mercoledì 23 marzo 2011

Le vespe

Ho avuto caldo stanotte perché ho dormito anche con la maglietta sotto il pigiama, per cui verso le quattro mi sono svegliato con un caldo smisurato e l'ho tolta. Tornando a dormire ho sognato di trovarmi sopra un letto altissimo, a circa dieci metri di altezza in una stanza bianca. Le lenzuola erano bianche ed ero in compagnia di qualcuno, non so dire chi. Davanti a me una mensola sul muro e sopra una specie di enorme cranio di mucca o di altro animale con la calotta removibile. Colui che era accanto a me non riusciva a coprirsi con il lenzuolo per andare a dormire e mi diceva che aveva paura perché dei rumori provenivano dal cranio. Io gli ho detto che non avrebbe dovuto preoccuparsi perché nel cranio abitavano delle grandi vespe innocue che facevano la guardia. Sono andato a sollevare la calotta e ho visto una tartarughina di mare entrare a forza in una fessura del cranio e intuivo che le vespe l'avevano catturata per mangiarla. Mi sono chiesto come avesse potuto arrivare una tartarugha, perdipiù acquatica, fin lassù e ho ipotizzato che le vespe l'avessero usccisa e portata in volo. Guardando sempre attorno al cranio ne vidi un'altra, ormai morta da mesi ma ancora intatta come forma. All'interno c'erano voci di esultanza. Mi chiesi se la tartaruga fosse morta e mi atterriva la sua fine se fosse stata ancora viva. Poco più in là un'altro rumore di qualcosa che veniva introdotto all'interno e vidi una specie di piccolissimo neonato venire introdotto all'interno. Pieno di sonno coprii il teschio con la calotta removibile e mi misi a dormire. Accanto a me chi c'era stava già dormendo. Mi sono svegliato con la sveglia delle sei ma ancora mi domandavo se fossero morti sia la tartaruga che il neonato. Elementi razionali: ieri ho spedito un sms ad una mia cara amica che ha appena partorito; inoltre ho visto un episodio di Barbapapà alla TV in cui uno di loro trovava un uovo e non sapeva a quale uccello appartenesse per poi scoprire che era un uovo di tartaruga. Inoltre domanica scorsa mi trovavo nella casda di campagna del mio amico Gmaria e mi faceva vedere le api che succhiavano il polline da una pianta di rosmarino. Lì accanto una grande vespa era poggiata su uno stelo di una pianta e non faceva nulla.

