martedì 30 giugno 2009

Pomeriggio con tuoni lontani

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lunedì 29 giugno 2009

Sogni multipli

Da ieri comunque sto meglio, ho preso anche un caffè alle tre del pomeriggio e non mi ha prodotto ansia. Non posso dire che è tutto finito ma vado senz'altro meglio. Stamattina mi sono alzato alle dieci, ho riposato anche se mi sono svegliato alle sei per via del tubare dei piccioni sul davanzale della finestra. Sono sceso dal letto e li ho mandati via poi sono ritornato a dormire. Ho fatto numerosi sogni, tantissimi, uno dopo l'altro ma non ricordo granché. Due in particolare che avevano però lo stesso soggetto: una casa al tredicesimo piano. La casa era servita da un ascensore ed era ancora in costruzione. Ero nella Citta Immaginaria. Nel primo sogno che icordo (verso le sei e mezzo circa) andavo via da questa con un collega e chiedevo ad un altro collega se poteva aprire il cancello. Mentre quello lo stava facendo da un buco del cancello entra una serpe lunghissima, verde e bianca che viene verso di noi. Io telefono allora al mio collega in modo che aprisse quel benedetto cancello e usciamo. Il riferimento a ciò penso sia che ieri da mia madre abbiamo discusso del fatto che il suo cancello non si apre bene e bisogna tirarlo mentre preme il bottone del citofono. Nel secondo sogno invece, questa mattina verso le nove, mi trovo sempre nella casa e qualcuno sta cercando di portarmi via da questa. Entra, mi prende e con due ali bianche ma senza penne mi trascina verso l'alto. Io mi divincolo e libero e getto di sotto l'intruso. Poi mi sbrigo ad andarmene ma mentre me ne vado mi cadono tutti i soldi dalla tasca e anziché lasciarli mi metto a raccoglierli. Poi sento che quello sya arrivando dalla porta (che era rimasta aperta) e mi nascondo dietro un mobile terrorizzato. Mi sono svegliato senza alcuna paura però. Stamattina, mentre mi infilavo i pantaloni, sono cadute tutte le monete e, affacciatomi dalla finestra, ho visto un tipo sospetto vicino al bancomat qui sotto. Poi mi sono reso conto che ho mille paure, non ultima quella dei ladri, e sono andato al bar a fare colazione. Avevo bisogno di vedere gente. Oggi non vado al mare ma penso di passare da Antonio alla Rai. Dopo, a casa, come sempre.

domenica 28 giugno 2009

L'incidente, i Mac, la solitudine

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venerdì 26 giugno 2009

Addendum: un incontro inaspettato

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Omaggio a Farrah e Michael

Sapere che è morta proprio ieri Farrah Fawcett dopo lunga malattia ha un sapore amaro. Non solo perché era la donna dei miei sogni, la mia icona femminile di quand'ero giovane ma proprio per la sua tenacia e il combattimento verso un male così terribile e di cui purtroppo non è sopravissuta. Recentemente avevo acquistato il cofanetto delle Charlie's Angel e avevo preso solo la serie dove c'era lei. Quella serie rappresenta la mia gioventù e negli anni Settanta è appunto iniziata la considerazione che fossi vivo. Dal 1977 inizia la convinzione che la mia vita avrebbe avuto un nuovo corso, coincisa anche con la visione di Guerre Stellari. Non posso dare un vero addio perché purtroppo non l'ho conosciuta e di lei ho l'immagine nei suoi telefilm e nelle foto. Per me vive ancora, un po' come Marilyn Monroe ma, mentre quest'ultima io non l'ho vissuta, Farrah invece sì e quando leggevo i giornali scandalistici dell'epoca avrei desiderato che una sera in un ristorante di San Francisco io e lei si prendesse un drink guardando il tramonto sulla baia. Invece oggi apprendo che è morto per infarto Michael Jackson. Allora stiamo prorpio invecchiando, mi dico. Michael è stato un genio e anche uno stupido. Genio per le sue performance artistiche, stupido perché ha voluto creare un mito che sarebbe comunque venuto da solo, come ad esempio i Rolling Stones o i Led Zeppelin. Ad ogni modo ho sempre ammirato il suo desiderio di cambiamento. Secondo me è stato più coerente di Bowie quando cantava Changes: Michael ha fatto sua questa filosofia e lo metterei tra i grandi artisti della body art anziché tra i più grandi musicisti, al parti di una Orlan. Su tutto, pesa il fatto che gli anni passano.

martedì 23 giugno 2009

Secundum addendum: mammà, il bagno e Bambi

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Addendum: il muro

Un microsogno di pochi istanti sull'aereo, rotta Roma- Brindisi, molte nuvole in aria bianche, turbolenza, io tranquillo con un saggio sui Promessi Sposi del Manzoni in mano mi sono addormentato pochi istanti. Nel microsogno che stavo facendo ero accanto ad un muro antico molto lungo, in piena campagna. Da un lato la campagna stessa e dall'altro una strada. Non identifico il luogo, colori tenui, sole, profumo di fiori e fieno, immagine molto antica. Mi sveglio per un sobbalzo dell'aereo. Ora sono a Lecce, giornata fresca. Non penso a nessuno.

