Ieri sera sono andato a letto con il fragore dei tuoni ma ogni volta che fa brutto tempo non riesco, dalla mia camera da letto, a sentire il rumore e i boati lontani, né alle volte la pioggia. Mi sono coperto ma non ho sentito freddo. Ho sognato che stavo in una strada di campagna, contornata da siepi ed era la strada di un sogno fatto almeno venti anni fa che simulava la via di Torrevecchia, vicino casa dei miei. Ero lì con un camion e qualcuno faceva lo spavaldo impedendomi di andare avanti. Allora io ho visualizzato nell'aria due enormi cani con le fauci aperte che si sono fermati a mezz'aria sul malcapitato, il quale fuggì via. Io allora sono sceso dal camion (non ero solo ma una ragazza mi accompagnava: ella non disse una parola per tutto il sogno) e mi sono allontanato. Poi mi sono svegliato: avevo molto sonno, mi sono coperto ed ho ricominciato a dormire. Ho continuato il sogno di prima perché mi sono trovato presso dei viottoli di campagna con una macchia di alberi vicino. Ero sempre con la stessa ragazza che continuava a non parlare: magra, bianca di carnagione, quasi orientaleggiante. Mi indica una montagnola, era sera: vedo da lontano la stessa persona che aveva bloccato il mio camion e riconosco mio fratello. Era inseguito dai cani enormi che dovevano essersi risvegliati dal mio blocco e lo inseguivano. Mancavano pochi metri e l'avrebbero sbranato. Mentre essi si lanciavando su di lui io da lontano faccio un gesto e questi scompaiono letteralmente. Lui mi guarda e nel frattempo non è più mio fratello ma uno sconosciuto. Io penso che ricorderà questa lezione e non farà più lo spavaldo. Ce ne andiamo per la via della campagna io e la misteriosa ragazza. Sento il suono della sveglia. Secondo me sono penetrato per un breve istalnte nel Mondo alternativo, la campagna, il quale mi dà poteri onirici. Con mio fratello sto effettuando un lavoro su una foto per regalo a mia cognata ma recentemente mi ha fatto pensare un po' circa la risoluzione di alcuni suoi problemi personali. La ragazza sembra invece quella di un cartone animato della serie Capitan Harlock. Per un attimo la campagna del secondo sogno era la stessa di quella di un sogno vecchissimo che ricordo ancora: una distesa di grano e sole; l'avrò fatto anche questo una ventina di anni fa.
mercoledì 16 settembre 2009
martedì 15 settembre 2009
On the bed
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lunedì 14 settembre 2009
Il coccodrillo verde e l'antro magico
Racconto due sogni che ho fatto la scorsa settimana ma che non sono risucito a scrivere. Nel primo mi trovo a parlare su un'isola minuscola con la mia amica Elena, morta a marzo, la quale mi dà consigli con steli di achillea riguardo alcune poesie. Purtroppo non riesco a ricordare altro. Ella si trasforma in mia zia Nanda, cognata di mio padre con la quale ci spostiamo dall'isola e finiamo presso una marrana, un fiumiciattolo di campagna che però sfocia nel mare. La marrana è pulitissima e scorre placida. Tutto a colori vivi. Mia zia si siede sull'altra sponda ed io vado nell'acqua che mi arriva al collo. Nuoto contento e sento il fresco dell'acqua ma ad un certo punto (l'acqua viene dal mare) vedo una specie di tronco galleggiante verde. Siccome ci sono foglie e altro materiale vegetale galleggiante dico a mia zia che cosa sia quel tronco. Mi risponde che è un coccodrillo e mi metto paura. Prendo un ramo e cerco di allontanarlo ma nel farlo mi accorgo che va verso di lei, così cerco di deviare la sua nuotata e lo metto alla mia sinistra. Quello non mi guarda neppure ma è infastidito dal bastone. io penso che si ptrebbe rivoltare contro di me e attendo che vada oltre, entrando nella campagna. L'entrata della campagna è contornata da due colonne e il fiume va verso l'interno di essa. Mentre il coccodrillo sta entrando si rivolta verso di me un attimo e poi mette