giovedì 8 ottobre 2009

Il cane bassotto

sogno della notte scorsa: mi trovavo in un garage con molte signore eleganti e impellicciate che guardavano verso un'autombile arancione, una Renault 4. Io arrivo e apro il portellone di dietro: c'era una cesta in metallo con un cuscino e due cani, il primo un bassotto e l'altro non ricordo. Cerco di preentare ad una signora il bassotto come per venderlo. Faccio questa cosa di continuo con tutte loro ma nessuna poi alla fine lo compra. Mi sveglio. Il sogno di stanotte lo ricordo per un frammento: arriva una telefonata e mi dice che il cugino di mio nipote, Lorenzo, è stato promosso in serie A nella Roma ma deve stare in panchina. Riguardo il primo sogno la sera stessa ho passato in rassegna le foto del compleanno di Almar a casa delle sue amiche e avevo fatto uno scatto con l'iPhone ad una statuina di un cane bassotto. Delle signore posso riferirmi ad uno sceneggiato deglia nni Settanta che stavo guardando proprio la sera stessa, la Promessa in cui una signora con la pelliccia e sulla sedia a rotelle va a trovare un'altra signora ricca in una clinica per ricchi in Svizzera. Sull'automobile non segnalo nulla, così come per il cugino di mio nipote ma forse devo riferirlo al fatto che, scorrendo gli amici su Facebook, non mi era parso di trovare il suo nome, che invece c'è.

martedì 6 ottobre 2009

L'aereo

Forse sarà che ieri ho rimandato il mio viaggio a Palermo il motivo per cui stanotte ho sognato prevalentemente un aereo. Mi trovavo a bordo con molta altra gente, abbiamo fatto il check-in e siamo saliti. Sapevo di trovarmi nella mia Città Immaginaria e quindi sapevo anche che dovevamo volare oltre di essa, fuori, come non faccio mai (non so cosa ci sia oltre di essa). Ho conosciuto io comandante e mi trovavo con un compagno di viaggio a me sconosciuto. L'aereo parte e il comandante comincia a correre con esso, come se fosse un'automobile. Ad ogni curva immagino che l'aeromobile si capovolgesse e sentivo ogni imperfezione della strada. Abbiamo corso molte centinaia di metri con curve e rettilinei e, appunto durante la corsa, vedo dal finestrino che acceleriamo anche se l'omino in tuta arancione addetto alla precedenza ci dice di rallentare. Egli ci corre appresso e si rivela in realtà un investigatore privato che ci fa dei segni dall'esterno chiedendoci dove si trovasse la signora grassa che si era seduta dietro di noi. Io mi giro ma non la vedo, rispondo di no,. lui ripete dall'esterno "Il donnone! Il donnone, dov'è? Dove si trova?" ma io non capisco e l'aereo continua a correre ma non prende il volo. Mi sveglio e copro Almar che ne frattempo è senza coperta accanto a me. Sento un po' di freddo e mi copro anch'io, mi addormento quasi subito. Non vedo l'ora sull'orologio. Il secondo sogno che ricordo mi vede invece, sempre nella Città Immaginaria, insieme ad altra gente in una specie di palestra. Gli spogliatoi sono un tutt'uno col bagno ma sono sporchi e vecchi, il colore prevalente è il giallo assieme al bianco e l'acciaio dei sanitari. Devo fare pipì e mi avvicino ad una specie di orinatoio per maschi a forma di vaschetta per bere, tipo quelle che si trovano nelle scuole americane o negli uffici ma accanto a me c'è una signora che si sta lavando i capelli la quale, per nulla imbarazzata continua il suo da fare. Io cerco di fare pipì ma non mi riesce, cerco di nascondermi alla vista ma noto che il mio sesso è piccolissimo. Mi sveglio ed è mattina.

lunedì 5 ottobre 2009

Frammenti

E' un periodo questo, che va avanti da circa due settimane, in cui faccio dei sogni grandissimi e lunghi, colorati, vividi ma non ne ricordo che alcuni stralci. forse sarà perché spesso dormo con Almar e non ho il tempo al mattino di pensarci su perché poi dobbiamo scappare a lavoro. Ne ricordo alcuni:
1) io sono in una stanza con un tavolo, attorno ad esso varie persone tra cui mia zia L*** di Tagliacozzo la quale ha la faccia tutta di pietra grigia . Mi parla e mi sembra cattiva, addirittura vedo le orbite degli occhi e distinguo le scanalature del naso e della bocca. Mi metto paura e mi sveglio;
2) sono nel mare con altri bagnanti su alcune barche giganti fatte come delle grandi casse a forma di cubo di legno: viene una grande onda che spazza via tutto e la mia barca si inclina a tal punto che mi ritrovo sotto con l'acqua alta e nera;
3) a casa di mia madre con mio padre: mi lamento con lei per via del pranzo di un sabato in cui io ero in ritardo e ancora non mangiavamo.