Equilibrio precario

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domenica 21 giugno 2009

"Quanto hai speso?"

Stamattina ha piovuto presto, verso le cinque. Mi sono alzato alle dieci con un gran sonno. ricordo solo di aver sognato di essere in una stanza con una grande finestra, analoga a quella del sogno in cui manca l'elettricità, e che qualcuno mi telefonava. Mi chiedevano se avessi con me un computer Apple. Io rispondevo che durante l'ultimo anno ne avevo comprati ben quattro, di cui uno in regalo a mio nipote, uno ce l'avevo io, uno piccolissimo e un portatile. Tutti bianchi e la cui somma faceva circa settemila euro. La voce ripeteva "Quanto hai speso?" ed io rispondevo la cifra. Ieri sera stavamo parlando appunto di computer con Marcus. Ora sono tornato a casa dopo aver votato, penso che me rimarrò qui senza più uscire a correggere le bozze del libro.

venerdì 19 giugno 2009

Angosce di inizio secolo.

Nel sogno di stamattina presto ero in una casa che figurava essere quella di mia madre ma mi sentivo come nel futuro. C'erano tanti ragazzini che giocavano per terra e mia madre non era anziana anzi giovane e sembrava svedese. C'era anche mio fratello ma non era quello reale. Gli dico cosa fosse successo perché sentivo che nell'aria c'era qualcosa di misto alla preoccupazione ma anche alla felicità. Mi risponde che non c'era elettricità e difatti, era giorno e quindi c'era il sole, i bambini giovacano con giochi di legno, la televisione era spenta e non c'era alcun apparecchio elettrico in giro. Piano piano arriva la sera a e chiedo come si sarebbe fatto senza luce e lei accese le candele. Avevo capito che la situazione era preoccupante. Arriva un amico (che non conosco) e dice che per effetto della mancanza di energia stavano licenziando migliaia di persone in Italia e sarebbe toccato anche a lui. Mi sono svegliato con una grande angoscia. Proprio ieri, tra l'altro, hanno detto a un mio amico che forse lo avrebbero messo in mobilità anche se con una bella liquidazione ma, nel raccontarmelo, mi è dispiaciuto e mi sono preoccupato. Il sogno di inizio notte invece non lo ricordo bene: c'era un prato e al posto dei fiori c'erano tante penne e pennarelli ed io, camminandoci sopra, mi disegnavo sotto le piante dei piedi.

giovedì 18 giugno 2009

Addendum: the woman in red

Ho dormito un breve istante mentre l'aereo era in volo sopra lo stretto di Messina e ho sognato una donna tutta vestita di tulle rosso ed io che le toglievo di dosso questo velo e lo tiravo via ma era lunghissimo e sembrava senza fine. C'era come sottofondo la canzone dei Simple Minds Big Sleep e la donna assomigliava ad una mia ragazza di quando andavo all'Università che si vestì da Pierrot un carnevale di troppi decenni fa. La ragazza, di cui non riesco a ricordare il nome, diceva incessantemente "Svolgi, svolgi! Altrimenti non ci passi dalla porta! Non ci passi!". Poi un sussulto dell'aereo mi ha svegliato. L'aereo ha tremato tanto e c'erano delle nuvole in alta quota, poi è andato tutto bene. Sono riuscito a trattenere l'ansia. In questo periodo sto ascoltando quasi sempre in macchina l'album dei Simple Minds e quella canzone l'ho ascoltata la settimana scorsa dopo veramente non so quanti anni. Mi sono commosso. Non ho mai sognato in aereo prima d'ora e la cosa mi ha fatto stare male, come una nausea; inoltre alla libreria Mondadori di Catania, quella appena aperta in centro, avevo visto un libro di bozzetti su Valentino intitolato, appunto, Red Valentino.

E maiuscola e nulla.

