da taschino inizia a dire che potrebbe valere dai 30.000 ai 35.ooo Euro. Io allora dico che me lo ha regalato mio nonno. Lui chiede di esaminarlo e, una volta fatto, mi conferma che potrebbe valere appunto 30 o 35. Io sono molto contento perché so di avere un piccolo capitale ma lui corregge e dice che intende 30 o 35 Euro. Poi corregge ancora una volta  e afferma che vendendolo potrei guadagnare 18 Euro. Io lo seguo, mi rifaccio dare indietro l'orologio e lui si dirige verso la sua auto. Nel suo portabagagli dice di avere tutta la sua collezione di orologi da taschino che vorrebbe vendere al Monte di Pietà di Roma: per questo si trovava lì. Mi dice anche che prima aveva paura di farlo ma ora, attendendo che l'azienda gli paghi i suoi compensi, non ha i soldi per andare avanti.

martedì 10 gennaio 2012

La mosca rossa e il paesaggio

Non avrei dovuto mangiare ieri sera il prosciutto crudo per cena perché sapevo che mi avrebbe fatto avere sete. Difatti sono andato a letto alle undici e mezzo ma all'una di notte mi sono svegliato con l'arsura. Mi sono svegliato dopo aver concluso un sogno. Mi sono alzato, ho bevuto e sono tornato a letto e verso le cinque e quaranta mi sono svegliato da un altro sogno. Nel primo sogno mi ritrovo nella casa dei miei, quando era composta da due appartamenti: ero in quello che sarebbe stato nella realtà il salone (composto da due stanza) ma nel sogno era una stanza da letto di un albergo e il letto era di fronte alla grande finestra che dava sulla stradina sotto che a sua volta conduceva in garage. La casa è al primo piano. Il colore era verdino, come di ospedale. I muri erano lisci e non 'cera nessun quadro. Mentre vado verso il letto vedo Almar che viene verso di me (Almar non lo vedo da quasi un anno) che mi dice di ascoltare un brano su CD. Era un CD che però proiettava la canzone sul muro, come un visore e la canzone era un remix di Madonna ma tipo un bootleg, cioè composto da più canzoni tra le quali riconosco nel sogno Holiday, che devo aver sentito nella realtà il giorno stesso. Ad Almar piaceva molto Madonna ed io vedo un pezzo di video poi Almar mi dice di mettermi a letto e inizia a spogliarmi ma sotto i vestiti ho già il pigiama. Mi stendo sul letto quando vedo arrivare dall'altra stanza mia madre che aveva solo le mutandine ed era nuda dalla cintola in su, con il seno quasi inesistente, come avvizzito e un grande triangolo bianco rovesciato con la punta in giù al posto del cuore. Mi dice qualcosa ma non capisco: ha anche i capelli verdi e la stessa carnagione è olivastra. Mi giro verso Almar e mi guarda senza capire poi mi volto verso mia madre me è scomparsa e così faccio per mettermi sotto le lenzuola infilando anche i piedi con i calzini dentro ma mi accorgo che sul mio calzino destro c'è appoggiata una enorme mosca rossa che inizia a volare pian piano. Sono impaurito perché non l'avevo vista e Almar dice di non preoccuparsi e prende un cacciascope, di quelli che si usavano, con la retina. Io mi alzo e noto che il muro è rovinato e ci sono alcuni insetti sul soffitto ma piccoli e non si muovono. Mi rigiro verso Almar ma non è più lui e noto che l'uomo dice di non temere, che nel suo albergo non si è mai lamentato nessuno e cose del genere. Io lo saluto ed esco. Ho molta sete. Mi sveglio un istante ma il sogno mi riprende, così cerco di uscire dal sogno, lo faccio ma ci rientro e poi definitivamente mi sveglio. Accendo la luce e vado in cucina. Mi riaddormento e sogno di stare in un centro ricerche dove mi fanno visitare con grande precisione tutte le stanze, poi capisco che sono lì per fare degli esami: ho fatto solo il primo di matematica e so che dovrò restare lì per altri tre anni. Con una scusa convinco una mia collega a farmi visitare la parte esterna del centro ed ella mi fa uscire da una porticina che dà in una grotta. Ci dirigiamo verso l'esterno della grotta e usciamo in una conca gigantesca con moltissimi buchi sulle pareti, come i Sassi di Matera. Non ho mai avuto un sogno così steso e grande. Tutto è luminoso ma non abbagliate, a colori e vedo il verde dei cespugli. La mia collega mi guarda e sorride. Mi sveglio e attendo cinque minuti. Impedisco alla sveglia di suonare e mi alzo. Devo andare a Napoli per lavoro. Ho avito la nausea tutto il giorno e una strana malinconia. Ieri sera ho visto il primo episodio di un telefilm degli anni Sessanta, "The Time Tunnel" in cui ad un senatore gli fanno visitare questo centro di ricerche avveniristico ed io ho pensato che era una fortuna per lui essere trattato così bene. Sabato sera ho presentato al mio amico Ric i miei quadri 3D e li ho fatti vedere al mio amico Oliver. Sono rossi e verdi.

