Il sogno di stanotte è nato presumibilmente da una discussione con Gius riguardo una profumeria a Trastevere. In questa profumeria ci lavorano due amici, di cui una, Grace, mi era alquanto antipatica anche se talvolta mi ha dimostrato grande affettuosità. Parlando appunto con Gius dei vari prodotti che vende questa profumeria, detta "selettiva" dai loro proprietari perché ecologica, probabilmente ho innescato il ricordo di questa ragazza che compare nel mio sogno stanotte. Mi trovavo in un bellissimo locale alla moda francese (attualmente sono a Parigi) tutto bianco e pieno di oggetti curiosi. Questa Grace era la proprietaria e mi fa vedere molti prodotti e rimango affascinato da un paio: una specie di bottiglia al cui interno c'era un ventaglio di gomma bianca che si apre e diventa rosso e una serie di fumetti giganti dei Fantastici Quattro ricoperto di una sottile patina trasparente che potevano funzionare anche da lenzuola; mi nasconde poi la bottiglia alla quale ero interessato e al suo posto mi fa vedere una maschera di una specie di mostro di Frankestein, verde e di gomma, dalla forma simile a quella di un palloncino con solo le labbrone sporgenti e mi dice che si può appoggiare sul viso il quale assume le fattezze del mostro. Io ne resto ammaliato e voglio provarla ma si avvicina un cliente con il figlio e se la prova lui chedendomi come funzionasse. Siccome mi aveva preso per un commesso glielo faccio vedere: una volta appoggiata sul viso il signore si trasforma in Frankestein ma con la sua voce e il bambino ride tantissimo. Si alzano e se ne vanno ma mentre stanno uscendo la Grace mi urla dicendo "Mica hanno messo la maschera senza bere un dito di vino bianco?" e io rispondo di sì e quella, isterica, va lì e gliela toglie. Il bambino piange e il signore esclama che andrà dalla moglie a dirglielo. Poi Grace torna arrabbiatissima con me e la nasconde nel negozio. Mi sveglio alle tre e mezzo tutto sudato: ho dormito con la coperta stanotte. Mi riaddormento e la sveglia è alle sette. Nessun sogno rilevante. Il signore assomiglia al mio vicino di aereo ieri che ha viaggiato con me ed era argentino, dal viso curioso, sui cinquanta.
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giovedì 1 settembre 2011
lunedì 9 maggio 2011
Ascensori, Scientology, Amsterdam e Parigi
Con mia madre che sta male ero andato a letto nervoso e stanco, dopo una giornata passata anche con le nuove scarpe a forma di barca per stimolare le cosce. Ho dormito sodo ma alle sei e un quarto mi sono svegliato per il seguente sogno, con un mal di testa fortissimo e con una gran fatica. Dunque, mi trovavo a casa di Jim Cow il quale ha un ascensore che non funziona quando lo prendi perché pè di quelli che abbisogna della chiave. In genere quando andiamo a trovarlo Jim Cow ci chiama dal terzo piano e l'ascensore sale, dopo che siamo entrati dentro. Quindi, entrato nell'ascensore vedo che qualcun altro ha aperto il portone e lo faccio entrare dicendo che io sarei sceso al terzo piano. Quello mi parla abbassandosi e mettendosi seduto quasi, guardandomi i pantaloni. Non l'ho mai visto ma non penso sia amico di Jim Cow e quindi attendo di arrivare al piano. L'ascensore però, arrivato al terzo piano, si ferma un istante e poi prosegue in orizzontale. Io esclamo: "Accidenti! Questo è un ascensore orizzontale, meno male che fa una sola formata e scendo anch'io alla prossima e torno indietro." L'ascensore corre lungo il palazzo adiacente, vedo i tetti, alcuni altri palazzi: sembra la Germania degli anni Quaranta, è scuro in cielo. Arrivati alla stazione dell'ascensore scendiamo, il tizio se ne va ed io telefono con un cellulare di legno al mio amico Jim Cow. C'è una festa a casa sua e mi risponde uno dei Vongoli, la coppia dei miei amici di vecchia data. Dico di aprire la porta e chiamare l'ascensore che sto arrivando. Però vedo l'ascensore ripartire all'indietro senza di me, per cui corro e lo perdo! Così corro verso un altro corridoio dove c'è un secondo ascensore, stavolta di metallo in cui tutti sono seduti tranne un posto e mi ci siedo. Quello parte ma prende una strada diversa e va in chissà qualche altra parte della città, viaggiando sopraelevato. Ho il fiatone dopo tanto correre e, appunto, mi sveglio ansimante e col mal di testa. Fatico molto per riaddormentarmi, fuori c'è un po' di vento. Nel secondo sogno io e Almar passeggiamo dentro un centro commerciale e salendo le scale vediamo adagiati dei libri a fumetti. Ne sfoglio uno e i disegni parlano di una coppia omosessuale che fa sesso orale: i disegni sono in bianco e nero e fatti bene. Lo chiudo e mi stupisco che possano essere venduti in un centro commerciale. Una gentile signorina si avvicina e mi dice "Questa è la Chiesa di Scientology e, nella vita, può esistere anche che una coppia omosessuale faccia sesso." Salgo le scale con Almar e vedo che effettivamente è la nuova Chiesa di Scientology di Boccea, a Roma, che vende però anche altro materiale, forse perché è cambiata nel tempo. Vende pupazzi di Guerre Stellari e Star Trek, libri di fantascienza e di arte grafica a colori (tutto è a colori). Mi soffermo in particolare su un libro