giovedì 22 settembre 2011

Addendum: scendere

Non accadeva di addormentarmi di pomeriggio in questa maniera così profonda da moltissimi mesi. Stanotte infatti, con il mio raffreddore, non ho dormito quasi per niente e oggi, tornando da Frascati per lavoro, mi sono adagiato sul letto verso le 14 e ho dormito profondamente fin oltre le 15 nella stessa identica posizione in cui ricordo di aver chiuso gli occhi. Ho dormito così profondamente che ci sono voluti cinque minuti per rialzarmi e prendere coscienza. Ho fatto un unico sogno: mi trovavo su un alto palazzo ed ero con mia madre. Parlavamo del fatto che saremmo stati a Parigi (in realtà dovremmo partire il mese prossimo assieme io e lei) e mentre dialogavamo di ciò che si sarebbe portata incontriamo una sua collega. In realtà mia madre non lavora me nel sogno faceva l'impiegata in un ospedale. La collega si mette a parlare con lei ed io ne approfitto per guardare intorno quello che doveva essere un ospedale. Quando la collega se ne va proseguiamo il nostro cammino. Stavamo scendendo verso l'androne dell'ospedale, tre piani più sotto e prendiamo una scala mobile. Per un motivo che non ricordo, ci separiamo e lei va avanti a me di una decina di metri. La vedo scendere delle scale ma, quando io vi arrivo, mi trovo davanti il vuoto: per scendere infatti bisognava aggrapparsi a delle staffe di acciaio e saltare con un balzo il piano sotto, in maniera molto complicata. Io mi metto paura dell'altezza ma mia madre la vedo già sotto, arrivata. Le dico da lontano di attendermi esattamente là e mi giro per vedere se ci sono altre scale. Vedo degli ascensori e capisco che devo premere il -2. Tuttavia non ci so o ascensori che vanno sotto ma solo sopra e decido di entrare in uno di questi perché magari ha i bottoni dentro, come mi è capitato; tuttavia entro nell'ascensore ma in realtà è un porta attraverso la quale entro in una grande piazza, circondata da paratie trasparenti e blu alternate. C'è moltissima gente, tutti corrono. Incontro da lontano la collega vista prima ed ella corre con me per andare a prendere un ascensore che porti due piani più sotto. Non troviamo però ascensori che scendono e lei dice che forse hanno fatto dei lavori. C'è un metodo, continua a dire, ed è quello di prendere un tram. Stanno arrivando alcuni tram senza binario, tutti colorati di arancione ma sembrano quasi dei carretti siciliani per quanto sono abbardati. Riesce a vedere il numero 708 e 302 ma non so quale prendere e mia madre mi sta aspettando. A questo punto mi sveglio per un rumore fuori la finestra perché passa un'auto ma continuo a sforzarmi di proseguire il sogno e per qualche secondo ho mischiato con gli occhi impastati di sonno questa realtà e quella del sogno. Avevo la vescica piena e dovevo andare in bagno e quindi non ho potuto proseguirlo. Elementi razionali: ho parlato del viaggio a Parigi con mi madre proprio ieri e stamattina con una mia collega a Frascati. Inoltre ho visto la capotecnica del laboratorio analisi che stava discutendo al telefono ma senza camice (doveva essere appena arrivata) e mi sembra sia la collega del sogno con la quale parlava mia madre. Dopo un'oretta mi sono ripreso.

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