venerdì 28 gennaio 2011

Panorama sulla Città Immaginaria

Stanotte ilo coccodrillo è caduto e ho fatto questo sogno (a tal proposito credo che sia il coccodrillo a impedire questo tipo di visioni): ero nella mia Città Immaginaria e stavo acquistando da mangiare in un negozio. C'eranoa nche tanti amici attorno e alla fine ho pagato con una banconota da 50 euro. Siccome però non trovavo il portafoglio mi sono ricordato che avevo lasciato il giaccone e lo zainetto nel negozio del barbiere. Pensavo che mi avessero rubato ogni cosa (compresa la borsa con il computer) e invece era tutto sulla sedia. entro nel negozio e prendo il tutto ed esco passeggiando con alcuni amici. Uno di questi amici ci aveva lasciato per dirigersi in un negozio di elettrodomestici in un altro palazzo. Siccome dovevamo ritrovarci tutti assieme per andare via dalla Città cerco di chiamarlo. La persona indicata era un certo N*** che ora non vedo più ma di cui ho il numero nel cellulare appunto indicato con la lettera N. Lo chiamo ma non risponde. Saliamo tutti con un ascensore sulla vima di un palazzo e, dirigendoci verso un corrododio passiamo davanti ad alcune vetrate. Io mi sporgo a vedere e il panorama è mozzafiato: a questo punto è il sogno lucido con una intensità e una chiarezza mai viste. Da lontano la città nel suo splendore: è diversa, non è una città che ho visto finora, una leggera nebbiolina la sovrasta, ci sono palazzi altissimi, grattacieli e un colore bianco aleggia sull'orizzonte. Poi mi distraggo con la risata di un mio amico e me ne vado. Mi sveglio all'improvviso con un fortissimo mal di testa, veramente forte, accompagnato dal dolore cervicale. Mi rigiro un po' ma sono pochi minuti alle sette e la sveglia suona implacabile. Mi alzo e il mal di testa passa sotto la doccia bollente. rimango un po' intronato. Rimetto a posto il coccodrillo verde e esco di casa, lasciando Almar a dormire. Gli unici due elementi razionali che posso individuare sono la banconota da 50 euro della quale avevo bisogno ieri pomeriggio e che invece era a casa e il numero di N che ho visto mentre cercavo sulla rubrica dei numeri di telefono.

giovedì 27 gennaio 2011

La semina e il foglio a T

L'altra sera un sogno formidabile che è durato pochissimo: stavo in un campo con molte persone e stavamo preparando la terra per la semina. C'era un sacco con molti semi piccoli (tipo quelli di papavero). Io avevo una zappa a forma di pelota in cui dovevo caricare prima della terra ocra, poi i semi, coprirli con un altro po' di terra grigiastra e spargerli sul terreno. Alcune persone mi affiancavano ma tutti facevano il loro lavoro. Mi è sembrato di intravedere mio nono paterno. Una persona mi ha cambiato lazappa dandomene una piatta con la quale sembrava difficile prendere le cose ma che poi invece risultava facile, solo che la quantità era minore. Più spargevo i semi per terra più guardavo l'intorno e vedevo piante e foglie, il vento che spirava e avvertivo un tepore lontano. era pieno giorno. E' durato poco ma mi sono alzato benissimo il giorno dopo. Ieri, assistenda ad una riunione noiosissima di lavoro, ho fatto dei ghirigori su un taccuino e mi è venuta l'idea di comporre un foglio per scrivere eventuali sogni di chi volesse raccontarmeli. Il foglio ha una linea orizzontale centrale e una semilinea verticale che parte dal centro della prima, come fosse una T. In questo modo nella parte grande centrale si può scrivere il sogno come lo racconta la persona; nella sezione in basso a sinistra scrivere le parole rilevanti del sogno e nella sezione in basso a destra le associazioni che vengono in mente a chi racconta. Nel mio caso le parole salienti sono: semi, terra, campo, zappa, vento e nonno; le associazioni sono trasparente, vetro, secchezza, fastidio e pesante.