sabato 7 gennaio 2012

La patente e il libretto

Il sogno di stanotte mi ha visto andare in spiaggia, in Sardegna, con i miei, anche se credevo fosse la Sardegna ma in verità era più una spiaggia americana, con una grande battigia e case sulla costa a mo' di tanti telefilm americani. Una di queste case era la nostra e la tanta gente che ci attorniava era formata da tanti nostri amici. Mio padre viene verso di me con una specie di taccuino in mano. Mi dice che in realtà è una patente di un tizio che l'ha persa e mi dice di leggere bene il nome. Io leggo e vedo che si tratta di un certo Ugo Infinito. Almeno credo che il nome di battesimo sia Ugo; tuttavia ho grandi brividi a leggerlo e gli chiedo cosa significhi ma mi mio padre se ne va in giro allontanandosi e poi capisco il perché: stavano venendo verso casa nostra dei carabinieri che ci chiedono se avessimo trovato una patente di guida. Io nego e uno di loro mi dice che ha appena arrestato un tipo sospetto solo perché stava passeggiando. Capisco che sono pericolosi ma cerco di ignorarli: quelli poi dopo e ne vanno. Ho in tasca il libretto-patente ma non trovo più mio padre. Mi sveglio alle otto circa e mi riaddormento: mi sarei dovuto alzare verso le nove passate per venire dal mio amico Ric, in campagna. Il secondo sogno mi trova all'interno di un grande magazzino d cose usate che vendeva anche dei libri a pochissimo. Tra i tanti volumi trovo un volumetto piccolissimo e nero, di circa sei centimetri. Al suo interno leggo che contiene molte poesie di un poeta vissuto nei primi del Novecento, credo il 1911; leggo una di queste poesie e mi stupisco di quanto sia contemporanea: non era neppure una poesia futurista ma almeno degli anni Sessanta. Ne leggo altre e, tra la sorpresa di aver trovato un bel libro e il fatto che sarebbe costato un euro, mi metto a piangere copiosamente. Scorgo da lontano mia madre e non mi vede e in cuor mio faccio un sospiro così penso ce non mi abbia visto piangere. Mi sveglio con i solito dolori di schiena alle ne e quaranta. Mi sento molto bene. Elementi razionali sono: i telefilm del mistero che sto vedendo in questo periodo, tipo Haven, e la caccia ai libri di un certo rilievo e antichi che mancano alla mia collezione.

sabato 8 ottobre 2011

Fiumiciattoli e strani esserini

Me ne stavo camminando per una campagna molto rigogliosa (ricordo piante verdi e tanto fresco) e ho camminato così tanto che mi sono ritrovato in riva al mare. Una persona mi ha chiesto se volevo salire su un aeroplano e ho trovato posto vicino al finestrino. L'aeroplano inizia a sollevarsi ma non troppo dalla superficie del mare e vedo il mare come fosse a un metro da me. Non ho paura ma non capisco come mai non voli più alto. Vedo il mare blu, le onde, tutto quel che si può vedere stando in mare aperto. Dopo un po' l'aereo ritorna e mi sveglio. Mi devo stirare nel sonno e in più avverto la fastidiosissima sensazione di andare a fare pipì: ieri sera ho preso freddo al ristorante indiano e il raffreddore mi ha completamente fatto respirare con la bocca che mi ritrovo impastata e secca. Riprendo sonno presto, è mattina presto. Nell'addormentarmi riprendo il sogno da dove ero atterrato con l'aereo, in campagna, ed entro in una casa che riconosco essere quella della mia amica scomparsa Elena ma non assomiglia affatto a questa casa. Neppure Elena che viene ad aprire sembra lei ma mi indica una parte di un ruscello in cui mi prega di vistare assieme. Mentre ci stiamo andando mi dice che nell'acqua vivono degli esseri strani, mezzo pesce e mezzo bambino e che sono intelligenti. Io vedo tutto a colori nitidamente, specialmente il ruscello limpido e le piante, i fiori, avverto l'umidità, il rumore dell'acqua. Vedo infatti sotto la sua superficie una specie di pesci con la coda attorcigliata, sul marroncino chiaro, quasi verde spento e che hanno grandi occhi ma senza bocca. Mi guardano e vengono verso d me e mi fanno quasi tenerezza perché nessuno sa che sono esseri intelligenti. Ce ne saranno stati una decina e altre persone sono immerse nell'acqua e li ignorano. Nessun dà loro fastidio. Mi sveglio e devo andare in bagno urgentemente. Ho ancora in mente quegli esserini. Mi viene in mente un episodio visto ieri di Doctor Who in cui lui libera migliaia di uomini-cavia e li guarisce da una malattia (con David Tennant).

venerdì 23 settembre 2011

Ode al neutrino.

Non so dirti cosa provavo
quando vedevo in televisione
improbabili astronavi sfrecciare in cieli finti e neri
con equipaggi dalle camicie a tre colori
rosso, giallo e blu: i colori delle mie future pitture.
Non te lo so dire perché era così tanta emozione
che adesso a ben pensarci il cuore mi duole
per tanto ricordare e ancora dura
in me quel senso di infinito irraggiungibile
per me umano e persino ancora di più
quando ho visto che puoi superarmi
nella mia velocità con la quale
vorrei raggiungere le stelle, tu: neutrino.

