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giovedì 16 giugno 2016

La pipì rosa e il sogno nel sogno

Dunque, inizio dicendo che finalmente ho fatto un sogno come non ne facevo da mesi (o forse da anni): lunghissimo, in più parti, colorato e con una particolarità assurda; forse un sogno lucido? Non ne sono sicuro. Mi trovo per lavoro ad Urbino. Riguardo al colore del titolo, ieri - scrivendo sul gruppo Playmobil Italia su Facebook, un utente ha dichiarato di voler cercare la linea rosa delle casette Playmobil, linea che io ho, non completa ma abbastanza numerosa in oggetti. Ecco il sogno: ricordo che stavo in Olanda ma non mi sembrava tale, anzi nell'insicurezza di trovarmi in quel Paese la mia mente si è come librata in alto guardando giù e ha formato una mappa in cui vedevo distintamente e a colori l'Italia e la ex-Jugoslavia ma il mare Adriatico univa quasi le due rive, mi sembrava essere in un lontano futuro. Tornato nella mia mente sapevo di dover andare a cena e mi diressi verso la sala da pranzo in una casa a metà tra l'essere un appartamento e un giardino. Il tavolo era ovale e - oltre me - c'erano un uomo, sua moglie  e un'altra donna più giovane. Mi conoscevano tutti ma sentivo di essere un ospite. dopo la prima portata sento di dover andare in bagno a fare pipì, per cui mi alzo con disappunto della padrona di casa e sento che lei e il marito parlavano di me: egli mi difendeva dicendo che se uno deve andare in bagno all'improvviso non è sconveniente affatto. Il bagno si trovava al piano di sopra ed era una cameretta piccola con due finestre e una porta: la finestra a sinistra era completamente aperta e quella davanti al cesso aveva delle veneziane dalle quali si poteva vedere un corridoio. Accostai la porta ma mi accorsi che il marito della donna era salito e doveva anche lui andare in bagno. Senza essere affatto infastidito inizio a fare pipì e questa mi esce rosa. Io mi impaurisco e l'uomo, che si rivela essere un medico si accorge della cosa e, sporgendo dalla finestra al'interno del bagno, me lo prende in mano mentre continua a fluire la pipì e dice "Scusa ma sto eseguendo una PCR in diretta per vedere cosa sia questo strano colore". Mi accorgo che il mio membro non era affatto quello che ho oggi ma di un ragazzino assai giovane, prepubere quasi. Poi me lo lascia e dice: "Niente di grave ma fatti fare le analisi in ospedale quando puoi, vai pure a Parigi". Poi se ne va da qualche parte su quel piano e in un istante mi accorgo che era la Francia e non l'Olanda il Paese in cui dovevo essere ma nessuno parlava francese. Mi ritrovo così nudo e decido di scendere per proseguire la cena ma che davvero era sconveniente scendere spogliato completamente e prendo un gruppo di fogli uniti da un filo e me lo metto attorno alla vita come un abitante delle isole hawaiane. Appena scendo dico alla signora "Le servivano questi fogli?", lei mi guarda male e fa no con la testa. Mangio una minestra e dopo tutte e due mi dicono che dobbiamo andare e mi avrebbero riportato a casa. Mi spoglio della carta e mi vesto elegante con giacca e cravatta. Prendiamo una macchina e andiamo via: alla guida c'era la signora, con accanto la ragazza più giovane. La macchina mi sembrava una Skoda gialla del'Europa dell'Est. Mentre fino a quel punto il sogno si era rivelato calmo e normale, guidando la signora incappa in un leggero traffico e dentro un tunnel. L'auto si ferma e io vedo accanto a lei un macchinario gigantesco e rosso che - senza alcun rumore - impianta nell'asfalto un enorme cuneo e muove i suoi immensi ingranaggi nel tentativo di smontare un intero gigantesco palazzo. Io scendo dalla macchina per avvisare gli operatori che ce ne erano altre ma non sembrava ci fosse qualcuno a muoverlo. Mi divincolo tra i bracci meccanici, ho paura che uno di questi mi possa colpire o che crolli un soffitto di cemento armato ma il tempo di passare attraverso questi e si crea una nuvola di polvere e capisco che è crollato tutto. Cerco di andare fuori ma penso che la macchina con le due donne era ferma e torno indietro: l'auto aveva il tetto come segato via e le due donne erano sedute sui sedili apparentemente senza vita. Mi avvicino ma mi accorgo che sono vive e una di loro dice "Ci dovranno ripagare! Di sicuro!". In quel frangente capisco che il macchinario (scomparso ora) era teleguidato e che non avrebbe ucciso nessuno ma tutto attorno era distrutto. Mentre andiamo verso un lato del luogo che si rivela essere su un ponte, vedo arrivare tutti i miei passati ed attuali amici, trai quali ricordo Jim Cow e il suo compagno e i Vongoli, tutti coinvolti nel casino appena successo e con i vestiti rovinati e impolverati. Chiedo loro come stiano e rispondono che stanno tutti bene ma che tanto era inutile che avessero i vestiti in ordine poiché stanno andando a una festa. "Vieni anche tu vero?" io guardo le due donne che mi fanno segno di andare e ci dirigiamo a piedi verso una direzione, attraversando ponticelli e fiumiciattoli: sono comunque un po' scosso e affaticato, mi sento anche dolorante per i continui movimenti che avevo dovuto fare per schivare i bracci meccanici. Mentre cammino telefono con il cellulare a mio fratello e gli dico che ho avuto un incidente, non mortale e che non sono ferito. "Dove sei ora? Ti serve aiuto?" mi fa ed io tentenno, poi rispondo "No, aspetta: scusa, mi sono sbagliato. Questa informazione non è reale perché ti ho appena detto quello che mi è accaduto nel sogno, quindi stai tranquillo" e lui riattacca dicendo "OK, torna presto". Metto il cellulare in tasca e penso che se mi svegliassi in quel momento potrei davvero vedere che non era che un sogno e che non ero dolorante e affaticato. Difatti mi sveglio: la stanza è al buio. Prendo sonno subito dopo e mi ritrovo all'ingresso di una villa, con gli amici che stanno entrando, sempre tutto a colori con una bella luce. Gli amici si disperdono fra gli invitati: capisco che era una festa in cui si stava tutti in mutande con grande semplicità, uomini e donne (riconosco anche le due donne). Non mi vergogno affatto anche se ero l'unico con un vestito blu e camicia bianca elegantissimo. Mi guardavano tutti e decisi di andare in una stanza a spogliarmi in santa pace. La villa era molto bella: al piano superiore c'erano mobili antichi e un canetto che sgattaiolava in ogni dove. Mentre inizio a spogliarmi entrano alcuni amici e riconosco uno dei Vongoli con tanti tatuaggi addosso:in realtà non ne ha neppure uno e vedo che se li era fatti fare recentemente. Mi accorgo allora che uomini e donne avevano innumerevoli tatuaggi, tutti stranissimi e qui si tramuta ogni cosa in bianco e nero, non più a colori com'era prima. Mi tolgo i pantaloni che appoggio su una poltrona e mi prende un colpo: le mie mutande bianche avevano leggere picchiettature rosa: quelle della pipì che evidentemente le aveva colorate. Non sapevo come fare e mi vergognavo moltissimo. Nessuno se ne era accorto. Alla fine decido di togliermele: sarei stato nudo ma senza tatuaggi addosso e la mia pelle era bianca. Così, deciso di andare nella stanza dove sentivo la musica e tutto rimaneva in bianco e nero. Mi sveglio con il rumore del condizionatore nella mia stanza di albergo e che avevo spento ieri sera. So di essermi sevgliato più volte di querlla che ricordo esattamente a metà del sogno. Elementi che potrebbero aver indotto la storia: mi sono ricordato domenica sera, parlando con Robo di due vecchissimi amici di quasi venti anni fa che partecipavano alle feste del Vongoli (e che erano presenti nel sogno anche se parzialmente nascosti); la strage di Orlando e il Pulse, forse ma soprattutto proprio ieri pomeriggio ho rivisto il libro Paesaggi di Tullio Pericoli e acquistato Robinson Crusoe illustrato sempre da di Tullio Pericoli nell'edizione Adelphi.