domenica 23 gennaio 2011

Prostata e altre psicosomaticità

Sono tornato da quattro giorni di viaggio a Parigi e sono stato bene sia per quel che riguarda la mia prostatite sia per quel che riguarda il sonno. Ho scoperto che il diaspro rosso non mi permette di sognare, mentre la fluorite mi fa fare moltissimi sogni ma che ricordo pochissimo. Da oltre una settimana mi porto avanti una prostatite che inizialmente la mia androloga pensava fosse batterica, quindi mi ha prescritto un ciclo di antibiotici ma con scarso effetto. Solo dopo aver scoperto in erboristeria un estratto di radice di Serenoa sono guarito: la Serenoa infatti inibisce un ormone che ingrossa questa ghiandola e quindi tutto è rientrato alla normalità (anche se penso che i miei disturbi siano solo psicosomatici). L'androloga ha detto che la mia prostata sta benissimo e non è neppure grande contrariamente a quanto si potrebbe supporre per uno della mia età. In ogni caso ho portato con me il diaspro e la fluorite a Parigi ma ho dormito solo con quest'ultima sul comodino. Anche se ho dimenticato il lapislazzuli per la gola, non ho avuto mal di gola, quindi anche qui il problema è rientrato. Dopo la grande pulizia dei cristalli di rocca di tutta casa mi sento meglio, anche se stanotte non ho dormito bene per via del solito attacco d'ansia da stanchezza ma ero troppo svogliato e stanco alle sei di mattina per alzarmi e prendere la melissa. L'unico sogno che ricordo è quello in cui mi trovavo con il mio amato gatto Putipu a vedere la televisione e c'era un film horror per gatti: il film faceva vedere centinaia di gatti tutti assiepati in una stanza e io dicevo a Putipu di non impaurirsi ma poi ero io che avevo paura perché i gatti del film erano nella nostra stanza. Ad un certo punto uno di questi gatti, uno piccolo e rossiccio, esce dalla stanza e va in strada ed io, per evitare che andasse in strada sotto una macchina, l'ho inseguito e l'ho fatto rientrare giocando con un pallone: il micio, incuriosito, l'ha inseguito ed è rientrato. Mi sono poi svegliato. Io penso che la mia mente avverta uno stato di problematicità non cosciente o per il quale la mia ragione non dà peso e mi avverta con l'elevare a malattia un allarme, in un distretto del corpo sempre diverso: evidentemente questo è il turno genitale. Da dieci giorni non sognavo per la presenza del diaspro rosso e anche per l'eccessiva potenza di energia accumulata dalle orgoniti non-orgoniti (realizzate solo di cristalli e miele come sostanza organica). Già verso dicembre io e Almar ad una fiera di minerali e cristalli a Roma siamo incappati in uno stato di malessere per l'eccessivo sovraccarico delle molte pietre presenti negli stand e siamo dovuti andare via. Da quando ho lasciato di notte il diaspro, a Parigi ho sognato la mia morte nella Città Immaginaria: mi trovavo su un'automobile che sfrecciava a tutta velocità (nell'atto di fare l'incidente mi sono svegliato); un altro sogno mi vede su un letto con il mio collega M**k* e dormiamo assieme come abbiamo fatto tante volte in albergo alle riunioni nelle camere doppie in due letti, però stavolta si avvicina a me ed entra nel mio letto, io l'abbraccio come se cercassi conforto e mi stupisco che sia venuto da ma e noto che si spoglia completamente e sfiora le sue labbra sul mio corpo. Non ho mai avuto alcuna relazione di questo genere con lui prima d'ora (né la vorrei) ma mi ricorda che siamo d'accordo entrambi sull'impossibilità di lavorare bene se continua a rimanere il nostro capo in azienda. Tutti questi sogni erano vividi e a colori. Nel sogno con il mio collega ho provato anche una eccitazione sessuale. Inoltre io e Putipu mi ricorda quando Almar e Putipu dormono assieme.

lunedì 3 gennaio 2011

Tre deliri e la scalinata di ferro

Il 31 gennaio mi sono svegliato perché Almar doveva andare a lavoro e quindi alle 6 la sveglia ha suonato. Una volta rimasto solo ho ripreso il mio sonno. Da quel momento mi sono svegliato decine e decine di volte sia erché avevo caldo sia perché forse ero scomodo a letto e ogni volta facevo un sogno. Avrò quindi fatto decine e decine di sogni vari, a colori, molto complessi e difficili a spiegare. Ad un certo punto, verso le sette del mattino mi alzo dal letto e guardo in direzione della porta: vedo entrare una persona e mi impaurisco a tal punto che inizio a gridare. Questa persona aveva delle caratteristiche orientali e, entrando, ha detto "Scusa, non sapevo ci fossi tu!" e se ne andò. Inizio a urlare ma non ci riesco e mi sveglio: era un incubo, così realistico che il mio cuore sobbalzava ancora. Ho accesso la luce accanto al letto e piano piano mi sono riaddormentato. Ho continuato a sognare cose e poi mi sono alzato dal letto e sono andato in salone, devo c'era la serranda completamente alzata e dal bacone entra una signora. Anche lì inizio ad impaururmi: questa mi osserva imperterrita e non fa nulla. Credo stesse guardandomi con fare normale. Mi sveglio: un altro incubo. Il mio cure ha battuto di nuovo ma riesco ad addormentarmi di nuovo e, dopo altri sogni, apro gli occhi e vedo dalla porta entrare una specie di fumo nero, quasi oleoso, che si disperde nella stanza verso l'alto. Mi sveglio di nuovo ma sono meno impaurito. Continuoa d addormentarmi poiché comunque mi sento stanco. Alla fine riesco a svegliarmi sul serio e mi vesto. Non so interpretare questi tre deliri: credo anzi che i personaggi mi stessero chiamando oppure forse volevano prendere contatto con me. Non ho riferimenti nella realtà, cioè cose che mi sono accadute il giorno prima. Ieri sera ero ancora un po' nervoso perché avrei dovuto dormire da solo (Almar di nuovo a lavoro come turno di notte) ma non ho fatto molti sogni drammatici. Anzi ho sognato di essere con la mia amica Manuela in una chiesa e dovevo andare in cima a questa per incontrare il parroco. La chiesa disponeva di una scalinata in ferro battuto a forma di chiocciola e multipla: c'erano molto altre scalinate avvolte attorno ad essa. Mentre salgo mi scende incontro la madre badessa del convento accanto e mi dice che non c'era nessuno in cima. Così cerco di scendere ma non ci riesco perché sbaglio scala e esco da tutt'altra parte mentre Manuela mi sta aspettando fuori. Questo riferimento nella realtà è preso da ieri pomeriggio quando siamo andati noi amici a visitare le chiese nella zona dell'Aventino, accanto al Giardino degli Aranci. Siamo entrati in una chiesa molto buia e con un negozio dei padri benedettini per comprare qualcosa: io ho preso l'elisir della Scala per il mal di testa, mentre i miei amici attendevano fuori. In un'altra chiesa c'era invece un presepe costruito con la piantina della chiesta stessa fatta solo come scheletro di ferro e l'evoluzione della piramide Cestia nel tempo, dall'ossatura alle pietre di marmo apposte. Un presepe molto strano a dire la verità.