martedì 22 marzo 2011

Io e Cri sulla bicicletta e l'azienda fantasma

A prescindere che ho sognato mia madre durante una riunione di una azienda che cercava esclusivamente me per alcuni suoi fini, elevandomi quasi a persona più famosa del mondo e dotandomi di uno stipendio di circa diecimila Euro al mese le cose sono andate così: innanzitutto io e la mia amica del cuore Cri stavamo andando verso la sua macchina parcheggiata nella Città Immaginaria e, per andarci e fare più in fretta, le ho detto che saremmo andati con una bicilcetta. Lei è salita in canna, come si usava nel dopoguerra, ma mi ha fatto fermare dopo un po' per entrare in un negozio di abiti da mare. Mentre l'attendevo fuori vedevo quanto fosse bella mentre si provava un pareo. Uscita con un mare di buste in mano risale sulla biciletta e ce ne andiamo verso la zona in cui doveva esserci la macchian parcheggiata. Ridevamo insieme tantissimo e i suoi capelli ricci mi davano fastidio alla faccia al punto che temevo di uscire fuori strada con il mio mezzo. Alla fine però avevamo fatto solo un centinaio di metri (a me sembrava di aver fatto chilometri); così Cri è scesa ed è andata a piedi ed io ho messo la bicicletta sul muro e sono entrato in un edificio. Sapevo di dover fare degli esami tanto che ero convinto fosse l'Università. Invece avevo fatto solo delle selezioni per una azienda che si occupava di proiezioni demoscopiche ed invenzioni e tutti stavano aspettandomi poiché mi avevano automaticamente assunto. Io dissi che lavoravo per un'altra azienda ma loro mi hanno detto che si erano permessi di farmi un piccolo versamento di una parte del mio compenso da diecimila Euro. Ho chiamato la mia banca per avere conferma e al telefono difatti mi han confermato la cosa. Stupito sono andato con una elegante signorina in una sala di conferenze e, non appena entrato, tutti mi hanno applaudito. C'era una festa in mio onore alla quale era stata invitata anche mia madre. Mentre mangiavamo tartine io chiedevo al direttore generale quale compito avessi e lui mi rispose che dovevo semplicemente proporre delle idee che sarebbero state realizzate. Anzi qualsiasi idea avessi, di qualunque tipo, sarebbe stata analizzata dall'Azienda. Non seppi mai il nome né di cosa si occupasse. Un po' spazientito da quella cosa ma anche interessato al tipo di lavoro mi diressi vicino a mia madre la quale mi disse: "Quando devo parlare della morta?" e io le risposi che avrebbe potuto farlo più tardi. Poi, avvicinandoci al tavolo dove erano le bevande fece un urlo e indicò il piede: una spilla le si era conficcata nel destro e la estrassi: era una spilla forgiata finemente e d'argento, formata da altre spille tipo una specie di rosetta. Molto bella. Sentivo di stare per svegliarmi e mentre lo facevo una sensazione strana: continuavo ad elaborare tante idee per quella Società misteriosa. Mi sono svegliato alle otto e venti. elementi razionali del sogno: innanzitutto ho rivisto Cri in foto su Facebook; poi ieri sera io e Almar ci siamo gustati la prima puntata della serie Stargate Universe in cui c'era un informatico sfigato invitato su un'astronave perché aveva scoperto la soluzione di un enigma alieno; infine mia madre ieri mi ha chiamato per dirmi che era stata al Verano e aveva visto che la tomba della zia di Almar non si era spostata per effetto delle recenti piogge.

venerdì 11 marzo 2011

Il lettone e l'albergo

Durante questo mese ho lavorato molto e la mattina mi sveglio presto, così dimentico gran parte dei miei sogni con molto disappunto. Ieri notte ho sognato mia zia Marisa che si trovava presso la vecchia fontana di mio nonno e che mi salutava. Adoravo quella fontana così come adoro le mie zie tra cui lei. Così l'ho chiamata per salutarla e ne è stata felice. Vicino la stessa fontana c'era anche mio cugino A* col quale non ci parliamo più e in quell'occasione invece faceva dei tentativi di riavvicinamento. Ne ero così contento che anche ero imbarazzato e mi chiedevo come mai volesse parlarmi di nuovo. Stanotte, forse in connessione con ciò, ho sognato di dormire in un lettone grandissimo che si trovava in Sardegna, nella cittadina dove andavamo da piccoli in vacanza. Non era la stessa casa anzi era una località diversa, più tecnologica, quasi nel futuro densa di alberghi. Io mi alzo dal lettone, lo rimetto a posto ed esco per strada intenzionato ad andare nella stanza d'albergo doveva avevo finto di essere un'altra persona. Mi chiedevo se potevo riprendere i miei bagagli findendo di essere chi non ero e andarmene in un altro albergo. Era quasi sera, la gente usciva: c'era una gran pace, senza confusione. Il mare era calmo e la luce tenue. Ho camminato a lungo senza pensare a nulla. Non sapevo si potesse meditare anche in sogno. Poi mi sono svegliato con un gran mal di pancia e caldo: veramente avevo la vescica piena ma non mi andava di alzarmi. Erano le sei e alle sette mi sarei dovuto svegliare. Ancora una giornata in cui ho dormito poco. Sono molto stanco: il lavoro mi atterrisce, sono depresso, non so se riuscirò a continuare a lungo.