lunedì 31 agosto 2009

Il tronco nell'acqua

venerdì 28 agosto 2009

La statua accanto

lunedì 24 agosto 2009

In viaggio

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sabato 22 agosto 2009

La Dea nella vasca da bagno

Stanotte un sogno chiarissimo, anzi la fine di un sogno ma che ricordo benissimo. Mi sono svegliato verso le sette e trenta, con ancora molto sonno. Stavo sognando di essere nello stesso posto dove mi trovavo in un sogno fatto qualche tempo fa e cioè al cospetto di un re e stavolta c'era la regina. Ella, una donna in carne ma bellissima, assomigliava ad una mia amica. Si mette nuda nella vasca da bagno nella stanza dove mi trovavo. Ne ricordo tutti i tratti e la sua pella, bianchissima. Un suo cortigiano entra ma ella non vuole che egli la lavi e indica me. Io intuisco che è una divinità per quanto è bella e mi appresto ad aprire l'acqua ma lo fa il cortigiano. L'acqua, come avevo intuito, esce bollente ed io sposto una gamba della dea per non farla scottare. ella non pronuncia verso ma pazientemente si lascia spostare da me finché l'acqua non è tiepida. Dalla finestra intanto si odono schiamazzi e urla. Io dico alla dea di non badarvi e inizio a passare sulla sua pelle una spugna profumata. Intanto il suo corpo si rimpicciolisce e diventa quello di una nana ma sempre proporzionata e bianca. Mi sono svegliato con la sensazione del profumo addosso. Il mio letto profuma a dire la verità perché avevo cambiato le lenzuola e le federe; inoltre mia madre mi ha raccontato la scorsa sera un aneddoto della sua visita a casa di alcuni zii e che aveva a che fare con un rubinetto dove l'acqua usciva solo calda e non c'era la fredda. Inoltre mia mandre l'ho sempre raffigurata con la pelle chiarissima. Infine, proprio ieri, raccontavao ad Almar della mia passata ragazza di tanto tempo fa, piccola e minuta.

giovedì 20 agosto 2009

Bianca schiuma da barba

In questi giorni sogno molto ma ricordo ben poco. Anche quando mi sveglio dimentico quasi tutto. Sono riuscito a ricordare di stanotte due brani di sogno: il primo è che visualizzavo vicino a me un iPod bianco, simile al mio iPhone ma più piccolo, come quello che ha mia sorella, che è però nero. Trasmetteva un canale televisivo anziché canzoni. Dell'altro sogno invece ero con mio fratello e mio nipote: mio fratello mi dice di guardare come è cresciuto mio nipote, che ha la barbetta da adolescente. Io gli consiglio che, come feci io, deve farsi la prima rasatura dal barbiere: in questo modo conserverà la pelle come la mia, liscia e pulita doppo tanti anni quando si fa la barba col rasoio a mano. Mio nipote prende l'aspetto di Almar e mi sveglio. In questi giorni d'estate fa molto caldo e il mio sonno si interrompe spesso per il fatto che sono abbronzato e accaldato dal sole del mare. Inoltre dormo sempre su lenzuola bianche e penso spesso a questo colore.

sabato 15 agosto 2009

Al mare dietro le dune

Stanotte due sogni, uno l'ho dimenticato, latro, avvenuto stamattina verso le nove, mi vede dirigermi verso il mare con una 126 FIAT (che avevo una volta) e, mentre sto guidando, ho un'enorme tastiera di computer sul volante e sto scrivendo un messaggio. Il computer si trova nel bagagliaio. Mentre sto dirigendomi verso la strada che porta al mare, mi fermo per fare attraversare una serie di pedoni che però sono molto lenti. Avviene una specie di diverbio con una macchina dietro di me e quei pedoni ed approfitto di una loro esitazione per tagliare la fila ed immettermi nella stradina. Intanto penso che porterò con me il computer nello zaino lasciando la tastiera in macchina che sarebbe inutilizzabile per eventuali ladri. Mentre sto dirigendomi verso la stradina leggermente in salita, l'auto che mi segue tenta di sorpassarmi: a bordo c'è un signore con i baffi grigi ed io accelero ma la mia macchina si trasforma in una bicicletta che avevo quand'ero piccolo e devo accompagnarla a piedi perché intanto la salita è diventata ripida. Vedo bene le ruote e la terra e so che ditro la duna che osservo alla mia sinistra c'è una spiaggia di un sogno che feci tantissimi anni fa e in cui mi ero fatto pure il bagno con l'acqua meravigliosamente limpida. Penso dentro di me che è bello vivere nei miei sogni perché c'è sempre qualcosa da fare e si vive bene. Sento le onde del mare ma poi mi sveglio. Ieri, tornando con la mia macchina ho fatto passare alcuni pedoni molto lenti e avevo un camioncino che mi incosciava la strada. Inoltre per scrivere i messaggi con l'iPhone lo metto in orizzontale, come una tastiera ma, ovviamente, più piccola.