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martedì 16 giugno 2009

Il merlo caduto

Stamattina alle 4,50 la sveglia ha suonato. L'avevo programmata alle cinque ma ha suonato prima e, nell'oscurità, non riuscivo a trovarla: mi ero addormentato dal mio solito lato e mi sono ritrovato nell'opposto. Così, per non farla suonare più a lungo ho acceso la luce. Era ancora tutto buio dentro casa. Mi sono alzato, sono andato in bagno e sono ritornato a letto dove mi sono definitvamente alzato alle 5,10. Doccia, vestizione, auto, aeroporto. Aereo per Catania e poi a Messina. Mentre la sveglia suonava stavo facendo un bel sogno, molto complesso che non ricordo. L'ultima immagine di cui ho il ricordo è una lampadina nera che si spegneva e accendeva. Una volta vestito però ho letto un messaggio sms arrivato a mezzanotte passata. Avevo letto che Ra mi diceva di venire ad una cena giovedì col suo amico medico ma giovedì torno tardi a Roma e quindi non avrei potuto. Ho risposto che non potevo. Quando con la macchina stavo andando a Messina mi arriva però la risposta di Ra che dice che forse mi ero sbagliato e che non mi ha mai mandato quel messaggio. Poteva essere solo R* il cui nome è vicino al suo, che ha anche lui un amico medico. Ho spedito lo stesso messaggio. Il risultato è che vedo di meno le cose da vicino e che è giunto il momento di mettere gli occhiali. Sono anche stanco. Vorrei starmene a casa per un mese senza fare altro che i cavoli miei. Ra propende verso di me ma io vorrei mettere in chiaro che voglio da lui solo amicizia e nient'altro. In fondo sin dall'inizio gliel'ho detto che ero nel tormento interiore e che non volevo iniziare nulla e lui saggiamente mi ha risposto che non si aspettava né programmava niente. Ora però penso che sia meglio puntualizzarlo una volta per tutte. E' una persona eccezionale, onesta, precisa e soprattutto seria. Ha anche la qualità di discutere e comprendere, cosa che non ho visto ultimamente e soprattutto non si ferma al primo baluardo di incomprensione ma anzi ragiona a differenza di chi so io. Nel sogno ho avuto l'impressione anche di aver visto un merlo che si agitava. Ieri infatti, al ristorante, mentre ero a pranzo col capo, è caduto dall'albero un merlo, pieno di piume e dal becco giallo che zompettava un po' impaurito. Mentre il mio capo parlava di cose inutili io con la coda dell'occhio lo vedevo e mi veniva da ridere perché era goffo ma non potevo perché tutta la scena la vedevo solo io.

venerdì 12 giugno 2009

Julian, la campagna e i miei

Due notti fa ricordo un brano di un sogno, a colori, vivido in cui mi trovavo a bordo di un'auto rossa e correvo per una campagna piena di grano e paglia per terra, secca e calpestata senza eccessivo calore: era estate. Avevo al fianco una ragazza che assomigliava alla mia cliente con la quale ero stato a cena in albergo a Palermo. questa cliente è bassina, minuta e abbastanza intelligente ma non eccezionale come bellezza anche se riconosco un suo fascino (il cameriere con fare maleducato a fine cena ha sussurrato "che carini!" ad entrambi) e nel sogno si è trasformata nella mia ex ragazza di un tempo. Con la mia ex ragazza andavamo spesso con la macchina in campagna, sull'Aurelia, attorno Roma o in Campania. Una volta ci ritrovammo a vagare in un orto con la sorella e il fidanzato dell'epoca. Nel sogno ci fu una terza trasformazione: la mia ex ragazza mutò in un'altra ragazza che frequentavo all'università e con la quale una volta ebbi un rapporto sessuale in aperta campagna proprio in auto e, mentre lo facevamo, passò un trattore col contadino a bordo e guardò praticamente tutto. Nel sogno però io mi rifiuto di fare sesso sia perché non era il caso in quanto mi piaceva guardare la campagna sia perché ci fu un'ultima trasformazione nella cliente (di nuovo) e che ovviamente non mi piace né è il caso. Il sogno fatto questa notte invece mi trova assieme a mio padre e mia madre e una sorella (non quella che ho) nella Città Immaginaria davanti ad un portico dove all'interno di questo c'è la Gagosian Gallery che espone quadri di Julian Schnabel. Non mi stupisco più di tanto anzi sono così euforico di andarci con i miei che illustro la mostra prima di entrare. Mio padre è sempre in silenzio e mia madre ride. Salgono le scale e io rimango indietro poi li perdo ed entro anch'io ma mi ritrovo in un corridoio pieno di quadri rossi e film proiettati alle pareti. Mi sveglio alle sei e mezzo stamattina infreddolito. Ho dormito con le finestre chiuse e sento freddo. Mi riaddormento per dieci minuti senza alcun sogno. A Palermo, prima di venir via, sono stato alla Feltrinelli e nel reparto dei dvd sono passato davanti a quello dove la volta precedente avevo visto esposto il film Lo scafandro e la farfalla, proprio di Schnabel ma l'ho ignorato. Mio padre non lo sognavo da circa un paio d'anni. Stava bene e questo mi ha soddisfatto.

