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venerdì 26 giugno 2009

Omaggio a Farrah e Michael

Sapere che è morta proprio ieri Farrah Fawcett dopo lunga malattia ha un sapore amaro. Non solo perché era la donna dei miei sogni, la mia icona femminile di quand'ero giovane ma proprio per la sua tenacia e il combattimento verso un male così terribile e di cui purtroppo non è sopravissuta. Recentemente avevo acquistato il cofanetto delle Charlie's Angel e avevo preso solo la serie dove c'era lei. Quella serie rappresenta la mia gioventù e negli anni Settanta è appunto iniziata la considerazione che fossi vivo. Dal 1977 inizia la convinzione che la mia vita avrebbe avuto un nuovo corso, coincisa anche con la visione di Guerre Stellari. Non posso dare un vero addio perché purtroppo non l'ho conosciuta e di lei ho l'immagine nei suoi telefilm e nelle foto. Per me vive ancora, un po' come Marilyn Monroe ma, mentre quest'ultima io non l'ho vissuta, Farrah invece sì e quando leggevo i giornali scandalistici dell'epoca avrei desiderato che una sera in un ristorante di San Francisco io e lei si prendesse un drink guardando il tramonto sulla baia. Invece oggi apprendo che è morto per infarto Michael Jackson. Allora stiamo prorpio invecchiando, mi dico. Michael è stato un genio e anche uno stupido. Genio per le sue performance artistiche, stupido perché ha voluto creare un mito che sarebbe comunque venuto da solo, come ad esempio i Rolling Stones o i Led Zeppelin. Ad ogni modo ho sempre ammirato il suo desiderio di cambiamento. Secondo me è stato più coerente di Bowie quando cantava Changes: Michael ha fatto sua questa filosofia e lo metterei tra i grandi artisti della body art anziché tra i più grandi musicisti, al parti di una Orlan. Su tutto, pesa il fatto che gli anni passano.