mercoledì 12 agosto 2009

Elena, le protezioni e il prosciutto

Stamattina al mare con Ste* a Maccarese: bianchi entrambi, due panini, due peschenoci, due lettini. Bel tempo, venticello ma tornati presto perché lui è bianchssimo molto di più. Stanotte, visto che non avevo nulla in frigo, ho sognato di andare a comprare il prosciutto crudo (stamane invece ho scelto il cotto) e il droghiere, un vecchetto con la barba bianca grassottello mai visto prima ma che è ricorso una volta nei miei sogni, mi ha portato fuori del negozio su una bancarella esterna per scegliere il migliore. Ho scelto il tipo di montagna perché bello salato ma, mentre tornavamo nel negozio e dovevamo fare un piccolo pezzetto di strada in salita, mi sono ricordato di alcuni passanti morti e gli ho domandato se aveva avuto paura ad aver soccorso l'assassino. Lui ha risposto che ne aveva avuta un poco ma poi quello lo ha risparmiato perché era ferito. Fine di questo sogno mattutino. Ad esso mi sono riallacciato perché dei tre sogni che ho fatto, uno parlava appunto di una strage compiuta da un assassino con il volto nascosto che uccideva a caso i passanti: mi sono ricordato in un sogno di un altro sogno effettuato qualche ora prima. Elementi razionali che ricodo: ieri sera ho visto uno sceneggiato degli anni Settanta Il giudice e il suo boia in cui compariva un bel ragazzo biondo ucciso con un colpo di pistola alla tempia, una scena anche questa del sogno e poi, al computer, mentre scaricavo programmi per l'iPhone ho visto che era disponibile il prequel di Assassin Creed, che non ho preso. L'ultimo sogno dei tre, quello iniziale, verteva sull'incontro che ho avuto con Elena, la mia amica morta lo scorso febbraio, che mi diceva di usare le protezioni durante i miei incontri ed io le rispondevo che adesso avevo una nuova persona accanto ma ella me lo ripeteva, poi compariva Francesco, un mio amico, in cui capivo che lui era il figlio (Elena in realtà ha una figlia). Dopo di ciò l'ho salutata e sono uscito da casa ed ho preso la metropolitana. Sceso ad una fermata con alcune vecchiette, una di queste riconosco come mia zia Marisa e abbiamo corso per andare a prendere la coincidenza con un'altro treno che ci avrebbe portati a casa. Saliamo una scalinata a piedi e mi accorgo che di non farcela. Sorpasso due signori vecchi, forse i miei nonni materni e aiuto mia zia, trasformata in un'altra: zia Rosa, e finalmente arrancando e muovendoci pian piano arriviamo mentre il treno entra in stazione. Saliamo sul teno e mi sveglio un istante: ho dolore al polpacci dove ho preso un crampo due giorni fa.

martedì 11 agosto 2009

Vive la France!

Ho fatto un sogno lucido molto bello l'altra notte. Ero in compagnia di Almar e non riuscivo a dormire bene per via del caldo. Invece all'improvviso, in un orario indefinito, ho sognato di trovarmi fuori al balcone, in un remoto futuro in cui la Francia prendeva posesso di queta parte di europa. Mi sembrava di stare nel futuro, infatti, e, per festeggiare l'eventi, nel cielo omparivano delle scritte inneggianti alla nazione d'oltralpe tipo Vive la France!, Allons enfants, Nous et vous. La particolarità del sogno è che le scritte erano come dipinte nel cielo di un azzurro turchino, con molteplici sfumature dall'azzurro al verdino e le scritte stesse sembravano essere eseguite come la china che si nagna nell'acqua, di colore nero. Mentre mi meravigliavo della cosa ed ero d'accordo che una nazione così grande e potente ci avesse annessi perché era evidente la sua superiortà tecnologica, una troupe televisiva mi si avvicina e vuole intervistarmi ed io dico in francese Bonjour! al che l'intervistatrice mi fa delle domande in francese ed io dico che non lo conosco bene e parlo italiano. ella sospende così l'intervista e mi porta nelle cucine di quell'enorme casa in cui ero. L'intervista parte da lì con una interprete che assomiglia ad una mia compagna di liceo, piccola e minuta. L'intervistatrice fa delle domande tradotte in italiano dalla compagna del liceo ma io non rispondo e, infastidito, me ne vado, con mille odori di cucina. Mi sveglio ed è l'alba, fa fresco, c'è luce. Almar dorme ancora. Qualche giorno prima ho chiesto se conoscesse il francese e ha risposto di sì.