martedì 11 marzo 2014

La pietra dell'Unità

(Post recuperato del 1 Aprile 2013)

Ormai non faccio altro che sognare innumerevoli volte a notte e raramente ricordo tutte le decine di sogni fatti. Il mio Guardiano dei Sogni assolve il suo compito egregiamente. Voglio scrivere brevemente del sogno fatto stamattina fra le 7:30 e le 8:40. Mi trovavo nella Città Immaginaria in giro per grandi centri commerciali e accompagnavo in aeroporto un mio amico, forse Antoine Auden ma forse anche RoBo stesso. Salto sulla descrizione spettacolare dei luoghi perché è veramente impossibile descriverla: immensi corridoi in acciaio e tante persone diverse e rumori non assordanti e negozi con articoli mai visto; in uno di questi ho visto dei nuovi giocattoli Playmobil. In una vetrina mi accorgo che al posto dei giornali ci sono delle pietre con degli anelli che hanno un mini altoparlante: le notizie vengono dettate o narrate. Uno di questi riconosco essere L'Unità ma costa 167 euro. Un po' troppo per me ma vendono anche mini anellini a meno, ciascuno con un argomento. Voglio decidermi a comprarne uno ma sento che sta arrivando l'aereo e mi sveglio.

martedì 3 dicembre 2013

La città dei morti

Sogno effettuato tra le 7:30 e le 8:10. Mi trovavo a passeggio lungo la strada di un grande giardino che costeggiava la mia Città Immaginaria. Sapevo che alla fine di quella via sterrata c'era un grande complesso chiuso e fatto di cemento, immenso e grigio e sapevo che era la città dei morti. La sola unica entrata era costituita da due grandi saracinesche abbassate. Ero assieme ad una donna della quale non ricordo però nulla oltre al fatto che era alta e snella, chiara di carnagione e con un vestito leggero nero. Ella volle avvicinarsi ed io le dicevo: "Non andare vicino, sai che posto è quello?" ma si avvicinava sempre più ad una delle saracinesche. Improvvisamente senza alcun rumore una delle due saracinesche si alza e la donna entra. Io la seguii per cercare di riportarla fuori ma quella si addentrava sempre più. Molte persone camminavano ma non uscivano e nessuna faceva caso a noi. La donna scese delle scale e scomparve. Io dissi ad alta voce: "Stanno chiudendo! Dobbiamo uscire!" e mi volto indietro perché inesorabilmente le saracinesche si erano abbassate e poi si sono chiuse del tutto. All'interno una sottile luce verdastra rischiarava gli ambienti fatti di cunicoli e tunnel. Così vagai dentro quella costruzione in cui c'erano delle persone che semplicemente vagavano; non ero impaurito ma avevo voglia di uscire e in più dovevo fare pipì. Camminando per molto tempo arrivai ad una uscita che sembrava un garage. Uscii fuori e mi ritrovai in una strada trafficata. Della donna nessuna traccia, dunque non era più uscita da lì. Sentivo ancora la vescica premere e dunque mi dissi se non fosse il caso di rientrare poiché avevo intravisto un bagno proprio accanto alla porta. Dunque mi avvicinai e trovai un uomo vestito con la tuta (da garagista) e chiesi se potevo andare in bagno. Egli annuì e mi indicò il luogo dov'era il water. Alzai la tavoletta e mi abbassai i pantaloni e quello da dietro mi si avvicinò con un panno umido dicendo: "Prima di fare quello che deve fare è meglio che glielo pulisca poiché questi posti sono abbastanza sporchi!" e si avvicina alle mie parti basse con l'intento di lavarmelo. Io allora lo spingo da un lato e dico ad alta voce: "Non si permetta! Il mio pisello non ha bisogno di essere pulito!" e lo tengo chiuso nelle mie mani. Quello se ne va e tiro un sospiro di sollievo. Mi sveglio all'improvviso e vado subito in bagno.


martedì 23 luglio 2013

Il letto scomparso

Ho avuto alcuni stati di ansia questa notte. Sono a Lecce per lavoro e alloggio come al solito nell'albergo Tiziano ma nella nuova ala più moderna. A dire la verità preferisco quella vecchia ma le camere sono davvero misere e la doccia è orribile. Questa invece ha camere più spazione ma l'arredamento è scomodo: il comodino infatto è più basso di venti centimetri rispetto al letto per cui, di notte, se si deve accendere la luce bisogna piegarsi in giu; l'aria condizionata esce sparata e c'è sempre uno strano silenzio. Sono andato a letto normalmente verso mezzanotte anche un po' stanco. Verso le due di notte mi sono svegliato improvvisamente per una cattiva digestione: ieri sera al ristorante ottima l'insalata ma le orecchiette erano con i cavolfiori che sicuramente sono stati pensanti. Da quel momento però ho avuto uno strano timore, come se ci fosse una presenza in camera, strani scricchiolii verso la porta d'ingresso e ad un certo punto è andata via la corrente: me ne sono accorto perché si è accesa la lampada d'emergenza e poco dopo il condizionatore, che avevo spento, si è resettato e messo in funzione. Mi sono alzato due volte per questo motivo e ho preso sonno solo verso le cinque, rigandomi continuamente per il caldo e poi per il freddo. Durante uno di questi stati di dormiveglia dentro di me ho solo chiesto alla presenza di farmi dormire e che avrei parlato con essa nel sogno, se mi doveva dire qualcosa. So che sono cose senza senso ma io parlo di presenze energetiche, di stati vibratori reali e non ancora compresi, per cui mal non fa. Ho fatto un solo sogno e nel sogno ero nella stessa stanza. Una luce proveniva dalla porta per cui mi sono alzato e sono andato a sentire se ci fosse qualcuno. Dopo qualche secondo sono tornato a letto ma mi sono accorto con mia sorpresa (e spavento) che la finestra era aperta: ho controllato i cellulari, i  libri, la valigia e l'iPad ma non era sparito nulla. Solo il lettoe ra scomparso e io non sapevo capacitarmi. Come era stato possibile che qualcuno aveva preso il letto e fatto uscire dalla finestra in pochi secondi? Con questo dubbio mi sono svegliato, nella penombra dell'alba. Subito dopo ha suonato la sveglia alle sette e mezzo.