mercoledì 21 settembre 2011

Invenzioni e furti

Ieri sono andato a letto con un raffreddore da cavallo e stanotte ho dormito male poiché mi sono svegliato numerose volte. Tuttavia, come già avviene ormai frequentemente, ho fatto decine e decine di sogni e uno di questi si è spezzato in due, inframezzato da un momento in cui mi sono svegliato per soffiarmi il naso. Mi trovavo nella Città Immaginaria (e stavolta lo era per davvero perché nulla era paragonabile alle città che conosco). Ad una edicola avevo avuto modo di leggere una notizia e cioè che il mio vecchio amico (ma assai più giovane di me) Ucla aveva vinto numerose borse di studio per le sue invenzioni. Girovagando per la città, vedo anche su una televisione di un negozio di elettrodomestici anche una sua intervista e dico a me stesso che ha fatto una carriera molto brillante. Poi, continuando a camminare mi accorgo che Ucla era vicino a me, dall'altra parte della strada, intento a dimostrare la sua ultima invenzione. Lo video come fosse ora: i capelli ricci folti, la barbetta appena accennata e il suo sorriso. Diceva: "Non so se questa invenzione sia pratica, a dire la verità non serve a niente perché troppo grossa ma l'ho brevettata". C'era molta gente incuriosita Si avvicina ad una finestra preparata per l'occasione su un prato e prende una specie di costruzione di gomma a tre colori: verde, giallo e rosso. La gomma è di quelle che si appiccicano ai vetri. Poi la mette in alto e questa scende sul vetro ogni volta rivoltando una faccia colorata. Io dico a me stesso che invece è una invenzione formidabile per scendere dai grattacieli senza farsi male. A quel punto mi sveglio e mi soffio il naso. Sono molto stanco e non faccio caso all'ora ma deve essere giorno perché c'è luce che penetra dalle imposte. Mi riaddormento quasi subito e sogno di essere sula stessa strada ma ormai Ucla era andato via e io continuo a camminare in salita. So di dover andare a casa di un mio amico che non conosco nella realtà. Questa casa è una casetta di campagna di legno. Giro qualche via e arrivo al punto dove doveva esserci la casa ma c'è solo il prato e basta anzi vicino ci sono altre case. Così penso di aver sbagliato e dall'alto guardo in basso la vallata. Non ho mai visto quel paesaggio: l'erba è blu e il cielo azzurrino, ci sono anche le staccionate giallastre. Chiedo ad un tipo se la zona fosse quella e mi risponde di sì (non ricordo il nome della zona); gli dico che ci doveva essere anche la casa di un mio amico ma non la trovo e mi risponde che di recente hanno abbattuto un sacco di casette perché era scaduto il termine. Alla mia domanda di cosa volesse dire (e al conseguente mio nervosismo perché l'amministrazione della città non poteva abbattere le case così impunemente) quello se ne va. Io torno indietro e mi fermo in un negozio per fare una telefonata. Il negozio vende tessuti ma è arredato come un appartamento. Entrando alcuni ragazzi mi vengono incontro e cercano di frugare nella borsa che ho. Io mi allontano e cerco il mio cellulare. Ne ho due di solito ma nel sogno ne ho tre. Il primo non funziona e non ho mai visto quel modello e gli altri due (che dovevano essere il mio iPhone e il Blackberry del lavoro) non ci sono. Anzi dalla tasca tiro fuori una enorme struttura della Lego, grigia a forma di vaso con i fiori veri dentro. Capisco che uno di quei ragazzi mi ha rubato i cellulari e allora chiudo a chiave il negozio e metto le chiavi in tasca e li minaccio di chiamare la polizia. Quelli ridono e quindi vado al teelfono del negozio ma mentre faccio il numero mi accorgo che c'è una voce femminile sotto e uno dei ragazzi mi dice che è la fidanzata del padrone del negozio che sta parlando. Allora parlo alla ragazza la quale non vuole mettere giù la telefonata, così mi incazzo e le dico che è una stronza. Alla fine cede e riesco a chiamare la polizia ma dice che non verrà per due cellulari. Così faccio finta che invece arriverà e vado alla porta del negozio, la apro e dico che attenderò fuori nel caso i cellulari "ritornino" magicamente nel negozio. A quel punto credo che non rivedrò più i miei cellulari e lancio le chiavi lontano. Me ne vado incazzato. Mi sveglio incazzato.Starnutisco e mi incazzo ancora di più. Elementi razionali: ieri ho lasciato la mia macchina in un garage a pagamento al centro e sono andato a pranzo con un collega francese. Al mio ritorno a casa sento che la borsa dove in genere c'è il computer è più leggera; la apro e il mio computer non c'è. Mi prende un colpo. Mentre salgo in ascensore penso che dovrò telefonare al garage e dire che qualcuno di loro mi ha rubato il computer e inoltre dovrò denunciare la cosa alla polizia ma sono così stanco e raffreddato che non ce la faccio, per poi scoprire che il computer era a casa e non mi ero affatto accorto di non averlo messo in borsa! Inoltre ieri sera ho visto un episodio dei Fantagenitori in cui Timmy cerca di costruire una enorme torre Eiffel con i Lego e non ci riesce mai e per di più vorrei comprarmi la Morte Nera di Guerre Stellari Lego per Natale come regalo. Riguardo Ucla non ho dati a riguardo.
computer forse rubato al parcheggio
la morte nera della lego e la tour eiffel dei fantagenitori

giovedì 8 settembre 2011

Resurrezione

Stamattina ho capito che se sogno tantissimo non ricordo molto, anzi pochissimo, sebbene abbia la consapevolezza di aver sognato tanto. L'unico brano di sogno che ricordo è questo: mi trovavo in una chiesta fatta dentro una caverna, con molte stalattiti e stalagmiti. C'era vicino a me una figura di un prete che aveva con sé una statua da montare, quella di Gesù. Mi chiede di aiutarlo a portare dei pezzi di questa statua e di montarla su di un piedistallo in un punto esatto e ben preciso a forma di quadrato. Io l'aiuto e al primo colpo riesco a montare la base esattamente all'interno del quadrato. A seguire gli altri pezzi e viene fuori la figura di Gesù. Il tutto è a colori. Inoltre la sto montando il prete mi dice che in tal modo avevo aiutato Cristo a risorgere e che la mia resurrezione era confermata. Elementi razionali: il montaggio della statua mi ricorda un episodio di Alias in cui c'era un obelisco blu che si montava esattamente come io l'ho montata. Inoltre la parola "montare" e tutte le sue accezioni sessuali.