venerdì 7 agosto 2009

La maglietta

Stanotte sono andato a letto abbastanza tranquillo ed ho dormito fino a stamattina alle otto e mezzo disturbato da automobili che parcheggiavano sotto casa. Un solo brano di sogno: ero con una persona (forse un amico) che prendeva da un cassetto del suo armadio una maglietta, una polo, per indossarla poiché stavamo per uscire. La polo era bianca ma alla fine dice "No, questa no, perché ha le righine al collo..." e la ripone. Ieri mattina sono stato in un negozio che vendeva magliette e camicie e una signora ha detto al commesso "No, vorrei una polo senza righe, grazie".

giovedì 6 agosto 2009

Clockwork orange con la mia cadillac bianca

Svegliato alle 5 di mattina dopo un sogno in molte persone devono ricevere un avviso di garanzia per aver partecipato ad un party. Mi trovo a lavorare nella centrale di polizia e ho con me tutti i fascicoli di ogni persona che deve essere prelevata e portata al commissariato. Appeno leggo, su uno di questi, il nome di mia sorella, mi dirigo da un poliziotto di grado superiore (con la divisa color ocra) e gli dico che si tratta di mia sorella, impietosendolo. Lui prende il fascicolo e sorridendo lo straccia. Io esco e vado verso casa di mia madre ma è un palazzo della Città Immaginaria, tutto di vetro e con una grande scalinata centrale. Mentre entro dal portone vedo mia sorella che sta uscendo e ha in mano un beauty-case rosso. Le chiedo se sta partendo per le vacane ed ella annuisce, così la porto all'interno per spiegarle cosa stava succedendo e che si dovrbebe sbrigare ad andarsene perché c'è il rischio che la festa alla quale ha partecipato potrebbe essere stato un icnontro di mafiosi. Ci fermiamo all'interno del palazzo dove di trova un piano con una grande cucina fruibile da tutti gli abitanti. Inizio a spiegarle la cosa ma arrivano alcune donne che abitano i piani e servo loro dei drink improbabili: mia sorella è scomparsa e ogni donna mi sorride e vuole essere servita da me. Mi sveglio e riprendo sonno. Il secondo sogno lo faccio poco prima di svegliarmi alle otto e mezzo: ho una cadillac bianca parcheggiata fuori del palazzo precedente, sono sempre parte della polizia e devo accompagnare alcuni colleghi ad una sfilata. Passa una vespa bianca con uno dei personaggi del film Arancia Meccanica e un altro è a piedi. Quello sulla vespa cerca di entrare nell'auto ma io, con il telecomando, la chiudo. Così se ne va (io leggo la targa della vespa ma non la ricordo) e l'altro, che ha in mano un secchio con vernice verde, tenta di pitturarla. Io cerco di fermarlo ma sono titubante perché potrebbe versare tutta la vernice sull'auto, bagnata dalla pioggia. Mi sono svegliato. Tutta la notte ho pensato ad un iPhone bianco nei momenti in cui mi svegliavo.

domenica 2 agosto 2009

La locanda

Unico sogno alle 8 circa del mattino. Mi ero svegliato verso le 7.15 ma riaddormentato qusi subito. Un grande crampo al polpaccio. Nel sogno eravamo io, Iv* e Ste* in mezzo alla campagna che camminavamo lungo una stradina, contornati di erba. La strada dava in salita e attraversava alcuni quartieri della Città Immaginaria. Entriamo in una locanda, una specie di bar con le finestre sporche. Io ordino qualcosa, gli altri due miei amici non ordinano nulla. Mi rendo conto che da lì possiamo vedere un bell'orizzonte ma non arrivo a farlo perché mi sveglio. Niente ansia. Stamattina a Porta Portese a comprare i lacci per le scarpe. Ieri sera a casa a vdere Bunuel.