martedì 7 maggio 2013

Il ragazzo monocolo

Ormai so che quando sogno tra sette e le otto e mezzo faccio dei sogni che si trovano nella Città Immaginaria. Sicuramente anche in altre ore della notte ma non ho ancora scoperto quando esattamente: probabilmente fra le cinque e le sei oppure fra le quattro e le cinque e mezzo. Stanotte mi trovavo in una casa mai vista: ero a letto e la porta si è aperta ed è entrato un ragazzo magro il quale mi si è seduto vicino e mi ha detto che si sentiva così brutto da non poter avere nessun tipo di rapporto. Io l'ho guardato in viso e ho notato che aveva un solo occhio al centro. Tuttavia, per meglio mettere a fuoco, ho fatto come si fa quando si incrociano gli occhi e quindi ne ho visti due, molto belli e  profondi, con ciglia grandi e nere. Gli ho detto che invece aveva degli occhi molto belli e che doveva quindi essere bellissimo. Egli mi si è avvicinato e mi ha baciato profondamente. Io ero un poco imbarazzato per via dell'occhio ma per quanto mi sforzassi ne vedevo comunque due anziché uno solo. Si è adagiato vicino a me e si è spogliato: aveva la pelle liscia ed era molto magro. Ad un certo punto mi sono accorto di essermi eccitato e che le mie mutande erano bagnate. Per cui mi sono alzato anche sentendo dei rumori sul corridoio della camera e mi sono alzato dicendo a me stesso che se qualcuno fosse entrato mi avrebbe visto con le mutande macchiate. Difatti è entrato il padre del ragazzo (io sapevo che era lui) e senza fare caso alla mia situazione è andato vicino al ragazzo e ha iniziato  a parlargli. Sono uscito per strada vestito ed ho respirato l'aria fresca. Poi, svegliatomi, ho avuto l'urgenza ad andare in bagno a fare pipì.

martedì 10 gennaio 2012

La mosca rossa e il paesaggio

Non avrei dovuto mangiare ieri sera il prosciutto crudo per cena perché sapevo che mi avrebbe fatto avere sete. Difatti sono andato a letto alle undici e mezzo ma all'una di notte mi sono svegliato con l'arsura. Mi sono svegliato dopo aver concluso un sogno. Mi sono alzato, ho bevuto e sono tornato a letto e verso le cinque e quaranta mi sono svegliato da un altro sogno. Nel primo sogno mi ritrovo nella casa dei miei, quando era composta da due appartamenti: ero in quello che sarebbe stato nella realtà il salone (composto da due stanza) ma nel sogno era una stanza da letto di un albergo e il letto era di fronte alla grande finestra che dava sulla stradina sotto che a sua volta conduceva in garage. La casa è al primo piano. Il colore era verdino, come di ospedale. I muri erano lisci e non 'cera nessun quadro. Mentre vado verso il letto vedo Almar che viene verso di me (Almar non lo vedo da quasi un anno) che mi dice di ascoltare un brano su CD. Era un CD che però proiettava la canzone sul muro, come un visore e la canzone era un remix di Madonna ma tipo un bootleg, cioè composto da più canzoni tra le quali riconosco nel sogno Holiday, che devo aver sentito nella realtà il giorno stesso. Ad Almar piaceva molto Madonna ed io vedo un pezzo di video poi Almar mi dice di mettermi a letto e inizia a spogliarmi ma sotto i vestiti ho già il pigiama. Mi stendo sul letto quando vedo arrivare dall'altra stanza mia madre che aveva solo le mutandine ed era nuda dalla cintola in su, con il seno quasi inesistente, come avvizzito e un grande triangolo bianco rovesciato con la punta in giù al posto del cuore. Mi dice qualcosa ma non capisco: ha anche i capelli verdi e la stessa carnagione è olivastra. Mi giro verso Almar e mi guarda senza capire poi mi volto verso mia madre me è scomparsa e così faccio per mettermi sotto le lenzuola infilando anche i piedi con i calzini dentro ma mi accorgo che sul mio calzino destro c'è appoggiata una enorme mosca rossa che inizia a volare pian piano. Sono impaurito perché non l'avevo vista e Almar dice di non preoccuparsi e prende un cacciascope, di quelli che si usavano, con la retina. Io mi alzo e noto che il muro è rovinato e ci sono alcuni insetti sul soffitto ma piccoli e non si muovono. Mi rigiro verso Almar ma non è più lui e noto che l'uomo dice di non temere, che nel suo albergo non si è mai lamentato nessuno e cose del genere. Io lo saluto ed esco. Ho molta sete. Mi sveglio un istante ma il sogno mi riprende, così cerco di uscire dal sogno, lo faccio ma ci rientro e poi definitivamente mi sveglio. Accendo la luce e vado in cucina. Mi riaddormento e sogno di stare in un centro ricerche dove mi fanno visitare con grande precisione tutte le stanze, poi capisco che sono lì per fare degli esami: ho fatto solo il primo di matematica e so che dovrò restare lì per altri tre anni. Con una scusa convinco una mia collega a farmi visitare la parte esterna del centro ed ella mi fa uscire da una porticina che dà in una grotta. Ci dirigiamo verso l'esterno della grotta e usciamo in una conca gigantesca con moltissimi buchi sulle pareti, come i Sassi di Matera. Non ho mai avuto un sogno così steso e grande. Tutto è luminoso ma non abbagliate, a colori e vedo il verde dei cespugli. La mia collega mi guarda e sorride. Mi sveglio e attendo cinque minuti. Impedisco alla sveglia di suonare e mi alzo. Devo andare a Napoli per lavoro. Ho avito la nausea tutto il giorno e una strana malinconia. Ieri sera ho visto il primo episodio di un telefilm degli anni Sessanta, "The Time Tunnel" in cui ad un senatore gli fanno visitare questo centro di ricerche avveniristico ed io ho pensato che era una fortuna per lui essere trattato così bene. Sabato sera ho presentato al mio amico Ric i miei quadri 3D e li ho fatti vedere al mio amico Oliver. Sono rossi e verdi.

domenica 1 gennaio 2012

L'auto parcheggiata male

Credo che il fine del sogno di questa mattina sia stato quello di fare colazione in un bar molto lontano, così ho preso la mia macchina e ho percorso le vie già affollate della mia Città Immaginaria. Le vie erano fatte affinché ci passasse una sola auto. Molta gente, tantissimi colori. Arrivo ad uno slargo dove decido di lasciare la macchina parcheggiata alla bell'e meglio e me ne vado dentro ad un cunicolo che portava ad una va piena di negozi. Sapevo che il bar dove dovevo andare era dopo la prima curva a sinistra ma decido di entrare in un altro ber dove non ero mai stato e prendo un cornetto salato. Poi mi avvicino ad un bancone e ordino un cappuccino senza schiuma. Mi rendo conto di aver lasciato la macchina parcheggiata male e quindi voglio sbrigarmi a bere il cappuccino ma la barista non si sbriga. Mi sveglio con una stanchezza dei muscoli molto pesante: sono andato a letto alle 3 e mezzo dopo aver fatto Capodanno con la mia amica Betta. I cornetti salati li avevo comprati ieri al supermercato e me li sono mangiati stamattina. Erano due. Alla fine ho dormito bene anche se mi sento a pezzi.