le zampe come per dire "Ma va a quel paese!" e scompare nuotando. Mi sveglio. Il secondo sogno, sempre vivo e a colori, con suoni ed odori addirittura mi vede andare all'interno di quella che è casa mia. Entro però nella vecchia cantina di mio nonno di cui sento l'odore di umido: la differenza con questa è che la cantina è a piano terra e nel sogno invece si trasforma in una grotta sottoterra, anche se finita e delimitata da pareti. Io dico a voce alta "Si chiudano le porte!" e dietro di me le porte si chiudono, poi aggiungo: "Si faccia una luce tenebrosa!" ed effettivamente dal buio si crea un aluce giallo-verdastra. Poi ancora: "Sia io il padrone degli inferi!" e faccio con il braccio destro una specie di simbolo Theta ma con la linea verticale anziché orizzontale. Poi dentro di me penso che forse non dovrei esagerare con le arti magiche perché altrimenti potrebbe essere pericoloso, così annullo tutto, la luce scompare e le porte si aprono. In quel mentre sento arrivare un mostro e cerco di chiudere con lo stesso sistema le porte ma non ci riesco. Mi sveglio. I due sogni non hanno molto in comune perché fatti a distanza di tre giorni l'uno dall'altro. Nel frattempo ce ne sono stati altri minori ma senza ricordi. Il coccodrillo verde ce l'ho da sempre accanto al letto e mi protegge dagli eventi nefasti della notte. Forse non l'avevo riconosciuto. Di mia zia Nanda avevo parlato recentemente con mia madre; la marrana la ricordo perché avevo pensato a mio nonno in campagna e avevo sentito l'odore della terra. Della caverna invece avevo letto un articolo su una rivista di storia circa l'antro della Sibilla e il segno Theta rovesciato è dovuto al fatto che ho pensato al simbolo greco letto in un libro.
venerdì 4 settembre 2009
Il libro aperto e l'iPhone
La scorsa notte ho fatto tre sogni ma ne ricordo due, di cui il primo solo qualcosa: ero in una stanza, di pomeriggio, attorno ad un tavolo con parecchia gente. Mia madre era alla mia sinistra e discutevamo di cose banali. Ad un certo punto mia madre si trasforma in un'altra donna e dice che vorrebbe fare come mia cugina quando si sventolava con la gonna per il caldo. Io le ho detto di non farlo perché altrimenti potrebbe essere volgare davanti a tutti e lei allora si è chiusa la gonna e ha messo le gambe sul tavolo, come fanno di solito nei film le persone che si riposano. Ricordo la gonna a colori rossa e blu; mia madre era magra, forse qualcuno che ho visto da piccolo. Mi sono svegliato alle 4 e trenta ed ho faticato a riprendere sonno. Faceva caldo ed ero pensieroso per via di un fatto che avevo saputo di mattina sul mio passato. Razionalmente mi riferisco ad un episodio capitato quest'estate quando mia amdre era a casa di mia cugina e la stessa cugina si sventolava con la gonna per il caldo: sua nonna le disse: "Chiudi quel libro!" intendendo di chiudere le gambe che erano come un libro aperto. La mia vita è un libro aperto, mi disse una volta un amico. Saran passati quindici anni o più. Il secondo sogno mi vede in un ambiente interno ad un palazzo della mia Città Immaginaria, lo stessa di un sogno di poco tempo fa, con tanta gente specialmente giapponesi. Io ho l'iPhone e scatto foto. ricordo anche le icone dello schermo: poche ma identiche alla realtà. Vedo alcuni bambini orientali e cerco di dire loro se si mettono in posa. I genitori sembrano conoscermi e li fanno mettere in fila; il padre dice qualcosa alla madre e se ne va e, andando via, mi fa: "Tanto ci vediamo in quel locale frocio!" ed io mi imbarazzo non tanto perché ha detto quella cosa ad alta voce ma perché non volevo che i bambini sentissero. Poi continuo a scattare foto in giro e a vederle sullo schermo. La gente sembra non essersi accorta di nulla. Razionalmente leggo con apprensione le notizie contro i gay in Italia.
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