venerdì 11 marzo 2011

Il lettone e l'albergo

Durante questo mese ho lavorato molto e la mattina mi sveglio presto, così dimentico gran parte dei miei sogni con molto disappunto. Ieri notte ho sognato mia zia Marisa che si trovava presso la vecchia fontana di mio nonno e che mi salutava. Adoravo quella fontana così come adoro le mie zie tra cui lei. Così l'ho chiamata per salutarla e ne è stata felice. Vicino la stessa fontana c'era anche mio cugino A* col quale non ci parliamo più e in quell'occasione invece faceva dei tentativi di riavvicinamento. Ne ero così contento che anche ero imbarazzato e mi chiedevo come mai volesse parlarmi di nuovo. Stanotte, forse in connessione con ciò, ho sognato di dormire in un lettone grandissimo che si trovava in Sardegna, nella cittadina dove andavamo da piccoli in vacanza. Non era la stessa casa anzi era una località diversa, più tecnologica, quasi nel futuro densa di alberghi. Io mi alzo dal lettone, lo rimetto a posto ed esco per strada intenzionato ad andare nella stanza d'albergo doveva avevo finto di essere un'altra persona. Mi chiedevo se potevo riprendere i miei bagagli findendo di essere chi non ero e andarmene in un altro albergo. Era quasi sera, la gente usciva: c'era una gran pace, senza confusione. Il mare era calmo e la luce tenue. Ho camminato a lungo senza pensare a nulla. Non sapevo si potesse meditare anche in sogno. Poi mi sono svegliato con un gran mal di pancia e caldo: veramente avevo la vescica piena ma non mi andava di alzarmi. Erano le sei e alle sette mi sarei dovuto svegliare. Ancora una giornata in cui ho dormito poco. Sono molto stanco: il lavoro mi atterrisce, sono depresso, non so se riuscirò a continuare a lungo.

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