mercoledì 8 giugno 2011

Vecchie facce e code in farmacia

Nel tentativo di razionalizzare i miei sogni spesso dimentico lo stato in cui mi trovo. Dormo molto profondamente da un sacco di tempo, segno di grande depressione perché non riesco a ricordarli. Ormai, non essendo più insieme ad Almar da tempo, mi sono abituato ma sono piombato con tutti i problemi di lavoro, famiglia, personali che avevo in una certa misura allontanato oppure li avevo assorbiti. Stanotte invece, dormendo a Foligno per lavoro, ricordo alcuni brani di un sogno. Ero assieme a MLN, mio lontano amore e mi chiedeva di accarezzare il petto. Non lo feci. Era più grande di come ricordassi ma aveva lo stesso sguardo amabile di sempre, lo stesso sorriso. Accarezzò il mio petto e, nell'istante in cui lo fece, mi sono svegliato. Tutto qui, non sono più riuscito a prendere sonno. Sempre sullo stesso letto ieri pomeriggio avevo sognato di entrare in una farmacia e di passare davanti a tutti quanti che stavano seduto su una panchina e chiesi dei fazzolettini: avevo un raffreddore da fieno. Mi sono soffiato il naso e mi sono accorto di essere passato avanti a tutti per cui chiesi continuamente scusa. Un vecchietto dal sorriso diabolico mi disse che non avrei dovuto preoccuparmi della cosa. Così sono uscito fuori e ho visto tanta gente che attendeva per strada che io volassi via. Ho creato una mia immagine che lo faceva e tutti a guardare estasiati. Io però rimasi al mio posto, un po' in disparte. Il fatto della coda forse è perché avevo visto una puntata di Desperate Housewives in cui una delle protagoniste passa davanti a tutti perché è dializzata ma lo fa solo per evitare la fila al supermercato. Su MLN, che dire? Continuo spesso a pensarci. Spero solo di ricominciare a sognare come prima.

martedì 22 marzo 2011

Io e Cri sulla bicicletta e l'azienda fantasma

A prescindere che ho sognato mia madre durante una riunione di una azienda che cercava esclusivamente me per alcuni suoi fini, elevandomi quasi a persona più famosa del mondo e dotandomi di uno stipendio di circa diecimila Euro al mese le cose sono andate così: innanzitutto io e la mia amica del cuore Cri stavamo andando verso la sua macchina parcheggiata nella Città Immaginaria e, per andarci e fare più in fretta, le ho detto che saremmo andati con una bicilcetta. Lei è salita in canna, come si usava nel dopoguerra, ma mi ha fatto fermare dopo un po' per entrare in un negozio di abiti da mare. Mentre l'attendevo fuori vedevo quanto fosse bella mentre si provava un pareo. Uscita con un mare di buste in mano risale sulla biciletta e ce ne andiamo verso la zona in cui doveva esserci la macchian parcheggiata. Ridevamo insieme tantissimo e i suoi capelli ricci mi davano fastidio alla faccia al punto che temevo di uscire fuori strada con il mio mezzo. Alla fine però avevamo fatto solo un centinaio di metri (a me sembrava di aver fatto chilometri); così Cri è scesa ed è andata a piedi ed io ho messo la bicicletta sul muro e sono entrato in un edificio. Sapevo di dover fare degli esami tanto che ero convinto fosse l'Università. Invece avevo fatto solo delle selezioni per una azienda che si occupava di proiezioni demoscopiche ed invenzioni e tutti stavano aspettandomi poiché mi avevano automaticamente assunto. Io dissi che lavoravo per un'altra azienda ma loro mi hanno detto che si erano permessi di farmi un piccolo versamento di una parte del mio compenso da diecimila Euro. Ho chiamato la mia banca per avere conferma e al telefono difatti mi han confermato la cosa. Stupito sono andato con una elegante signorina in una sala di conferenze e, non appena entrato, tutti mi hanno applaudito. C'era una festa in mio onore alla quale era stata invitata anche mia madre. Mentre mangiavamo tartine io chiedevo al direttore generale quale compito avessi e lui mi rispose che dovevo semplicemente proporre delle idee che sarebbero state realizzate. Anzi qualsiasi idea avessi, di qualunque tipo, sarebbe stata analizzata dall'Azienda. Non seppi mai il nome né di cosa si occupasse. Un po' spazientito da quella cosa ma anche interessato al tipo di lavoro mi diressi vicino a mia madre la quale mi disse: "Quando devo parlare della morta?" e io le risposi che avrebbe potuto farlo più tardi. Poi, avvicinandoci al tavolo dove erano le bevande fece un urlo e indicò il piede: una spilla le si era conficcata nel destro e la estrassi: era una spilla forgiata finemente e d'argento, formata da altre spille tipo una specie di rosetta. Molto bella. Sentivo di stare per svegliarmi e mentre lo facevo una sensazione strana: continuavo ad elaborare tante idee per quella Società misteriosa. Mi sono svegliato alle otto e venti. elementi razionali del sogno: innanzitutto ho rivisto Cri in foto su Facebook; poi ieri sera io e Almar ci siamo gustati la prima puntata della serie Stargate Universe in cui c'era un informatico sfigato invitato su un'astronave perché aveva scoperto la soluzione di un enigma alieno; infine mia madre ieri mi ha chiamato per dirmi che era stata al Verano e aveva visto che la tomba della zia di Almar non si era spostata per effetto delle recenti piogge.

lunedì 18 ottobre 2010

Notte insonne

E' un periodo che non viaggio molto ma quando viaggio mi stanco e sono molto stressato per cui non dormo. I problemi sono interiori. A Palermo, dove mi sono recato la settimana scorsa ho avuto problemi anche di pressione, credo però che siano relativi a stati di ansia. Nel sogno che ricordo, l'unico, mi trovo fuori casa di mio nonno paterno, in campagna e devo citofonare ad alcuni miei zii che abitavano al secondo piano della palazzina. Mio fratello arriva all'improvviso e mi ferma mentre sto per psuonare. Dice che mio cugino si è appena suicidato gettandosi dal tetto della casa, sul retro. Io rimango di sasso e gli dico se avesse chiamato la polizia. Risponde negativamente e dice che questa cosa è avvenuta tre giorni prima e che non ne devo parlare finché il corpo non sarà ritrovato. Inoltre racconta che qualcuno presumibilmente lo aveva visto mentre era con lui, sul tetto. Gli dico di non preoccuparsi e se ne va. Inizio a piangere perché la situazione è davvero triste: devo andare dai miei zii, cioè i genitori di mio cugino e fingere di non sapere deove si trovi e il pensiero di mentire mi atterrisce, inoltre il pensiero che forse mio fratello potrebbe essere accusato mi butta giù. Piango moltissimo e mi sveglio piangendo. Elementi razionali sono: la vicenda di questo periodo sulla morte dellaragazza di Avetrana, che forse devo aver visto in televisione; il telefilm Heroes in cui c'è un ragazza gettata da una finestra e muore e la sua amica corre il rischio di essere incolpata. Inoltre il pensiero, basilare, che non riesco a piangere in questo periodo: mi era venuto in mente la mattina stessa ed è ancora reale. Sono stato dalla mia dottoressa che mi ha prescritto alcune pasticche naturali calmanti che credo facciano il loro dovere. Continuo però ad essere triste dentro, per la situazione del lavoro.