martedì 6 dicembre 2011

La camera di mamma e la busta

Questa notte ho avuto un po' di febbre: ieri mi era preso un dolore allo stomaco e un attacco di dolore intestinale. Dopo i fermenti lattici sono andato a letto e stamattina mi sono svegliato bene, anche se in ritardo verso le 9. Ricordo solo che mi trovavo nel sogno nella camera di mia madre, quando noi fratelli eravamo piccoli. C'erano molti ragni neri sulle pareti, tutti finti ma con le ragnatele vere. Io allora strillavo a mia madre perché facesse pulizia e mentre parlavo, ho visto un ragno vero camminare: aveva il corpo rotondo e fece un balzo verso di me, tentando di venirmi addosso. Io cercavo di evitarlo. Non ricordo altro tranne che prima di entrare in camera mi trovavo in una specie di officina con vicino un ragazzo nudo bellissimo e seduto e quindi non ne vedevo le nudità. Quello, ridendo, mi dà una busta trasparente piena di un liquido biancastro che riconosco essere sperma. Mi rendo conto che si tratta di qualcosa di pericoloso e me la metto in tasca uscendo dall'officina e dirigendomi verso un cassonetto per buttare quella busta. Vedo allora che molta gente mi guarda perché ha capito che uscivo da quell'officina dove doveva esserci un ritrovo di prostituti e mi sento osservato. Non ne trovo uno finché non arrivo vicino ad una fermata della metro (riconosco la città immaginaria) e vado per prendere la metro, rendendomi conto di essere seguito. Poi mi trovo, appunto, in camera di mamma. L'unico elemento razionale che riconosco è la scultura che ho fatto di cui ho parlato a Rob: in questa appubnto, ci sono due ragni finti neri esattamente come quelli del sogno.

domenica 4 dicembre 2011

La pecora d'oro e la peronospora

Riprendo a scrivere dei miei sogni dopo un intervallo in cui però se ne sono susseguiti a centinaia, di cui racconto solamente uno dell'altro giorno che mi vede sopra una nave da trasporto petroli ed io che osservo il mare blu. Sto discutendo col capitano che, se l'Italgas attuerà una nuova proposta per i consumatori sostituendo il metano con il freon ci sarà un allargamento del buco dell'ozono e una conseguente morìa di esseri viventi e - molto probabilmente - la nascita di nuove forme di vita mutanti. Mentre parlo vedo dentro l'acqua delle bolle gigantesche, davvero enormi che sono davanti a noi e tempo che la malefica eventualità si sia avverata anzitempo: forse un mostro entorme sottomarino. le bolle circondano la nave immensa che inizia a tremare e a sussultare- Non so dove andare poiché è impossibile scendere da questa. Il sogno si interrompe quando dall'alto una specie di aliante mi preleva e un mostro dal mare cerca di prendermi come il film di Cloverfield nella scena dell'elicottero. Difatti il giorno prima stavo parlando con Rob di questo film. Stanotte invece, forse proprio ad altri discorsi di tipo religioso, ho sognato che avevo vinto un concorso e che in palio c'erano soldi ma soprattutto si poteva vincere 49 kg di pecora d'oro. Io avevo vinto e mi stavo chiedendo come avrei potuto riscuotere il premio e soprattutto cambiare quella pecora d'oro in denaro contante. Mentre mi nascondo nel calzino la matrice del premio entro in un robivecchi e vedo, sotto un tavolo, molte spade d'argento e grandi tagliacarte. Me li prendo mettendoli ben sistemati fra fogli di giornale e da una parte intravedo anche una anfora cinese d'argento che poteva servire anche come thermos. Mentre lo ripongo nella mia auto parcheggiata fuori alcuni amici (non so quali) mi dicono che un tizio si è comperato la villa di fronte per pochi soldi e mi invitano ad andarla a vedere da fuori. Proprio fuori dell'abitato (capisco così di essere nella Città Immaginaria) c'è una collinetta con una grande e bella villa da due piani, di legno non troppo scuro, con la luce dentro e le tende alle finestre ma dicono che è disabitata. Chi ha comprato la villa però dovrà anche accudire alle piante che la circondano completamente, piante di vite. Ce ne sono a migliaia e continuano nel bosco vicino. Mi accorgo che le piante hanno una specie di polvere bianca attorno e sembrano secche. Gli amici mi dicono che sarà difficile che chi l'ha comprata rimetta le cose a posto perché la peronospora le infesta. Io inizio a parlare della malattia che questa causa nelle piante ma loro mi fanno segno di non parlare perché le onde vocali possono alzare vento e la muffa propagarsi verso di noi. Ho il panico: vedo che una ventata ha già smosso della polvere bianca e viene verso di noi. Mi accorgo allora che tutti iniziano a indietreggiare, tranne alcuni che entrano nel bosco. I nostri movimenti hanno inevitabilmente sollevato la muffa che ci circonda. Io chiudo la bocca e smetto dir respirare, ne sono circondato e vedo anche le palline bianche che si avvicinano, microscopiche. Allora chiudo anche gli occhi per non infettarli. Rimango in apnea volendo gridare aiuto. Mi sveglio con la sensazione di aver smesso di respirare. Sono le 9,20 e non prendo più sonno. Ieri sera Luciana è risorta un attimo. Ivan mi ha dato una botta sull'occhio destro con l'ombretto blu che mi ha pizzicato un attimo. Lo ha fatto inavvertitamente perché stava posando il giacchetto dietro nella macchina. Stavamo andando a casa della Sigilla. Sono tornato alle due di notte con grande turbolenza dentro.

giovedì 22 settembre 2011

Addendum: scendere

Non accadeva di addormentarmi di pomeriggio in questa maniera così profonda da moltissimi mesi. Stanotte infatti, con il mio raffreddore, non ho dormito quasi per niente e oggi, tornando da Frascati per lavoro, mi sono adagiato sul letto verso le 14 e ho dormito profondamente fin oltre le 15 nella stessa identica posizione in cui ricordo di aver chiuso gli occhi. Ho dormito così profondamente che ci sono voluti cinque minuti per rialzarmi e prendere coscienza. Ho fatto un unico sogno: mi trovavo su un alto palazzo ed ero con mia madre. Parlavamo del fatto che saremmo stati a Parigi (in realtà dovremmo partire il mese prossimo assieme io e lei) e mentre dialogavamo di ciò che si sarebbe portata incontriamo una sua collega. In realtà mia madre non lavora me nel sogno faceva l'impiegata in un ospedale. La collega si mette a parlare con lei ed io ne approfitto per guardare intorno quello che doveva essere un ospedale. Quando la collega se ne va proseguiamo il nostro cammino. Stavamo scendendo verso l'androne dell'ospedale, tre piani più sotto e prendiamo una scala mobile. Per un motivo che non ricordo, ci separiamo e lei va avanti a me di una decina di metri. La vedo scendere delle scale ma, quando io vi arrivo, mi trovo davanti il vuoto: per scendere infatti bisognava aggrapparsi a delle staffe di acciaio e saltare con un balzo il piano sotto, in maniera molto complicata. Io mi metto paura dell'altezza ma mia madre la vedo già sotto, arrivata. Le dico da lontano di attendermi esattamente là e mi giro per vedere se ci sono altre scale. Vedo degli ascensori e capisco che devo premere il -2. Tuttavia non ci so o ascensori che vanno sotto ma solo sopra e decido di entrare in uno di questi perché magari ha i bottoni dentro, come mi è capitato; tuttavia entro nell'ascensore ma in realtà è un porta attraverso la quale entro in una grande piazza, circondata da paratie trasparenti e blu alternate. C'è moltissima gente, tutti corrono. Incontro da lontano la collega vista prima ed ella corre con me per andare a prendere un ascensore che porti due piani più sotto. Non troviamo però ascensori che scendono e lei dice che forse hanno fatto dei lavori. C'è un metodo, continua a dire, ed è quello di prendere un tram. Stanno arrivando alcuni tram senza binario, tutti colorati di arancione ma sembrano quasi dei carretti siciliani per quanto sono abbardati. Riesce a vedere il numero 708 e 302 ma non so quale prendere e mia madre mi sta aspettando. A questo punto mi sveglio per un rumore fuori la finestra perché passa un'auto ma continuo a sforzarmi di proseguire il sogno e per qualche secondo ho mischiato con gli occhi impastati di sonno questa realtà e quella del sogno. Avevo la vescica piena e dovevo andare in bagno e quindi non ho potuto proseguirlo. Elementi razionali: ho parlato del viaggio a Parigi con mi madre proprio ieri e stamattina con una mia collega a Frascati. Inoltre ho visto la capotecnica del laboratorio analisi che stava discutendo al telefono ma senza camice (doveva essere appena arrivata) e mi sembra sia la collega del sogno con la quale parlava mia madre. Dopo un'oretta mi sono ripreso.