in cui, sfogliandolo, le figure si animano. Vorrei comprarlo per averlo ma mi accorgo di essere nudo e di non avere soldi. Per cui faccio per chiedere ad Almar dei soldi ma non c'è più. Penso che forse stia facendo l'OCA Testa di Scientology, cioè il test della personalità, poiché magari ne ha bisogno. Vedo anche un libro che è una specie di computer e con tanti circuiti e schemi. Mi metto seduto presso una scrivania e questi schemi ad albero mi passano davanti, tutti a colori. Qualcuno dice che sto per entrare nella mia rete di computer, qualcun altro è incapace di farlo. Io entro nella mia rete di casa e poi l'abbandono per far sì che qualcun altro possa lavorarci su. Mi alzo e cerco Almar ma non vedo più nessuno. So che devo scendere perché dabbasso ci sono gli uffici e le aule ma due corridoi hanno un vaso di fiori con delle peonie e capisco che è vietato il passaggio. Per cui scendo le scale più in fondo ma sento sempre di essere nudo e mi dirigo verso i bagni sperando ci siano gli spogliatoi di coloro che ci lavorano per mettermi qualcosa. Una ragazza che lavora lì mi dice che stanno tutti a lezione. Io mi giro. Tutta la grande sala dove ero, i corridoi e le stanze sono vuote, non c'è nessuno ed è buio. Ho dei brividi e mi sveglio per un breve periodo. Il sogno seguente mi vede arrivare ad Amsterdam dal mio amico Marco al quale chiedo se gli va che andiamo ad Ikea. Lui ne è entusiasta e va per prepararsi. La sua casa è diversa, è più verdina e bianca, molti oggetti strani e so che ospita la mamma. Io gli dico che se vuole posso andare a dormire da un'altra parte ma la mamma viene e invece insiste per far sì che rimanga, tuttavia prende da parte Marco e gli dice che non è il caso di andare ad Ikea e fare altro. Non so cosa perché mi sveglio, sempre col mal di testa. Nell'ultimo, brevissimo sogno, so che mi sono spostato a Parigi da Amsterdam e so che dal luogo in cui ero con gli ascensori, sono passato in una città dove, appunto, c'era la Chiesa di Scientology per poi giungere ad Amsterdam e infine a Parigi. Sto uscendo dalla stazione della metropolitana di Marnes-La-Coquette, un paesino attorno alla metropoli e vedo le mie due colleghe Silvia e Marie-Rose. Mentre sto uscendo loro stanno invece ferme e faccio loro: "chi aspettate?" e rispondono "Il Papa!". In quell'esatto istante suona la sveglia delle otto in punto. L'analisi di questo sogno è complessa; alcuni elementi razionali derivano da questi giorni (il weekend con Jim Cow, mia madre che sta male). So che dovrò andare a Parigi la settimana prossima e che il mio amico Marco non viene più a Roma a giugno e che forse io andrò da lui. Almar che mi ha lasciato. Il cartellone della pubblicità della nuova Chiesa di Scientology di Boccea visto sabato (o forse è frutto della mia immaginazione?).
mercoledì 28 luglio 2010
La casa storta e la voragine
Di nuovo, in sogno, una casa ma stavolta è una costruzione fatta di piastrelle per terra gialle e che riconosco come una delle tante mie case. Ci vado per prendere alcune cose poiché mi trovavo all'esterno in un piazzale dove, all'interno di un'automobile, c'era Hulk che giocava ad un videogioco. Assieme ad un mio amico dico che quello in realtà è un negozio di giocattoli di fantascienza e difatti mi viene in mente di vendere un giocattolo che possiedo in casa e quindi vado a prenderlo. Mi faccio accompagnare da questo mio amico ed entriamo nella casa. La casa è una palazzina del primo Novecento: all'interno noto però che tutto il pavimento sia del corridoio che delle camere è inclinato e suppongo che stia cedendo (forse per il fatto che ieri era caduta una libreria in camera mia). Il mio amico viene con me e, nel cercare il gioco, finisco sul letto perché penso che esso si trovo al di sotto. Il mio amico si spoglie e mi chiede di fare all'amore. Io sono titubante e lo accarezzo soltanto. Poi gli bacio la pelle che vedo essere liscia ed olivastra, quasi femminile. Mi accorgo di avere tutta la bocca coperta di sangue e non capisco se egli abbia una ferita o se sia un dente all'interno della mia bocca che si è staccato. Egli mi chiede di leccargli il culo e io mi accorgo che il sangue che ho in bocca aumenta. Così mi alzo e mi asciugo, allontanandomi. Con la coda dell'occhio vedo che egli si riveste ed esce, dandomi appuntamento all'auto. Io cerco il gioco ma non lo trovo, vedo che il corridoio è sempre più inclinato e credo di non farcela ad arrivare alla porta. Una volta giunto alla porta, in basso, mi accorgo che ci sono tanti caricabatterie per ogni tipo di cellulare e ne prendo uno per il mio Nokia. Fuori la casa prendo la macchina ma il mio amico vuol guidarla. Mi siedo accanto e lui inizia a guidare: ci dobbiamo recare al negozio-macchina di giocattoli. Ho in braccio un gatto nero meccanico, trasformatosi dal caricabatterie nero. Mi accorgo, mentre egli guida, che fuori c'è una voragine nera e profondissima e per un attimo la evitiamo. Il nero è un colore predominante perché proprio ieri è successa una cosa con l'email di Google: è arrivato un messaggio automatico a tutti i miei contatti, un worm, in cui c'era un banale promo pubblicitario. E' arrivato a tutti.