mercoledì 29 settembre 2010

Nudo in ufficio

Sicuramente gravoso è il compito che mi porto dentro di ricordare i bei momenti con le mie due amatissime colleghe d'ufficio che sono state licenziate improvvisamente perché questo chiude. Domani è il loro ultimo giorno ed io non ci sarò poiché mi trovo a Teramo e vengo da Termoli. Stanotte, a Termoli, in un albergo sulle rive dell'Adriatico, con davanti i fuochi notturni delle piattaforme petrolifere (e non delle Tremiti, come pensavo), ho fatto un sogno lunghissimo. Tuttavia mi sono svegliato alle sei e mezzo e mi sono riaddormentato per un'altra mezz'ora continuandolo. All'inizio mi trovavo in banca con il direttore e una commessa molto bella e dalla pelle bianca, che somigliava ad una attrice di un serial, Heroes. Questa bionda mi circuisce per farmi aprire un conto ed io mi ritrovo sotto i suoi capelli e lei che tenta di palpeggiarmi. Io la bacio e la accarezzo tutta sentendo il suo profumo. Poi inizia a spogliarmi e mi ritrovo nudo. Così saliamo con l'ascensore su un piano alto di un ufficio dove c'era un letto e lei si sdraia accanto a me e inizia a toccarmi. So che è presto, tipo le sette e mezzo di mattina e all'improvviso entra molta gente di cui riconosco alcuni colleghi di Milano e in particolare una di questi con la quale fingiamo che sia la mia fidanzata. Lei non si scompone (né lo fa nessuno) del fatto che sono nudo ma inizio a sentire freddo e mi copro con uan coperta. Poi domando cosa ci fanno in ufficio così presto e mi rispondono che il direttore generale deve parlarci di alcuni riassetti. Egli parla di ristrutturazioni aziendali, io mi infilo i calzini e mi siedo come su un banco di scuola. Accanto a me però riconosco anche Almar che era lì per visitare il mio ufficio. Scherza con gli altri miei colleghi ma io non voglio che si conoscano perché mi piace avere la mia vita privata. Poi ci diamo appuntamento fuori e ce ne andiamo tutti. A questo punto mi sveglio ma, riaddormentandomi, sogno di essere in auto e di parlare con il collega di Napoli. Io sono ancora nudo e mi distraggo perché non riesco a vestirmi in macchina parlando al cellulare senza auricolare. Parlo parlo di lavoro e alla fine quello attacca ed io pure. Mi sveglio.

lunedì 13 settembre 2010

Il vulcano Pinatubo

Il meraviglioso sogno fatto stanotte è frutto di una discussione fra me e Almar tenuta ieri sera: siamo andati a trovare mia madre che aveva un'influenza intestinale e c'era anche mia sorella. Io dicevo che avevo un po' depressa mia sorella e Almar mi aveva confermato. Ho un bel rapporto con lei ma sento dentro di me di non essere capace di abbracciarla ad esempioe di non espandermi come vorrei. Lo stesso dicasi per altri membri della famiglia ma comunque sto facendo progressi. Nel sogno io avevo visto che c'era un vulcano attivo in Sudamerica su un sito Internet e avevo deciso di andarci perché mia sorella era in visita prorpio lì, nel tentativo di riportarla indietro. Così, concentrandomi come faceva Hiro Nakamura in Heroes, mi sono teletrasportato in Cile e vedevo chiaramente tuttla la penisola continentale (i due lati dell'oceano, le ande) e soprattutto il vulcano il quale, nel sogno, credevo essere il Pinatubo. In realtà esso era una specie di grande ciminiera fumante proprio in mezzo ad una strada che collgava Nordamerica e Sudamerica. Nel sogno mi chiedevo non tanto se il nome corrispondesse per il tubo costruito attorno al vulcano ma che motivo avevano gli abitanti ad erigere un comignolo in mattoni così gigantesco attorno ad esso. Ho fermato alcuni abitanti e gli ho chiesto cosa ne pensassero e loro mi risposero che alcuni di essi stavano partendo per un altro continente e che non avevano tempo di chiedersi altro in quanto l'esplosione sarebbe stata così violenta da spazzare via tutto il continente. Impaurito corsi a cercare mia sorella la quale era in macchina e mi diede appuntamento ad un parcheggio. Io avevo affittato un'automobile per portarla via in europa ma, sapendo questo particolare, pensai che ero stato stupido. Mia sorella mi disse che era pronta a partire ma che doveva solo comperare le sigarette e sarebbe tornata presto ed io ne approfittai per avvicinarmi al vulcano-ciminiera e guardarlo. Sentivo solo un grande ronzio provenire dal basso, talmente forte che mi spaventai e corsi al tabaccaio della cittadina a cercarla. Non la trovai e iniziai ad impensierirmi. Nel frattempo vedevo con la coda dell'occhio il fumo aumentare dal vulcano-ciminiera e mi affrettai. Mentre guidavo incrociai la macchina di mia sorella e le dissi che doveva lasciarla all'istante e che ce ne saremmo andati. Abbiamo preso un aereo nel nord del continente e ce ne siamo tornati in Italia. Mentre volavamo potevo vedere il vulcano gonfiarsi a dismisura e il mare mosso di un blu-grigio meraviglioso. Ieri sera il ronzio del frigorifero prima di andare a dormire mi ha dato fastidio. Inoltre due giorni fa ho letto che il servizio di rilevamento dei terremoti non darà più notizie su questi per non alimetare il panico nei lettori di Internet.