mercoledì 21 settembre 2011

Invenzioni e furti

Ieri sono andato a letto con un raffreddore da cavallo e stanotte ho dormito male poiché mi sono svegliato numerose volte. Tuttavia, come già avviene ormai frequentemente, ho fatto decine e decine di sogni e uno di questi si è spezzato in due, inframezzato da un momento in cui mi sono svegliato per soffiarmi il naso. Mi trovavo nella Città Immaginaria (e stavolta lo era per davvero perché nulla era paragonabile alle città che conosco). Ad una edicola avevo avuto modo di leggere una notizia e cioè che il mio vecchio amico (ma assai più giovane di me) Ucla aveva vinto numerose borse di studio per le sue invenzioni. Girovagando per la città, vedo anche su una televisione di un negozio di elettrodomestici anche una sua intervista e dico a me stesso che ha fatto una carriera molto brillante. Poi, continuando a camminare mi accorgo che Ucla era vicino a me, dall'altra parte della strada, intento a dimostrare la sua ultima invenzione. Lo video come fosse ora: i capelli ricci folti, la barbetta appena accennata e il suo sorriso. Diceva: "Non so se questa invenzione sia pratica, a dire la verità non serve a niente perché troppo grossa ma l'ho brevettata". C'era molta gente incuriosita Si avvicina ad una finestra preparata per l'occasione su un prato e prende una specie di costruzione di gomma a tre colori: verde, giallo e rosso. La gomma è di quelle che si appiccicano ai vetri. Poi la mette in alto e questa scende sul vetro ogni volta rivoltando una faccia colorata. Io dico a me stesso che invece è una invenzione formidabile per scendere dai grattacieli senza farsi male. A quel punto mi sveglio e mi soffio il naso. Sono molto stanco e non faccio caso all'ora ma deve essere giorno perché c'è luce che penetra dalle imposte. Mi riaddormento quasi subito e sogno di essere sula stessa strada ma ormai Ucla era andato via e io continuo a camminare in salita. So di dover andare a casa di un mio amico che non conosco nella realtà. Questa casa è una casetta di campagna di legno. Giro qualche via e arrivo al punto dove doveva esserci la casa ma c'è solo il prato e basta anzi vicino ci sono altre case. Così penso di aver sbagliato e dall'alto guardo in basso la vallata. Non ho mai visto quel paesaggio: l'erba è blu e il cielo azzurrino, ci sono anche le staccionate giallastre. Chiedo ad un tipo se la zona fosse quella e mi risponde di sì (non ricordo il nome della zona); gli dico che ci doveva essere anche la casa di un mio amico ma non la trovo e mi risponde che di recente hanno abbattuto un sacco di casette perché era scaduto il termine. Alla mia domanda di cosa volesse dire (e al conseguente mio nervosismo perché l'amministrazione della città non poteva abbattere le case così impunemente) quello se ne va. Io torno indietro e mi fermo in un negozio per fare una telefonata. Il negozio vende tessuti ma è arredato come un appartamento. Entrando alcuni ragazzi mi vengono incontro e cercano di frugare nella borsa che ho. Io mi allontano e cerco il mio cellulare. Ne ho due di solito ma nel sogno ne ho tre. Il primo non funziona e non ho mai visto quel modello e gli altri due (che dovevano essere il mio iPhone e il Blackberry del lavoro) non ci sono. Anzi dalla tasca tiro fuori una enorme struttura della Lego, grigia a forma di vaso con i fiori veri dentro. Capisco che uno di quei ragazzi mi ha rubato i cellulari e allora chiudo a chiave il negozio e metto le chiavi in tasca e li minaccio di chiamare la polizia. Quelli ridono e quindi vado al teelfono del negozio ma mentre faccio il numero mi accorgo che c'è una voce femminile sotto e uno dei ragazzi mi dice che è la fidanzata del padrone del negozio che sta parlando. Allora parlo alla ragazza la quale non vuole mettere giù la telefonata, così mi incazzo e le dico che è una stronza. Alla fine cede e riesco a chiamare la polizia ma dice che non verrà per due cellulari. Così faccio finta che invece arriverà e vado alla porta del negozio, la apro e dico che attenderò fuori nel caso i cellulari "ritornino" magicamente nel negozio. A quel punto credo che non rivedrò più i miei cellulari e lancio le chiavi lontano. Me ne vado incazzato. Mi sveglio incazzato.Starnutisco e mi incazzo ancora di più. Elementi razionali: ieri ho lasciato la mia macchina in un garage a pagamento al centro e sono andato a pranzo con un collega francese. Al mio ritorno a casa sento che la borsa dove in genere c'è il computer è più leggera; la apro e il mio computer non c'è. Mi prende un colpo. Mentre salgo in ascensore penso che dovrò telefonare al garage e dire che qualcuno di loro mi ha rubato il computer e inoltre dovrò denunciare la cosa alla polizia ma sono così stanco e raffreddato che non ce la faccio, per poi scoprire che il computer era a casa e non mi ero affatto accorto di non averlo messo in borsa! Inoltre ieri sera ho visto un episodio dei Fantagenitori in cui Timmy cerca di costruire una enorme torre Eiffel con i Lego e non ci riesce mai e per di più vorrei comprarmi la Morte Nera di Guerre Stellari Lego per Natale come regalo. Riguardo Ucla non ho dati a riguardo.
computer forse rubato al parcheggio
la morte nera della lego e la tour eiffel dei fantagenitori

