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lunedì 8 febbraio 2021

Nino Taranto e la colla delle scarpe

Nel sogno noto che le mie scarpe nere si stanno per scollare e me ne vergogno perché devo andare all’Università o a un corso e temo che gli altri studenti le notino. Chiamo al telefono mia sorella chiedendole se mi compra la colla Artiglio e mi dirigo verso un palazzo, dopo aver parcheggiato la macchina ad un fast food. Incontro Rob il quale mi prega di accompagnarlo al Ministero dove lavora: è un militare e siamo vestiti tutti e due da militari, io per non dare nell’occhio, poiché non potrei entrare con lui. Lo ricevono due suoi amici commilitoni, un uomo e una donna: Rob lavora all’estero e quindi il suo posto viene conservato ma non c’è necessità che lui vada al Ministero. Non so quali affari sbrighi con i suoi amici e di cosa discutano ma io sono preoccupato perché il colonnello nell’altra stanza potrebbe scoprirci e difatti entra e subito mi chiama chiedendomi chi fossi. Mi interrompe uno dei due amici du Rob che dice essere ora di andare via e il colonnello li libera tutti tranne me poiché gli servo per una cosa. Rispondo “Signorsì maresciallo!” Ma volevo dire “colonnello” e lui si rivolge a me dicendo “Lo so che sei stanco ed è ora di andare via ma ti detto una lettera urgentissima, pertanto vai alla macchina da scrivere”. Mentre lo guardo mi accorgo che si tratta di Nino Taranto. Intanto gli altri tre se ne sono andati e, nel frattempo, ricevo un messaggio di Rob che mi scrive di sbrigarmi a tornare a casa perché verrà anche Claudio a trovarci. Il colonnello detta una lettera ma non riesco a capire cosa dica, per cui scrivo parole a caso, senza senso, le sottolineo con l’evidenziatore giallo e con la penna rossa. Una volta che ho completato gli porto il foglio ma non lo trovo. Mi sento chiamare da lui fuori la finestra: da due rampe di scale di marmo a semicerchio sta scendendo quella di destra con indosso un vestito di velluto rosso. Mi presenta alcune persone che si trovano sulla rampa di sinistra ma le ignoro completamente (nel frattempo mi sono tolto la divisa). Gli porgo il foglio e mi ringrazia. Lo saluto e salgo le scale ritrovandomi su altre scale, assieme a tanta gente che sale come me per almeno due rampe di piano, visitando stanze vuote di mobili ma piene di stucchi bianchi stile impero. Guardo ogni stanza, ogni particolare e finestra e dico a me stesso dove sia l’uscita; scorgo da dietro una porta-finestra con le persiane semichiuse la strada. Lascio perdere le altre persone che stavano iniziando a dirmi dove uscire e finalmente vedo la luce ma mi ritrovo in alto rispetto a dove eravamo prima e mi chiedo dove sia la macchina. Intravedo però il parcheggio del fast food e mi dirigo da quella parte. Mentre mi domando con molta ansia a che ora arriverò a casa perché devo andare a prendere la colla da mia sorella, arriva una telefonata di Rob che dice: “ Ma qui a casa improvvisamente un gufo ha iniziato a parlare! Ci siamo spaventati molto il e Claudio, tu ne sai niente?”, io però non rispondo e continuo a cercare la mia auto sempre più preoccupato del fatto che ancora non so quando arriverò a casa.il sogno è stato faticoso e lungo, avvenuto verso le 5 del mattino. Elementi razionali del sogno: ho notato al mattino che davvero le mie bellissime scarpe di cuoio nero e pelle di struzzo si stanno leggermente scollando; il gufetto che si trova sopra al divano e che avevo messo a posto di pomeriggio, di peluche, non ha la facoltà di parlare; avevo fatto vedere a Ross come si individua la macchina parcheggiata con l’app di Mappe perché ho sempre il terrore di dimenticare dove sia.