sabato 6 giugno 2009

L'aereo nel bosco

Dopo essere andati alla lettura delle poesie al Festival delle Letterature a Massenzio (in cui, devo dire, ho visto come erano fatti la Inzana e Cucchi), io e Ra siamo andati prima a mangiare al cinese dietro via Cavour e poi a casa. La serata era bellissima ma stanotte ha fatto un acquazzone in due fasi con un vento terribile. Mi sono svegliato per forza alle 5 perché un coinquilino di Ra non aveva le chiavi e Federica è andata ad aprire. Convinto che fossero le 10 del mattino mi sono alzato anch'io ma poi, vista la cosa, sono tornato a letto. Ra neppure ha sentito e ha continuato a dormire. Così ho fatto il sogno che ricordo fino a stamattina alle 7 circa: stavo viaggiando su un aereo, di quelli come erano negli anni Quaranta e sorvolavamo un paese che non conosco, le cime delle montagne, il mare; ad un certo punto l'aereo si è abbassato a il pilota mi dice che in quel tratto doveva volare basso: allora l'aereo è a circa cinque metri dal suolo e va in un bosco e, senza problemi, vola fra gli alberi, dove sempre ci sia una pista apposta per volare. Poi vira e si dirige verso una cascata e si getta nel vuoto, poi va verso una città e sorola le strade come fosse un'automobile ma sempre volando. Io sono stupito per il modo di volare ma poi dico a me stesso che così si usa in quel posto. L'aereo arriva e scendo a far spese nei negozi. Il sogno è stato tutto a colori: ricordo le sfumature delle cime degli albberi, del mare, la città, l'asfalto, insomma tutto. Il colore dell'aereo era bianco panna. La sera prima, alla lettura delle poesie, c'era un grande schermo e uno dei tanti video messi su mentre i poeti recitavano faceva vedere in volo la telecamera che riprendeva le cime di montagne innevate e alture dell'Arizona. Ancora adesso ammiro la bravura del pilota fra la pista del bosco e l'unica cosa che mi sono chiesto, nel sogno, era: "Ma se in questo istante passa uno in bicicletta?".

venerdì 5 giugno 2009

L'ultimo libro della serie

Stanotte ho fatto due lunghi sogni molto belli ma purtroppo non ricordo assolutamente null'altro che questa sensazione. Un solo risveglio alle 5 meno venti e tanto freddo perché la temperatura si è abbassata (ho dormito con le finestre chiuse). Dopo essere stato ieri sera a portare il mio regalo per la Cresima a mio nipote sono tornato a casa un po' imbronciato perché ho dovuto montare il Mac in tutta fretta e mamma doveva tornare a casa. Lui è stato contentissimo e mi ha spedito un sms molto bello. In realtà sono stato felice davvero. Anche mia nipote è stata così carina che mi sono sentito come avere due figli veri. Purtroppo non ricordo i due sogni di stanotte ma credo che ci sia stata qualche derivazione dagli eventi della giornata. Ricordo un solo brano del sogno di ieri notte: ho preso dal giornalaio l'ultimo volume della serie di filosofia dei Meridiani Mondadori; in queste settimane stanno pubblicando Il Capitale di Marx in più volumi. Mi sono proiettato nel futuro e l'ultimo volume della serie l'avevano stampato prendendo dei volumi già stampati, vecchi e consunti e riparati alla bell'e meglio con lo scotch sul dorso. Il colore del volumetto, diviso in due parti in cui una conteneva un excursus della serie e la seconda parte il termine dell'opera di Marx, aveva però il colore blu e non verde. Il colore blu era il colore della serie dei classici della letteratura mentre il verde dello dei classici della filosofia. In realtà mi sono chiesto l'altroieri quando terminerà questa serie arrivata ora al numero 63 perché non ho più posto nelle mie libreria dedicate a questi volumetti tanto preziosi.