mercoledì 16 settembre 2009

I due cani

Ieri sera sono andato a letto con il fragore dei tuoni ma ogni volta che fa brutto tempo non riesco, dalla mia camera da letto, a sentire il rumore e i boati lontani, né alle volte la pioggia. Mi sono coperto ma non ho sentito freddo. Ho sognato che stavo in una strada di campagna, contornata da siepi ed era la strada di un sogno fatto almeno venti anni fa che simulava la via di Torrevecchia, vicino casa dei miei. Ero lì con un camion e qualcuno faceva lo spavaldo impedendomi di andare avanti. Allora io ho visualizzato nell'aria due enormi cani con le fauci aperte che si sono fermati a mezz'aria sul malcapitato, il quale fuggì via. Io allora sono sceso dal camion (non ero solo ma una ragazza mi accompagnava: ella non disse una parola per tutto il sogno) e mi sono allontanato. Poi mi sono svegliato: avevo molto sonno, mi sono coperto ed ho ricominciato a dormire. Ho continuato il sogno di prima perché mi sono trovato presso dei viottoli di campagna con una macchia di alberi vicino. Ero sempre con la stessa ragazza che continuava a non parlare: magra, bianca di carnagione, quasi orientaleggiante. Mi indica una montagnola, era sera: vedo da lontano la stessa persona che aveva bloccato il mio camion e riconosco mio fratello. Era inseguito dai cani enormi che dovevano essersi risvegliati dal mio blocco e lo inseguivano. Mancavano pochi metri e l'avrebbero sbranato. Mentre essi si lanciavando su di lui io da lontano faccio un gesto e questi scompaiono letteralmente. Lui mi guarda e nel frattempo non è più mio fratello ma uno sconosciuto. Io penso che ricorderà questa lezione e non farà più lo spavaldo. Ce ne andiamo per la via della campagna io e la misteriosa ragazza. Sento il suono della sveglia. Secondo me sono penetrato per un breve istalnte nel Mondo alternativo, la campagna, il quale mi dà poteri onirici. Con mio fratello sto effettuando un lavoro su una foto per regalo a mia cognata ma recentemente mi ha fatto pensare un po' circa la risoluzione di alcuni suoi problemi personali. La ragazza sembra invece quella di un cartone animato della serie Capitan Harlock. Per un attimo la campagna del secondo sogno era la stessa di quella di un sogno vecchissimo che ricordo ancora: una distesa di grano e sole; l'avrò fatto anche questo una ventina di anni fa.