giovedì 19 marzo 2020

Sogno nel sogno

Da alcune notti dormo a casa di mia madre che non sta bene, per fare compagnia a mia sorella. Mi sveglio ogni volta verso le 4 (mi addormento verso le 23). Avevo già sognato mia madre ma solo come ricordo della vita reale poiché ella sta malissimo, qualche sera fa, dormendo a casa mia (avevo incontrato nel sogno una mia zia -  Annafelice - nata nel 1899 e morta molti anni fa: stavo andando dietro casa mia e l’ho incontrata e l’ho abbracciata in lacrime e lei mi ha detto “Perché piangi?” E io le risposi perché mia madre stava molto male; non ricordo cosa rispose a proposito). Questa notte invece, nel sogno, io e mia madre tornavamo a casa a Roma da un paese, che sembrava essere il suo paese natale, Marcianise in provincia di Caserta. Insieme ci siamo ritrovati nella stazione di Aversa: una volta infatti andavamo spesso in treno e si poteva andare o cambiando linea ad Aversa oppure fermandosi a Caserta. In genere lei andava sempre a Caserta e la venivano a prendere le mie cugine; stavolta io e lei - tornando da Marcianise - ci siamo fermati nella stazione di cambio di Aversa. Nel sogno però non era una stazione e la città non appariva affatto quella: sembrava un aeroporto. Dovevamo però prendere il treno e dovevamo scendere da quello dove ci trovavamo ma io non ero riuscito a farla scendere e quindi abbiamo perso la coincidenza. Pregai tanto il capostazione di fermare ma ci intimò di non scendere dal treno in corsa e così non abbiamo potuto ritornare. Mi sono svegliato abbastanza angosciato anche se mia mandare nel sogno stava bene. Mi sono alzato perché avevo freddo, sono andato nella sua camera da letto e l’ho coperta. Io ho preso per me un secondo copriletto. Mi sarò riaddormentato verso le sei e stavolta ho sognato che eravamo io e Rob che dovevamo prendere un aereo in coincidenza: eravamo su un treno o comunque un veicolo il quale ci fermò alla stazione di scambio. Nell’andare a prendere in perfetto orario il veicolo (forse un aereo) mentre andavamo ho raccontato a Rob il sogno fatto di me e ma madre che avevamo perso la coincidenza. Dissi: “Vuoi vedere che anche a noi capiterà come nel sogno fatto?”. E mentre andavamo non riuscimmo ad arrivare in tempo e perdemmo il volo o comunque la partenza. Mi sono svegliato non troppo angosciato stavolta ma stupito: come era possibile ricordare un sogno in un altro sogno?

mercoledì 19 giugno 2019

Ragni gialli e blob

Sogno spesso il mio letto: dormo sul cuscino sinistro e nei sogni mi trovo su quel cuscino in genere. Verso le otto di questa mattina ho sognato che invece mi trovavo fra i due cuscini ed erano con la federa bianca. Anche il lenzuolo (come sempre del resto) era bianco e dal lenzuolo vedevo due buchi; da quei due buchi sono usciti due argenti giallo canarino che si sono leggermente ingranditi e hanno iniziato a ballare. Non ero impaurito ma poi mi sono accorto che si stavano ingrandendo e sono andato via, trovandomi all’esterno di una casa che dava in una strada dove c’era una fontanella. I mattoni sui quali si trovava questa fontanella erano rossicci ma non usciva acqua dal rubinetto. Mi accorgo di stare accanto a Rob. Ad un certo punto dalla feritoia dove l’acqua defluiva uscì una massa gelatinosa informe tutta rosa che ha preso la figura di un piatto, sempre rosa. Dico a Rob che doveva trattarsi di in blob, un fluido mortale e che dovevamo scappare anche perché si stava dirigendo verso di noi. Lui si avvicina a questo che nel frattempo si trasforma in una specie di pesce. Rob cerca prima di leccarlo e poi di toccarlo e io glielo impedisco ogni volta. Alla fine con una bacchetta tenta di togliere un lembo di questo pesce-blob (il quale nel frattempo sembra essersi fermato nei movimenti) ma mi sveglio per colpa dei vicini del piano di sopra, come sempre: sono le otto e venti. Prima di svegliarmi però ricordo di Vergil detto: “Stai attento! È molto pericoloso!”.
Elemento del giorno prima: abbiamo visto insieme il video di un orb che è comparso a casa sua.