mercoledì 3 giugno 2009

Cane, nonno e bottega ebraica

Stanotte ho dormito con Ra nel mio letto dopo tanto tempo. Mi sono addormentato bene perché comunque mi sento molto rilassato. Mi sono svegliato alle 4 per andare in bagno. Avevo appena avuto un sogno in cui un cane mi azzannava ma non avevo paura. In realtà il cane mi aveva azzannato il braccio sinistro e pian piano si era fuso con esso fino a far diventare il braccio come avvolto da una sostanza gelatinosa (tipo il film Blob, fluido mortale). Mi sono svegliato proprio mentre ammiravo il mio braccio trasformato ma non avevo paura anzi mi sembravo molto fiero. Ho fatto pipì e bevuto un goccio d'acqua poi sono tornato a letto: Ra dormiva beatamente. Mi sono riaddormentato dopo più di mezz'ora e ho sognato di dover andare in bagno ma di corpo e incontravo un signore che sembrava essere mio nonno materno il quale mi diresse in toilette la quale, ovviamente, non solo non aveva pareti ma aveva gente tutta intorno. Mi sono svegliato di nuovo verso le sei. Mi sono riaddormentato subito e stavolta ho sognato di essere di nuovo nella Citta Immaginaria con una persona accanto (forse Ra ma non ne sono sicuro) e stavamo costeggiando una serie di negozietti in un bazar. Questa volta mi sono fermato ad osservare degli oggetti che ritraevano ancora la Sicilia ma anche alcune cose ricamate e il commeciante era ebreo perché aveva i capelli con i ricciolini tipici dei rabbini. Mi accorgo di stare a guardare oggetti di culto ebraico; poi vediamo l'ora - le sette e quaranta - e mi accorgo che ci siamo alzati tardi anziché le sette, ora in cui avevo impostato la sveglia. Stavo per dire che non l'avevamo sentita quando invece mi sono svegliato con il suono reale della stessa. Ieri sera verso le sette e quaranta siamo andati, io e Ra, al mercatino sotto il suo palazzo, dove sono stato attratto da un salvadanaio di Paperino, una papera di ottone e peltro pesantissima e ho comprato sette volumi di libri del Club delle Giovanni Marmotte. Poi abbiamo visto a casa mia il film Mamma Roma di Pasolini.

martedì 2 giugno 2009

Sicilia esoterica.

Stanotte sveglia alle 3 per telefonare a mia sorella nel caso non si svegliasse a sua volta per andare a partecipare alla sfilata del 2 giugno. Non ha risposto, poi ha chiamato alle tre e mezzo mentre mi stavo riaddormentando e infine, una volta assopito, un messaggio sul telefonino alle 5 e mezzo per dirmi dove si trovasse e di comunicare questo a mia madre, cosa che ho fatto alle 8 e mezzo. Insomma, non ho dormito affatto, ho mal di schiena e mal di pancia (quest'ultimo dovuto ad un piccolo stato d'ansia oppure perché sto prendendo delle vitamine troppo forti). L'unico sogno che ho fatto eseguito verso le 8 stamane mi trova in un bazar, lungo una via nella mia Città Immaginaria. Mi trovo accanto ad un signore attempato che so essere un intenditore di stampe antiche. Egli guarda in un raccoglitore e nota delle stmpe a colori che evidenziano al Sicilia. Parla fra sé o con una terza persona dicendo dei numeri. Dice la parola "tre" ed estrae la cartina della Sicilia con evideniati tre capoluoghi: Palermo, Catania e uno al centro, forse Enna. Poi dice la parola "centro" ed estrae la cartina della Sicilia con evidenziata la parte centrale dell'isola. Su queste cartine non c'è scritto null'altro, neppure i nomi delle città, niente. Poi le compra ma le lascia nel raccoglitore; io ci guardo dentro e ne vedo altre, le osservo bene: hanno tutti ricami e piccoli disegni attorno alla cornice, sono verdi e blu e la stampa mi sembra antica. Si avvicina quello che le vende e gli chiedo quanto costino e risponde "dieci". Poi si avvicina troppo e mi tocca il didietro, mettendo un dito tra le natiche. Io lo allontano e mi arrabbio molto dicendo che se continua gli strappo le cartine così rare. Lui dice che non lo farei mai ma smette, così io continuo a vedere all'interno del raccoglitore e trovo delle piccole stanzette eseguite a mano ma fatte di metallo, di ottone, con i mbiletti e altri accessori alcune piene di acqua. Le lascio stare e me ne vado. Non sono però inquieto con il gestore che mi ha toccato il culo. Ieri sera prima di dormire, andando in bagno, mi sono chiesto - guardando la cartina in 3D della Sicilia - come mai il Monte Etna fosse più alto del Gran Sasso.