giovedì 1 settembre 2011

Giochi pericolosi

Il sogno di stanotte è nato presumibilmente da una discussione con Gius riguardo una profumeria a Trastevere. In questa profumeria ci lavorano due amici, di cui una, Grace, mi era alquanto antipatica anche se talvolta mi ha dimostrato grande affettuosità. Parlando appunto con Gius dei vari prodotti che vende questa profumeria, detta "selettiva" dai loro proprietari perché ecologica, probabilmente ho innescato il ricordo di questa ragazza che compare nel mio sogno stanotte. Mi trovavo in un bellissimo locale alla moda francese (attualmente sono a Parigi) tutto bianco e pieno di oggetti curiosi. Questa Grace era la proprietaria e mi fa vedere molti prodotti e rimango affascinato da un paio: una specie di bottiglia al cui interno c'era un ventaglio di gomma bianca che si apre e diventa rosso e una serie di fumetti giganti dei Fantastici Quattro ricoperto di una sottile patina trasparente che potevano funzionare anche da lenzuola; mi nasconde poi la bottiglia alla quale ero interessato e al suo posto mi fa vedere una maschera di una specie di mostro di Frankestein, verde e di gomma, dalla forma simile a quella di un palloncino con solo le labbrone sporgenti e mi dice che si può appoggiare sul viso il quale assume le fattezze del mostro. Io ne resto ammaliato e voglio provarla ma si avvicina un cliente con il figlio e se la prova lui chedendomi come funzionasse. Siccome mi aveva preso per un commesso glielo faccio vedere: una volta appoggiata sul viso il signore si trasforma in Frankestein ma con la sua voce e il bambino ride tantissimo. Si alzano e se ne vanno ma mentre stanno uscendo la Grace mi urla dicendo "Mica hanno messo la maschera senza bere un dito di vino bianco?" e io rispondo di sì e quella, isterica, va lì e gliela toglie. Il bambino piange e il signore esclama che andrà dalla moglie a dirglielo. Poi Grace torna arrabbiatissima con me e la nasconde nel negozio. Mi sveglio alle tre e mezzo tutto sudato: ho dormito con la coperta stanotte. Mi riaddormento e la sveglia è alle sette. Nessun sogno rilevante. Il signore assomiglia al mio vicino di aereo ieri che ha viaggiato con me ed era argentino, dal viso curioso, sui cinquanta.

lunedì 1 agosto 2011

Demoni e altri protagonisti

Avevo deciso di scrivere dopo mezzanotte ad Almar del fatto che fosse ormai finita tra noi, essendo quello che doveva essere il nostro secondo anniversario. Invece ho rimandato ad oggi e, ovviamente, mi sono sentito in ansia, svegliandomi alle 4 di notte. Ho acceso la luce e sono andato in cucina a mangiare un pezzo di biscotto, tornando dopo a letto.A dire la verità avevo letto ieri un intero libro sugli orb, i misteriosi casi di cerchi trasparenti presenti sulle fotografie digitali e interpretandoli come forme energetiche orgoniche. Sarà stata anche la tensione di vederne qualcuno di notte, luminoso, che svolazza nella casa, che la mia mente ha ricominciato a sognare di brutto. Infatti ricordo solo tre dei tanti sogni a colori che ho fatto. Nel primo mi trovavo in una casa con alte scale e le scale, più andavo su, si trasformavano i enormi funghi di plastica bianca. Arrivato in cima un camerieri mi fa capire che ero atteso dal padrone di casa e mi intima di andare in bagno. Io ci vado e il bagno era bianco pieno di funghi bianchi. Poi mi sveglio, cambio cuscino e sogno la campagna di mio nonno (che ho nominato ieri in presenza di un tizio) in cui appaiono vecchi zii ormai morti tutti vestiti da donna, chi con i colli di visone e chi con vestiti da vecchia zitella, sul nero perlopiù. Ad un certo punto arriva Gino Bramieri il quale inizia a ridere, come faceva una volta e io gli chiedo un autografo. Lui mi dice che forse è meglio una fotografia e ci mettiamo in posa ma chi doveva farci la foto se ne va appresso agli zii vestiti da donna, per cui ci facciamo io e Gino la foto come Thelma e Louise. Mi sveglio ancora e sento caldo, mi riaddormento e faccio un sogno terribile: nella mia vasca so che è presente un demone bruttissimo dalla facci viola e dai denti all'infuori. Dico a me stesso di non aver paura ed entro nella vasca nudo per fare una doccia. Nella vasca c'è una donna un po' grassa che mi guarda. Io inizio a lavarmi e lei mi guarda. Io dico a me stesso che non era vero che c'era un demone e invece mi rigiro e questa sta mutando il suo aspetto contorcendosi nella vasca e diventando viola in viso. Io non ho paura e semplicemente che è un abitante della vasca come ce ne sono tanti in casa mia. Ieri ho fatto sesso dopo un po' di tempo e per la prima volta dopo tanti tanti anni ho fatto cilecca, cioè non mi sono eccitato. La cosa non mi ha preoccupato però nel sogno della vasca da bagno era come se la donna si stesse trasformando nel corpo a me ideale per fare sesso, cioè quello di una persona conosciuta tanti anni fa e che mi eccita ancora. Il titolo del post mi è venuto stanotte in uno dei miei dormiveglia.