venerdì 21 ottobre 2016

Il gatto che ride e mia nonna

Siccome stanotte verso le 3 il vicino del piano di sopra mi ha svegliato, avevo caldo e in più mi sarei dovuto svegliare alle 5:30 per andare a Giulianova (TE), ho cercato di riaddormentarmi di nuovo, con i soliti dolori muscolari per la palestra dell'altro giorno. Avevo appena fatto un sogno in cui, presso un muro, mio nonno e mia nonna materni mi passavano accanto. Io riconobbi mia nonna dai capelli bianchi arroccati dietro e cercai di incontrarla. Non l'avevo mai sognata prima d'ora e mi ha molto infastidito il rumore dei talloni dei piedi nudi del mio vicino che battevano senza rispetto sul pavimento. Ad un certo punto è pure scattato il suo allarme perché ha inavvertitamente aperto le tapparelle elettroniche. Forse aveva caldo anche lui. Una volta riaddormentato mi sono ritrovato in un letto, coperto da un piumone bianco. Vicino al letto sedeva Robo il quale mi avvisò che il suo gatto Sammy voleva essere accarezzato da me. "Sta salendo sul letto, fallo entrare: ti riscalderà", disse e io aprii il piumone facendolo accomodare dentro. Ero in mutande e sentii il pelo del gatto passare vicino alla mia gamba e accoccolarsi ai miei piedi. Sentivo le sue fusa e ho immaginato fosse contento ma ad un certo punto sento che azzanna con le unghie e i denti il mio piedi destro. Al che dico "Mi sta facendo male al piede!" e Robo lo invita ad uscire; quello allora scende dal letto e mi accorgo che quest'ultimo era in strada. Scendo dal letto e vedo il gatto Sammy andare vicino ad un'altra strada e guardare un paio di altri gatti che miagolano l'un con l'altro e scompaiono dietro una siepe. Ad un certo punto il gatto Sammy inizia a ridere sommessamente e la cosa mi diverte moltissimo. Chiedo a Robo "Ma cosa ride?" e quello risponde "Non so, chissà cosa si saranno detti quei due altri gatti..." e mentre penso a questa osservazione così divertente vedo sempre dalla stessa strada venire verso di noi un uomo e una donna accompagnati da uno gnu che però cambiano man mano aspetto mentre si fanno più vicini assomigliando a dei mostri-elfi, con tante orecchie a forma di piccolo imbuto e verdi-rosse. "Scusate", dico loro, "mi sembrate quasi... degli elfi." e quelli mi ignorano ma sembrano non essere infastiditi affatto dalle mie parole; si fermano e parlano con Sammy il gatto. Io e Robo così ci dirigiamo verso un grande tavolo quadrato e ci sediamo. Io gli dico "Lo sai che prima ho visto mia nonna materna?" e mentre dico questo una donna accanto a me mi prende il braccio ed esclama"Tu hai visto tua nonna? Vieni con me che ti offro qualcosa di buono da bere!" e mi conduce non lontano e ordina due drink. Io le dico che ero in compagnia e lei risponde "Il terzo pagatelo da solo!" e chiedo al gestore quanto devo pagare. Egli risponde "7 e 8". Io penso che sia 7,80 Euro ma poi mi rendo conto che è troppo per quel drink e glielo dico. Quello stringe le spalle. Cerco i soldi e in tasca ho tre monete da due Euro, una da un Euro poi 50 centesimi, 1 moneta da venti e una dieci ma non voglio darglieli. La donna mi intima a prendere il mio drink che ha offerto ma io senza il drink da portare a Robo non mi muovo e non voglio pagare quell'uomo. Alla fine mi sveglio. Mi rimangono in mente soprattutto i numeri di cui sopra. Sono le 5, così mi alzo e basta.

lunedì 29 agosto 2016

gal22

Allora, iniziamo dicendo che  in questo periodo sto leggendo molti testi di cabalistica e Spinoza (quest'ultimo non ho mai smesso di studiare) e tuttavia ho pensieri riguardo il momento in cui non ci sarò più, preparando quasi la mia dipartita molto meticolosamente. In questa preparazione sto scrivendo una specie di manuale da utilizzarsi quando qualcuno viene a mancare: una summa di frasi non soltanto spinoziane ma inerenti il conforto di chi rimane. Nel redigere questo testo, raccogliendo i periodi, sentivo che mi mancava un riferimento del Nuovo Testamento ma non sapevo ancora quale. Stanotte, prima di alzarci alle 5:45 per andare in Corsica, ho avuto un incubo: ho sognato di dormire e accanto a me c'era una collega, una signora di mezz'età alla quale sono molto affezionato. Durante il sonno, nel sogno, mi sveglio poiché avverto un rumore. Glielo faccio presente ma dice di continuare a dormire; cerco di addormentarmi di nuovo ma, quando chiudo gli occhi, percepisco una presenza vicino al letto, un'ombra, la quale mi dice qualcosa che non riesco a ricordare: sembrava mia cugina Laura. Mi spaventava il fatto che sapevo che mia cugina fosse in vacanza in Sardegna (l'ho vista appena tre giorni fa) e ho iniziato a gridare ma la voce non veniva fuori. Devo essermi svegliato (sicuramente poiché Rob mi ha detto che ho urlato durante il sonno tanto da spaventare il gatto) ma ho ripreso a sognare. Stavolta ero in un negozio di elettricità e cercavo dei materiali per mettere a posto il sistema elettrico della casa della mia collega. L'impiegato mi chiede se deve anche preparare un computer. Gli rispondo di sì e allora lui mi chiede una password. Non la ricordo è così apro un foglio con un elenco di tante password. Nel sogno casualmente passa di là anche Rob e mi faccio aiutare da lui a cercarla. Non ci riusciamo ma poi, da quell'elenco, ne scorgo una. "Eccola! È questa!", dico. La password era gal22. Mi sveglio. Durante il viaggio verso Livorno per prendere il traghetto, cerco il capitolo 22 della Lettera ai Galati di San Paolo ma la lettera ha solo 3 capitoli e, con mia sorpresa, solo versetto 22, incorporato nel secondo capitolo. Esso recita così: "Il frutto dello Spirito invece è amore, gioia, pace, pazienza, benevolenza, bontà, fedeltà, mitezza, dominio di sé.". Mi ritengo soddisfatto del sogno.