venerdì 6 agosto 2010

Peripezie di una tarantola e sua morte attraverso il gigante

In ultimo ieri sera ho riununciato a mettere il diaspro rosso vicino al comodino ed ho messo una tormalina nera, un crisoprasio e un quarzo fumè con il seguente effetto: ho avuto un sogno lunghissimo che ricordo ancora. Tutto è iniziato con la mia entrata nel nuovo ufficio, dove al segretaria mi fa notare i mobili nuovi. In particolare c'è un armadietto al muro tutto rivestito di moquette grigia che attrae la mia attenzione. Le dico "Che bello il nuovo ufficio!" e apro quest'armadietto cubico ma all'interno c'è un'altro armadietto cubico di metallo, chiuso. Rinuncio perché penso che sia un armadietto per il pronto soccorso e dico alla segretaria dove è la riunione. Lei mi indica la sala dove mi reco subito. Ci sono molte persone in riunione, non ne conosco nessuna ma so che sono miei colleghi. In particolare, colui che dice di essere il mio capo mi ordina di andare a prendere il nostro più grande cliente e di accompagnarlo in albergo. Io esco subito, vado a prendere la macchina e inizio ad andare verso l'aeroporto. Mentre vado arrivo ad un tunnel, la strada è a cinque corsie e mi fermo all'angolo perché penso che il cliente non so chi sia. Preso da sconforto perché rischio di fare una brutta figura scendo dall'auto ed entro nell'albergo dove sarei dovuto recarmi con il cliente. Alla reception tutti credono che sia io il cliente e mi fanno accomodare in una stanza rossa e con tuti gli onori: assomiglia ad una sala d'attesa di una clinica dove una volta fui operato. Il letto era alla mia sinistra; mi affaccio e vedo fuori il paesaggio che assomiglia alla casa di mio nonno in campagna. Mi spoglio e faccio per andare a dormire ma vedo sul letto due coppie: un uomo e una donna che stanno l'uno sull'altra proni e una coppia di ragazzi che invece si dimenano. Sono tutti nudi, in particolare la coppia etero è abbronzata, sembra dormire e vedo benissimo il sesso di lui in riposo; l'altra coppia invece sta facendo sesso e sono entrambi in erezione. A dire la verità non fanno un vero e proprio atto sessuale ma sembrano discutere animatamente. Di questi ultimi ascolto le loro parole sulla fedeltà e intuisco che stanno litigando per qualcosa ma continuano comunque ad essere con i due falli in erezione. Si girano verso di me e uno dice: "Accidenti, adesso sapranno tutti che stiamo insieme!". I loro visi sono come quelli degli attori di una pubblicità di chewing gum che sta andando adesso in televisione dove si vedono due cinesi che fanno a gara nel creare oggetti con la gomma da masticare e li espongono attraverso la lingua. La coppia etero si sveglia e un cinese inizia a piagnucolare più atterrito che mai e dice: "Ora siamo veramente perduti!". Suona la sveglia e mi vesto dirigendomi verso il bagno che invece è il bagno di un'accademia militare russa dove ci sono i cadetti che stanno lavandosi e vestendosi. Il capo parla in russo; io mi siedo ad una panchina come quelle di uno spogliatoio e vedo che un cadetto, non visto dal capo, va a fare un sonnellino sotto la mia panchina. Appena arrivano i due cinesi tutti fischiano ma il capo dice qualcosa in russo e tutti stanno zitti. Io so di essere un privilegiato e che non dovrà fare né guardie bé marce. E' qui che mi accorgo di un enorme ragno nero, una specie di migale il quale sembra venire verso di noi. Tutti scappano e anch'io mi sposto perché è vicino a dove sono seduto. Esclamano: "La tarantola! La tarantola!" e succede un putiferio. Il cadetto che dorme sotto la mia pachina non si accorge di nulla e penso che il ragno si dirigerà verso di lui e potrebbe pungerlo col veleno. Il capo russo prende una ciabatta e cerca di colpire il ragno ma lo manca, arriva anche a dare delle ciavattate in testa al cadetto che si sveglia ed evita che la tarantola gli cammini in faccia. Tutti scappano e io noto che il ragno esce fuori e si dirige verso un palazzo. Riconosco come il mio palazzo e lo supero salendo le scale e arrivando a casa mia all'ultimo piano. Mi affaccio e noto il ragno, lo vedo piccolo dall'alto di cinque piani, camminare pian pianino verso il muro, arrampicandosi. Spaventato vado in cucina, apro un cassetto ma trovo solo un chiudibuste IKEA di plastica. Nel frattempo si alza mia madre che prende il chiudibusta e lo butta verso l'esterno, colpendo la tarantola e facendola cadere di nuovo sotto. "Brava mamma!", le dico e mi affaccio per vedere dove è caduto il ragno: proprio un piano sotto, dal dirimpettaio, dentro un box di bambino. Temo per il bambino se dovesse entrarci. Esce però dalla finestra di quell'appartamento un uomo enorme, con una testa gigantesca e quasi quadrata, un gigante insomma che si muove a fatica sul terrazzino e inizia a chiudere quel box con dei lenzuoli, di fatto bloccando il ragno lì dentro. Io lo chiamo: "Signore! Signore! C'è un ragno lì dentro!" ma quello non ascolta oppure non sente e io e mia madre lo chiamiamo ancora ma niente, io gli faccio dei cenni e muovo la mano mimando un ragno. Ad un certo punto l'omone dice qualcosa tipo "Mi aveva scambiato per qualcun altro. Deve avere il morbo di Alzeimer!" e chiude definitivamente la tarantola dentro quel sacco e se la porta via. Mentre la porta via l'omone, nel chiudere la finestra, dice: "Ora butto tutto nel mare!", o nell'acqua (non ricordo bene) e capisco che il ragno morirà o di fame o affogato. Mi sveglio ed è giorno. Oggi io e Almar siamo andati a fare una gita al parco archeologico del Vulci. Di ritorno ascoltiamo la radio e una pubblicità, che avevo sentito anche ieri, parla proprio di una coppia in cui lei dice all'uomo se uccide il ragnone nel bagno (come Woody Allen) e quello, ucciso il ragno, dice "Mi sembrava che stessi parlando di una tarantola e invece...". Elemento razionale postumo: quando ero molto piccolo, sono stato convinto che mio padre (o mia madre) mi facessero ciao ciao con la mano e mimassero un ragno. Inoltre proprio a casa di mio nonno in campagna un giorno (avrò avuto cinque o sei anni) andando al bagno e alzando la tavoletta noto un grandissimo ragno verde dietro il water, chiamo mia zia e quella dice che era una tarantola e la prende con le mani, buttandola fuori della finestra. Poi mi dice di sbrigarmi nel fare la pipì.