lunedì 9 maggio 2011

Ascensori, Scientology, Amsterdam e Parigi

Con mia madre che sta male ero andato a letto nervoso e stanco, dopo una giornata passata anche con le nuove scarpe a forma di barca per stimolare le cosce. Ho dormito sodo ma alle sei e un quarto mi sono svegliato per il seguente sogno, con un mal di testa fortissimo e con una gran fatica. Dunque, mi trovavo a casa di Jim Cow il quale ha un ascensore che non funziona quando lo prendi perché pè di quelli che abbisogna della chiave. In genere quando andiamo a trovarlo Jim Cow ci chiama dal terzo piano e l'ascensore sale, dopo che siamo entrati dentro. Quindi, entrato nell'ascensore vedo che qualcun altro ha aperto il portone e lo faccio entrare dicendo che io sarei sceso al terzo piano. Quello mi parla abbassandosi e mettendosi seduto quasi, guardandomi i pantaloni. Non l'ho mai visto ma non penso sia amico di Jim Cow e quindi attendo di arrivare al piano. L'ascensore però, arrivato al terzo piano, si ferma un istante e poi prosegue in orizzontale. Io esclamo: "Accidenti! Questo è un ascensore orizzontale, meno male che fa una sola formata e scendo anch'io alla prossima e torno indietro." L'ascensore corre lungo il palazzo adiacente, vedo i tetti, alcuni altri palazzi: sembra la Germania degli anni Quaranta, è scuro in cielo. Arrivati alla stazione dell'ascensore scendiamo, il tizio se ne va ed io telefono con un cellulare di legno al mio amico Jim Cow. C'è una festa a casa sua e mi risponde uno dei Vongoli, la coppia dei miei amici di vecchia data. Dico di aprire la porta e chiamare l'ascensore che sto arrivando. Però vedo l'ascensore ripartire all'indietro senza di me, per cui corro e lo perdo! Così corro verso un altro corridoio dove c'è un secondo ascensore, stavolta di metallo in cui tutti sono seduti tranne un posto e mi ci siedo. Quello parte ma prende una strada diversa e va in chissà qualche altra parte della città, viaggiando sopraelevato. Ho il fiatone dopo tanto correre e, appunto, mi sveglio ansimante e col mal di testa. Fatico molto per riaddormentarmi, fuori c'è un po' di vento. Nel secondo sogno io e Almar passeggiamo dentro un centro commerciale e salendo le scale vediamo adagiati dei libri a fumetti. Ne sfoglio uno e i disegni parlano di una coppia omosessuale che fa sesso orale: i disegni sono in bianco e nero e fatti bene. Lo chiudo e mi stupisco che possano essere venduti in un centro commerciale. Una gentile signorina si avvicina e mi dice "Questa è la Chiesa di Scientology e, nella vita, può esistere anche che una coppia omosessuale faccia sesso." Salgo le scale con Almar e vedo che effettivamente è la nuova Chiesa di Scientology di Boccea, a Roma, che vende però anche altro materiale, forse perché è cambiata nel tempo. Vende pupazzi di Guerre Stellari e Star Trek, libri di fantascienza e di arte grafica a colori (tutto è a colori). Mi soffermo in particolare su un libro in cui, sfogliandolo, le figure si animano. Vorrei comprarlo per averlo ma mi accorgo di essere nudo e di non avere soldi. Per cui faccio per chiedere ad Almar dei soldi ma non c'è più. Penso che forse stia facendo l'OCA Testa di Scientology, cioè il test della personalità, poiché magari ne ha bisogno. Vedo anche un libro che è una specie di computer e con tanti circuiti e schemi. Mi metto seduto presso una scrivania e questi schemi ad albero mi passano davanti, tutti a colori. Qualcuno dice che sto per entrare nella mia rete di computer, qualcun altro è incapace di farlo. Io entro nella mia rete di casa e poi l'abbandono per far sì che qualcun altro possa lavorarci su. Mi alzo e cerco Almar ma non vedo più nessuno. So che devo scendere perché dabbasso ci sono gli uffici e le aule ma due corridoi hanno un vaso di fiori con delle peonie e capisco che è vietato il passaggio. Per cui scendo le scale più in fondo ma sento sempre di essere nudo e mi dirigo verso i bagni sperando ci siano gli spogliatoi di coloro che ci lavorano per mettermi qualcosa. Una ragazza che lavora lì mi dice che stanno tutti a lezione. Io mi giro. Tutta la grande sala dove ero, i corridoi e le stanze sono vuote, non c'è nessuno ed è buio. Ho dei brividi e mi sveglio per un breve periodo. Il sogno seguente mi vede arrivare ad Amsterdam dal mio amico Marco al quale chiedo se gli va che andiamo ad Ikea. Lui ne è entusiasta e va per prepararsi. La sua casa è diversa, è più verdina e bianca, molti oggetti strani e so che ospita la mamma. Io gli dico che se vuole posso andare a dormire da un'altra parte ma la mamma viene e invece insiste per far sì che rimanga, tuttavia prende da parte Marco e gli dice che non è il caso di andare ad Ikea e fare altro. Non so cosa perché mi sveglio, sempre col mal di testa. Nell'ultimo, brevissimo sogno, so che mi sono spostato a Parigi da Amsterdam e so che dal luogo in cui ero con gli ascensori, sono passato in una città dove, appunto, c'era la Chiesa di Scientology per poi giungere ad Amsterdam e infine a Parigi. Sto uscendo dalla stazione della metropolitana di Marnes-La-Coquette, un paesino attorno alla metropoli e vedo le mie due colleghe Silvia e Marie-Rose. Mentre sto uscendo loro stanno invece ferme e faccio loro: "chi aspettate?" e rispondono "Il Papa!". In quell'esatto istante suona la sveglia delle otto in punto. L'analisi di questo sogno è complessa; alcuni elementi razionali derivano da questi giorni (il weekend con Jim Cow, mia madre che sta male). So che dovrò andare a Parigi la settimana prossima e che il mio amico Marco non viene più a Roma a giugno e che forse io andrò da lui. Almar che mi ha lasciato. Il cartellone della pubblicità della nuova Chiesa di Scientology di Boccea visto sabato (o forse è frutto della mia immaginazione?).

mercoledì 6 aprile 2011

Tarocchi e Paracelso

In questi giorni mi sto occupando di molte cose: l'edizione del libro sulle poesie ispirate a Spinoza, la creazione di applicazioni per iPhone con il programma SDK 4.0, la revisione di un mio libro di testi teatrali e il rispolvero dello studio dei tarocchi, come suggeritomi da un'amica che vorrebbe tanto io glieli facessi. Sono molto bravo a leggere ed interpretare i tarocchi, così mi sono deciso di studiare di nuovo alcune cose, dopo molti anni di inattività. Due domeniche fa a Porta Portese mi sono capitate alcune carte dell'Oracolo di Paracelso, molto interessanti perché scritte in latino e con dei simboli alchemici stranissimi, anzi direi quasi sconosciuti. Oggi pomeriggio mentre sonnecchiavo sul divano dopo che li avevo consultati e mi sono addormentato per un'oretta: ho fatto dei sogni molto strani che vedevano gente altissima e lunga che camminava assieme a me. Io ero bassissimo ma non so perché camminavo in aria. Attrono a noi molti di quei simboli. Mi sono svegliato per il caldo del plaid (in realtà oggi ha fatto prorpio caldo) e quindi ho interrotto il sogno. Ho rivisto le carte ma non ho riconosciuto alcun simbolo ma so che stanotte molto probabilmente qualcosa accadrà.

venerdì 28 gennaio 2011

Panorama sulla Città Immaginaria

Stanotte ilo coccodrillo è caduto e ho fatto questo sogno (a tal proposito credo che sia il coccodrillo a impedire questo tipo di visioni): ero nella mia Città Immaginaria e stavo acquistando da mangiare in un negozio. C'eranoa nche tanti amici attorno e alla fine ho pagato con una banconota da 50 euro. Siccome però non trovavo il portafoglio mi sono ricordato che avevo lasciato il giaccone e lo zainetto nel negozio del barbiere. Pensavo che mi avessero rubato ogni cosa (compresa la borsa con il computer) e invece era tutto sulla sedia. entro nel negozio e prendo il tutto ed esco passeggiando con alcuni amici. Uno di questi amici ci aveva lasciato per dirigersi in un negozio di elettrodomestici in un altro palazzo. Siccome dovevamo ritrovarci tutti assieme per andare via dalla Città cerco di chiamarlo. La persona indicata era un certo N*** che ora non vedo più ma di cui ho il numero nel cellulare appunto indicato con la lettera N. Lo chiamo ma non risponde. Saliamo tutti con un ascensore sulla vima di un palazzo e, dirigendoci verso un corrododio passiamo davanti ad alcune vetrate. Io mi sporgo a vedere e il panorama è mozzafiato: a questo punto è il sogno lucido con una intensità e una chiarezza mai viste. Da lontano la città nel suo splendore: è diversa, non è una città che ho visto finora, una leggera nebbiolina la sovrasta, ci sono palazzi altissimi, grattacieli e un colore bianco aleggia sull'orizzonte. Poi mi distraggo con la risata di un mio amico e me ne vado. Mi sveglio all'improvviso con un fortissimo mal di testa, veramente forte, accompagnato dal dolore cervicale. Mi rigiro un po' ma sono pochi minuti alle sette e la sveglia suona implacabile. Mi alzo e il mal di testa passa sotto la doccia bollente. rimango un po' intronato. Rimetto a posto il coccodrillo verde e esco di casa, lasciando Almar a dormire. Gli unici due elementi razionali che posso individuare sono la banconota da 50 euro della quale avevo bisogno ieri pomeriggio e che invece era a casa e il numero di N che ho visto mentre cercavo sulla rubrica dei numeri di telefono.