lunedì 14 settembre 2009

Il coccodrillo verde e l'antro magico

Racconto due sogni che ho fatto la scorsa settimana ma che non sono risucito a scrivere. Nel primo mi trovo a parlare su un'isola minuscola con la mia amica Elena, morta a marzo, la quale mi dà consigli con steli di achillea riguardo alcune poesie. Purtroppo non riesco a ricordare altro. Ella si trasforma in mia zia Nanda, cognata di mio padre con la quale ci spostiamo dall'isola e finiamo presso una marrana, un fiumiciattolo di campagna che però sfocia nel mare. La marrana è pulitissima e scorre placida. Tutto a colori vivi. Mia zia si siede sull'altra sponda ed io vado nell'acqua che mi arriva al collo. Nuoto contento e sento il fresco dell'acqua ma ad un certo punto (l'acqua viene dal mare) vedo una specie di tronco galleggiante verde. Siccome ci sono foglie e altro materiale vegetale galleggiante dico a mia zia che cosa sia quel tronco. Mi risponde che è un coccodrillo e mi metto paura. Prendo un ramo e cerco di allontanarlo ma nel farlo mi accorgo che va verso di lei, così cerco di deviare la sua nuotata e lo metto alla mia sinistra. Quello non mi guarda neppure ma è infastidito dal bastone. io penso che si ptrebbe rivoltare contro di me e attendo che vada oltre, entrando nella campagna. L'entrata della campagna è contornata da due colonne e il fiume va verso l'interno di essa. Mentre il coccodrillo sta entrando si rivolta verso di me un attimo e poi mette le zampe come per dire "Ma va a quel paese!" e scompare nuotando. Mi sveglio. Il secondo sogno, sempre vivo e a colori, con suoni ed odori addirittura mi vede andare all'interno di quella che è casa mia. Entro però nella vecchia cantina di mio nonno di cui sento l'odore di umido: la differenza con questa è che la cantina è a piano terra e nel sogno invece si trasforma in una grotta sottoterra, anche se finita e delimitata da pareti. Io dico a voce alta "Si chiudano le porte!" e dietro di me le porte si chiudono, poi aggiungo: "Si faccia una luce tenebrosa!" ed effettivamente dal buio si crea un aluce giallo-verdastra. Poi ancora: "Sia io il padrone degli inferi!" e faccio con il braccio destro una specie di simbolo Theta ma con la linea verticale anziché orizzontale. Poi dentro di me penso che forse non dovrei esagerare con le arti magiche perché altrimenti potrebbe essere pericoloso, così annullo tutto, la luce scompare e le porte si aprono. In quel mentre sento arrivare un mostro e cerco di chiudere con lo stesso sistema le porte ma non ci riesco. Mi sveglio. I due sogni non hanno molto in comune perché fatti a distanza di tre giorni l'uno dall'altro. Nel frattempo ce ne sono stati altri minori ma senza ricordi. Il coccodrillo verde ce l'ho da sempre accanto al letto e mi protegge dagli eventi nefasti della notte. Forse non l'avevo riconosciuto. Di mia zia Nanda avevo parlato recentemente con mia madre; la marrana la ricordo perché avevo pensato a mio nonno in campagna e avevo sentito l'odore della terra. Della caverna invece avevo letto un articolo su una rivista di storia circa l'antro della Sibilla e il segno Theta rovesciato è dovuto al fatto che ho pensato al simbolo greco letto in un libro.

venerdì 4 settembre 2009

Il libro aperto e l'iPhone

La scorsa notte ho fatto tre sogni ma ne ricordo due, di cui il primo solo qualcosa: ero in una stanza, di pomeriggio, attorno ad un tavolo con parecchia gente. Mia madre era alla mia sinistra e discutevamo di cose banali. Ad un certo punto mia madre si trasforma in un'altra donna e dice che vorrebbe fare come mia cugina quando si sventolava con la gonna per il caldo. Io le ho detto di non farlo perché altrimenti potrebbe essere volgare davanti a tutti e lei allora si è chiusa la gonna e ha messo le gambe sul tavolo, come fanno di solito nei film le persone che si riposano. Ricordo la gonna a colori rossa e blu; mia madre era magra, forse qualcuno che ho visto da piccolo. Mi sono svegliato alle 4 e trenta ed ho faticato a riprendere sonno. Faceva caldo ed ero pensieroso per via di un fatto che avevo saputo di mattina sul mio passato. Razionalmente mi riferisco ad un episodio capitato quest'estate quando mia amdre era a casa di mia cugina e la stessa cugina si sventolava con la gonna per il caldo: sua nonna le disse: "Chiudi quel libro!" intendendo di chiudere le gambe che erano come un libro aperto. La mia vita è un libro aperto, mi disse una volta un amico. Saran passati quindici anni o più. Il secondo sogno mi vede in un ambiente interno ad un palazzo della mia Città Immaginaria, lo stessa di un sogno di poco tempo fa, con tanta gente specialmente giapponesi. Io ho l'iPhone e scatto foto. ricordo anche le icone dello schermo: poche ma identiche alla realtà. Vedo alcuni bambini orientali e cerco di dire loro se si mettono in posa. I genitori sembrano conoscermi e li fanno mettere in fila; il padre dice qualcosa alla madre e se ne va e, andando via, mi fa: "Tanto ci vediamo in quel locale frocio!" ed io mi imbarazzo non tanto perché ha detto quella cosa ad alta voce ma perché non volevo che i bambini sentissero. Poi continuo a scattare foto in giro e a vederle sullo schermo. La gente sembra non essersi accorta di nulla. Razionalmente leggo con apprensione le notizie contro i gay in Italia.