giovedì 29 luglio 2010

Il neonato

Mi trovo in macchina con altre due persone di cui chi guida so essere mio amico. C'è anche un neonato. Chi guida ferma l'auto e dice che deve assentarsi per un colloquio. Rimaniamo quindi io e un altra persona e il lattante. Quest'ultimo se la sta facendo sotto ed usciamo dall'auto intenzionati ad avvertire il padre che ritarda. Prendo il bimbo per i talloni, come Achille, e quello si mette ad ancolo retto, tenendosi perfettamente. Mentre lo porto in una specie di piramide rotonda che ha varie entrate, riconosco essere un centro per la documentazione in cui intravedo un'entrata per la metro e una saletta di pronto soccorso. Mi ferma la segretaria alla quale spiego la situazione ed ella chiama qualcuno al telefono dicendo di accomodarmi. Ci siediamo io e il mio accompagnatore; io tengo sempre per i talloni il neonato il quale è sporco di cioccolata dolciastra. Non avevo fatto caso che c'era anche una lettiga all'interno dell'uffio e in poco tempo arriva un tale somigliantissimo al padre del bebè con una donna. Il tale lo saluto e gli indico il bambino ma mi ignora e si distende sul lettino, tutto bianco, coprendosi col lenzuolo. La donna che lo accompagnava invece alla vista del neonato si avvicina e dice di essere la madre ma mi fa capire di non dire che lo fosse per la presenza dell'uomo. Capisco che ella era andata via da casa lasciando il bambino al padre, fratello dell'uomo sulla lettiga. Mi dice di cambiare il piccolo in un certo modo con i pannolini e il piccolo, alla voce della madre, è come se si ridestasse da quella posizione ad angolo retto e si stira, crescendo a dismisura. In tutto questo la segretaria ci guarda in silenzio. Mi sembra di averla già vista in un altro sogno, sempre come segretaria. Cala un silenzio su tutti, vedo tutto bianco e mi sveglio alle sei. Capisco che dopo mezz'ora avrebbe dovuto suonare la sveglia (la quale invece non ha suonato e per poco non ci alzavamo per venire a lavoro). Elementi razionali: riguardo il neonato, ieri ho visto da Feltrinelli alcune carte tipo tarocchi ed ho pensato alla trasmissione "Mercante in fiera", che non seguo, ma nel gioco del mercante in fiera c'è il neonato. Inoltre in un telefilm della serie Eureka, nella prima puntata vista ieri sera con Almar, un detective assaggia un'impronta marrone sul muro lasciata dalla mano di un ragazzino scomparso e la riconosce come cioccolata. Stanotte Almar ha preso il lenzuolo perché aveva fastidio di una zanzara. Io ho dormito scoperto. So che c'è stato anche un altro sogno complicatissimo e denso di materiale ma purtroppo non lo ricordo.

martedì 13 luglio 2010

Cerchi in pentola

Ho dedicato ad Almar la terza parte della nuova raccolta di poesie Sigma, poco prima di spedirla ad un concorso letterario. In più, se mettiamo che ho ricevuto il contratto di pubblicazione del mio A volte mi sento un pezzo di canre, dovrebbe farmi sentire bene. Invece avverto una tensione profonda, molto evidente, al limite della impazienza. Mi sembra come se non ci fosse tempo per fare qualcosa. Ho ideato un nuovo libro inteso come un epistolario tra me e Antoine Auden. Mi esalta molto e conterrà anche alcuni elementi per la seconda parte del Cromosoma grigio, che dovrei decidermi a continuare. I miei sogni non vanno meglio: ne faccio abbastanza ma non riesco a ricordarli sia per il gran caldo che c'è in questi giorni sia per il fatto che mi sveglio ogni giorno sempre più presto e balzo giù dal letto con una grande velocità per farmi la doccia e togliermi il velo umido sul corpo accumulato durante la notte. Spero passi presto quest'ondata di calore. La scorsa notte ricordo soltanto questo brano: stavo facendo la crema pasticcera in un'enorme calderone, con una cucchiarella di legno. Qualcuno dice che devo effettuare dei cerchi molto più veloci e ampi. Lo faccio sulla superficie di un liquido che sembra acqua e il tutto man mano si trasforma in un liquido verdastro. Sono impnotizzato dai cerchi giallastri e rotanti, ce ne sono decine e decine. Mi sveglio, è notte. Elementi razionali possono essere: il telefilm Fringe, nel quale si dice di dover preparare, appunto, la crema pasticcera (alla quale non ho dato attenzione) e poi forse un riferimento ad un prossimo film della Walt Disney, L'apprendista stregone, di cui non c'è questo elemento ma c'era - mi sembra - nel film animato di Fantasia.