lunedì 3 gennaio 2011

Tre deliri e la scalinata di ferro

Il 31 gennaio mi sono svegliato perché Almar doveva andare a lavoro e quindi alle 6 la sveglia ha suonato. Una volta rimasto solo ho ripreso il mio sonno. Da quel momento mi sono svegliato decine e decine di volte sia erché avevo caldo sia perché forse ero scomodo a letto e ogni volta facevo un sogno. Avrò quindi fatto decine e decine di sogni vari, a colori, molto complessi e difficili a spiegare. Ad un certo punto, verso le sette del mattino mi alzo dal letto e guardo in direzione della porta: vedo entrare una persona e mi impaurisco a tal punto che inizio a gridare. Questa persona aveva delle caratteristiche orientali e, entrando, ha detto "Scusa, non sapevo ci fossi tu!" e se ne andò. Inizio a urlare ma non ci riesco e mi sveglio: era un incubo, così realistico che il mio cuore sobbalzava ancora. Ho accesso la luce accanto al letto e piano piano mi sono riaddormentato. Ho continuato a sognare cose e poi mi sono alzato dal letto e sono andato in salone, devo c'era la serranda completamente alzata e dal bacone entra una signora. Anche lì inizio ad impaururmi: questa mi osserva imperterrita e non fa nulla. Credo stesse guardandomi con fare normale. Mi sveglio: un altro incubo. Il mio cure ha battuto di nuovo ma riesco ad addormentarmi di nuovo e, dopo altri sogni, apro gli occhi e vedo dalla porta entrare una specie di fumo nero, quasi oleoso, che si disperde nella stanza verso l'alto. Mi sveglio di nuovo ma sono meno impaurito. Continuoa d addormentarmi poiché comunque mi sento stanco. Alla fine riesco a svegliarmi sul serio e mi vesto. Non so interpretare questi tre deliri: credo anzi che i personaggi mi stessero chiamando oppure forse volevano prendere contatto con me. Non ho riferimenti nella realtà, cioè cose che mi sono accadute il giorno prima. Ieri sera ero ancora un po' nervoso perché avrei dovuto dormire da solo (Almar di nuovo a lavoro come turno di notte) ma non ho fatto molti sogni drammatici. Anzi ho sognato di essere con la mia amica Manuela in una chiesa e dovevo andare in cima a questa per incontrare il parroco. La chiesa disponeva di una scalinata in ferro battuto a forma di chiocciola e multipla: c'erano molto altre scalinate avvolte attorno ad essa. Mentre salgo mi scende incontro la madre badessa del convento accanto e mi dice che non c'era nessuno in cima. Così cerco di scendere ma non ci riesco perché sbaglio scala e esco da tutt'altra parte mentre Manuela mi sta aspettando fuori. Questo riferimento nella realtà è preso da ieri pomeriggio quando siamo andati noi amici a visitare le chiese nella zona dell'Aventino, accanto al Giardino degli Aranci. Siamo entrati in una chiesa molto buia e con un negozio dei padri benedettini per comprare qualcosa: io ho preso l'elisir della Scala per il mal di testa, mentre i miei amici attendevano fuori. In un'altra chiesa c'era invece un presepe costruito con la piantina della chiesta stessa fatta solo come scheletro di ferro e l'evoluzione della piramide Cestia nel tempo, dall'ossatura alle pietre di marmo apposte. Un presepe molto strano a dire la verità.

martedì 13 aprile 2010

Il ritorno di Luciana

Era da tempo che non sognavo Luciana. In questi giorni ho avuto problemi di sonno perché sono un po' stanco e stressato per il lavoro. Nelle notti scorse ho sognato in definitiva numeri, dei quali ho preso nota. Stanotte Luciana, mentre camminava pet strada uscendo dal portone di mia madre ha incontrati Wanda e Marcella, accanto a due punk uno dei quali aveva una capigliatura arancione enorme. Wanda chiama Luciama, che riconosce poiché questa era uscita anonimamente sperando non si riconoscesse. Luciana si avvicina ai quattro, Marcella non dice nulla né, come al solito, ride. I punk nel frattempo si stanno cambiando e si scopre che sono degli attori intervenuti per attirare clienti in un locale ed ora stanno vestendosi in maniera molto ambigua con parrucchini e gioielli. Luciana non capisce ed osserva. Wanda dice che comunque sarebbe bello ricederai ogni tanto. Marcella ride. Fine. Mi sveglio con grandi dolori al collo ma stamattina mi sento benissimo, il tempo è bello e parto per Brindisi. Era da tempo che pensavo a Wanda e ieri mi è capitato di ricordare che comunque c'era molta allegria tra noi. Fortuna che non sogno mai Gina.

giovedì 14 gennaio 2010

Umbria e albergo

Ieri sera, dopo essere andato a letto alle dieci e mezzo, mi sono svegliato sentendo Almar ansimare. Erano le quattro e mezzo circa: aveva avuto un incubo. Mi sarei dovuto svegliare un'ora dopo, per poi partire per Città di Castello. Durante il viaggio ho ricordato una mia vacanza che mi portò a Daruta, la città delle ceramiche, dove acquistai alcuni pezzi che conservo ancora: ricordo con affetto quella vacanza, ormai lontano passato. E' andato tutto come doveva andare e, una volta arrivato a Città di Castello, sono riuscito a lavorare solo al mattino, ritrovandomi in albergo verso le tre del pomeriggio. Mi sono concesso un riposino fino alle cinque ed ho fatto un sogno molto limpido, a colori: stavo entrando nella stanza dell'albergo dove mi trovavo ma, anziché aprire su questa, entravo in un'altra in cui c'erano due letti singoli il primo alla sinistra della porta e l'altro alla destra. Nel letto sulla sinistra c'era una coperta abruzzese verdina sotto la quale trovava posto una persona che sembrava dormire. Cercai di non fare rumore ma chi c'era sotto si svegliò e scoprii essere una donna: aveva i capelli corti ed era sorpresa di trovarmi in camera poiché pensava che la sua coinquilina fosse una donna. L'abergo era economico ed accettava molteplici clienti nella stessa stanza. Io avevo anche iniziato a spogliarmi per nulla intimorito e, per calmarla, dissi che non doveva preoccuparsi di me perché ero omosessuale. La donna, che era molto carina e dall'accento toscano, i capelli corti e neri, si mise seduta e iniziò a farmi alcune domande per vedere se fosse vera quella mia affermazione. Disse anche che non ci sarebbero stati problemi se lo avessero saputo sul lavoro e io dovetti dire che non ce ne sarebbero stati. Sabato prossimo saremo alla festa di Cristina, a Latina, e nel nostro tavolo prenderanno posto due agenti che, seppure non abbiano nulla in comune con me, sono nel mio ambiente di lavoro. Personalmente non mi piacciono. Inoltre, pensando a questa mattina, mi sono ricordato che è caduto dal letto il coccorillo di pezza, addetto alla salvaguardia dei sogni e, difatti, Almar ha avuto il suo incubo. Forse il coccodrillo non ha gradito quando l'ho fatto cadere questa notte. Questo albergo è carino e mi ispira molto; anche la cittadina è simpatica: andando in giro ho trovato alcuni libri che cercavo per la mia collezione. Ho comperato i Sonetti del Belli nella Collana Meridiani e la raccolta di poesie Secondo natura di Sebald. Inoltre un'agenda 2010 Moleskine nera e un libro sulla dieta dopo il cancro per regalo a Cristina. Tanto per concludere: ieri, tornando da Palermo, in aeroporto ho trovato un Moleskine raccoglitore di documenti piccolo e un altro come sketchbook. Entrambi rossi.