domenica 31 gennaio 2010
La porta dei ragni e gli UFO
Era da gran tempo che non sognavo più ragni in questa maniera tale da atterrirmi una volta sveglio. Ho fatto tre sogni stanotte, nel primo ero il guidatore di un UFO discoidale, una mia invenzione però e non degli alieni e veleggiavo sopra Cala Sisine, una spiaggia dove andavo d'estate in Sardegna. Mi diressi sulla cima assieme ad una ragazza di cui non ho riferimenti e misi una specie di barriera elettronica bluastra per impedire l'accesso dei bagnanti che ci avevano visto dalla spiaggia e che presumibilmente si sarebbero arrampicati per vedere questa mia macchina volante. Io e la ragazza guardavamo il mare dall'alto: era molto bello, la vegetazione verdastra era accattivante. Ci accorgemmo che molta gente stava salendo e aveva scoperto però che il campo di forza era solamente una specie di mantello dal quale si poteva passare sotto, eludendolo. In questo modo ci hanno accerchiati e avrebbero cercato di carpirne la tecnologia se ella non mi avesse preso di forza e condotto all'interno per andarcene via. Non so perché non volessi volare, forse era perché nutrivo fiducia negli esseri umani e nel senso del rispetto che avrebbero dovuto invece avere. Poi passai rapidamente al secondo sogno: mi trovavo su un autobus e della parte destra del mio posto c'era mio nonno materno ormai morto che fissava l'esterno del finestrino e non parlava. Quando sogno i morti nella maggior parte dei casi (cioè sempre) essi non parlano mai e sono silenziosi. Ho sognato la spiaggia e mio nonno poiché li avevo visti il giorno prima da mia madre attraverso i vecchi filmini super-8 che ho masterizzato. Lasciato dietro mio nonno mi sono diretto verso l'entrata del palazzo di una mia zia di Tagliacozzo (anche questo paese ho visto nei filmini) il cui marito è recentemente deceduto. Mentre vado per aprire questa porta con una chiave attaccata alla toppa mi accorgo che una grande migale è attaccata sulla chiave e mi discosto. Poi mi rendo conto che molte migali sono acquattate negli angoli delle porte e sulla porta stessa. Ho pensato che forse, vista l'umidità e il freddo, si erano riparate nell'androne. Mi guardo intorno e vedo che ci sono ragni attaccati anche sul soffitto e mi sposto in un punto dove non ce ne sono. Vado per chiudere la porta, visto che sarebbero potute entrare dentro ma ce n'era una anche sul pomello, per cui decido di telefonare a mia zia per dirle che avrebbe dovuto venire alla porta e assolutamente non aprirla anzi chiuderla per bene ma non riesco a trovare il cellulare. Inoltre un enorme migale, questa volta dal colore verde, era di fronte a me e si stava ingrandendo con la faccia di Hulk. Mi sveglio atterrito dal terrore, ansimo, non riesco a riprendermi. Non voglio svegliare Almar accanto a me e piano piano riprendo a respirare bene. Guardo l'ora: le sei e dieci. Mi sono riaddormentato verso le otto e mezzo, facendo un terzo sogno: Ero con alcuni colleghi che reputavo amici e avevo la macchina parcheggiata: era rossa e di un tipo di BMW molto vecchio. Due colleghe vanno verso la macchina ma prendono delle cose da dentro e io mi arrabbio: avevo infatti detto loro che avrei lasciato l'auto aperta perché mi fidavo di tutti loro e invece mi avevano tradito. Per cui riprendo le cose che hanno portato via e le ripongo dentro, chiudendo il bagagliaio. Le due se ne vanno ridendo. Il bagagliaio contiene decine e decine di cristalli, specialmente rossi e viola. Mi sveglio verso el nove. Stamattina siamo andati a Porta Portese e ho visto una bancarella che vende cristalli a non finire, anche grandi. Per quel che riguarda i ragni del sogno, ieri sera per un attimo Almar ha giocato con l'iPhone un gioco in cui un ragnetto saltatore mangia le api. Forse questo è stato l'attivatore ma la porta andava aperta o tenuta chiusa? E inoltre: cosa c'è dietro quella porta? I ragni forse erano là per non aprirla.
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