venerdì 21 maggio 2010

Lost my father

L'altroieri ho fatto un sogno in cui rimanevo fuori casa perché non avevo le chiavi e avevo chiuso dietro di me la porta e quindi mi recavo al lavoro di Almar per prendere la seconda copia del mazzo. Arrivato fuori del suo lavoro (un luogo che mi ricordava il quartiere dei Parioli a Roma anche se c'era una discesa), ricordo di aver visto scendere Wanda che mi salutava come se avesse il braccio paralizzato, una specie di movimento lento e strano, con lo stesso sorriso cattivo in faccia. Fuori stavano girando un film e ho chiesto cosa fosse. Qualcuno mi rispose che stavano girando una delle ultime puntate di Lost e appunto proprio fuori c'era un personaggio, Kate, che beveva un caffè. Ho immaginato quindi che Almar dovesse fare una comparsa nel telefilm e sono andato dentro con l'intento non solo di avere le mie seconde chiavi quanto informarmi quale parte facesse. All'interno però chiedevo informazioni ma non ottenevo che risposte da gente isterica perché c'erano tutti gli attori. In pratica mi sono svegliato senza aver preso le chiavi e senza essere riuscito ad entrare di nuovo a casa. Questo sogno forse deriva da un evento sorgente di questo tipo: a Parigi l'altroieri stavano riprendendo con una telecamera professionale e attrezzi da film il luogo dell'ufficio e alcuni degli impiegati: dentro di me forse c'era la segreta volontà di comparire nel documentario ufficiale ed internazionale dell'azienda in cui lavoro. Nel sogno fatto stanotte invece mi trovavo in una casa-negozio molto affollata e tanti clienti che si sono rivelati essere miei parenti, accorsi per vedere di nuovo il matrimonio dei miei genitori. Sapevo che mio padre era tornato in vita e aveva deciso di risposare mia madre, una specie di nozze d'argento (o magari d'oro). Mio padre era allegro e bello, giovane e vestito con un abito da sposo bianco e non nero, con una specie di controgonna sui pantaloni elegantissima di raso bianco e delle scarpe che erano bianche ma con tacchi alti dieci centimetri. Stavo per l'appunto ammirando che eleganza avesse quando ho avuto l'impulso di abbracciarlo, sia perché sapevo che era morto e quindi perché ero contento che fosse ritornato fra noi sia perché era vestito con un vestito modernissimo e niente affatto classico. L'ho abbracciato e gli ho detto che era il più bel papà del mondo. Alla fine si sono diretti verso una specie di altare posto in fondo ad un corridoio e noi figli ci siamo messi seduti di fronte, con tutti gli invitati. Poi è venuto a piovere ed ho aperto l'ombrello ma i miei, senza farci caso, sono entrati in una camion, parcheggiato vicino ma con la tettoria scoperta e si sono bagnati, senza eccepire. Mia madre era stata sempre silenziosa al contrario di mio padre. Alla fine mi sono svegliato con un grande caldo, dovuto al raffreddore col quale sono andato a letto. La sera prima di addormentarmi avevo pensato a famose stiliste di moda del calibro di Tierry Mugler. In genere mio padre non parla mai nei sogni e qualche giorno fa avevo fatto un altro sogno del genere con lui come personaggio. Stavo appunto ragionando che in quel sogno mio padre parlasse.

giovedì 18 febbraio 2010

La scogliera

Stanotte ho dormito sodo (ma anche ieri). Ho sognato di trovarmi sul ciglio di una scogliera con molta erba pendula ed un sacco di gente vcicino a me, tutti ladri e assassini. Forse mi ricordavo della puntata di Desperate Housewife vista ieri sera sul divano con Almar, serie che ci piace molto, in cui si è saputo chi ha ucciso un personaggio della stessa. Sul bordo della scogliera, vedevo chiaramente il mare azzurro e increspato, il colore dell'erba, la stessa sabbia. Mi sono girato dietro ed ho visto un grande monte sul quale era una città. Siccome stavamo tutti accasciati a terra, ho supposto essere una colonia penale. Ho detto a tutti che per uscire saremmo dovuti andare oltre la città e per farlo dovevamo sfondare un muro di una casa con un portico. Uno dei mastodontici uomini prende un enorme cuneo e fa per scagliarlo contro il muro ma si ferma perché è quello di una chiesa con tutti i sacramenti in legno e non vuole commettere sacrilegio. Accanto a questa c'è un altro portico con tante colonne e io dico di camminarci finché non troviamo una porta. Nessuno è d'accordo tranne una persona che viene con me. Allora apriamo insieme la porta e ci ritroviamo in un ufficio. Per mimetizzarci ci vestiamo da carnevale: io da impiegato e l'altro da Marylin Monroe. Mi sveglio alle sette meno un quarto: ho sbagliato a mettere la sveglia. Mi riaddormento e mi risveglio improvvisamente alle sette e un quarto. Mi sembra di aver dormito un secolo. Saluto con un bacio Almar e scendo via. In bagno l'acqua è fredda: la caldaia mi ha abbandonato dopo circa due anni di perfetto funzionamento. Vestito col pigiama esco fuori, la riaccendo e finalmente faccio la doccia. Inizio della giornata. Il fatto del mascherarsi sicuramente è dovuto alla visione delle foto della festa di Carnevale. Ci siamo divertiti da pazzi, Almar aveva un vestito da Maria Antonietta, praticamente perfetto; c'erano tutti i miei amici, chi vestito col burqa chi come ballerina di can-can chi, come Patrizia, da Cary Grant. Insomma c'era anche Marylin, ovviamente, sembrava vera ma più stangona. Ricorderò per sempre questo Carnevale come uno dei migliori della mia vita, pieno di fascino, mistero e perfezione. Abbiamo vinto due premi io e Almar. Riguardo la parrucca: praticamente ero uguale alla donna del ceppo di Twin Peaks, ceppo incluso. Durante la festa, ho proiettato un video in cui compare questa donna del ceppo e Laura Palmer nel film Fuoco cammina con me e che evidenzia anche la somiglianza con uno dei due Vongoli e dei quali festeggiavamo anche il ventesimo anno in cui erano insieme. Davvero tanto.