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lunedì 8 febbraio 2021

Nino Taranto e la colla delle scarpe

Nel sogno noto che le mie scarpe nere si stanno per scollare e me ne vergogno perché devo andare all’Università o a un corso e temo che gli altri studenti le notino. Chiamo al telefono mia sorella chiedendole se mi compra la colla Artiglio e mi dirigo verso un palazzo, dopo aver parcheggiato la macchina ad un fast food. Incontro Rob il quale mi prega di accompagnarlo al Ministero dove lavora: è un militare e siamo vestiti tutti e due da militari, io per non dare nell’occhio, poiché non potrei entrare con lui. Lo ricevono due suoi amici commilitoni, un uomo e una donna: Rob lavora all’estero e quindi il suo posto viene conservato ma non c’è necessità che lui vada al Ministero. Non so quali affari sbrighi con i suoi amici e di cosa discutano ma io sono preoccupato perché il colonnello nell’altra stanza potrebbe scoprirci e difatti entra e subito mi chiama chiedendomi chi fossi. Mi interrompe uno dei due amici du Rob che dice essere ora di andare via e il colonnello li libera tutti tranne me poiché gli servo per una cosa. Rispondo “Signorsì maresciallo!” Ma volevo dire “colonnello” e lui si rivolge a me dicendo “Lo so che sei stanco ed è ora di andare via ma ti detto una lettera urgentissima, pertanto vai alla macchina da scrivere”. Mentre lo guardo mi accorgo che si tratta di Nino Taranto. Intanto gli altri tre se ne sono andati e, nel frattempo, ricevo un messaggio di Rob che mi scrive di sbrigarmi a tornare a casa perché verrà anche Claudio a trovarci. Il colonnello detta una lettera ma non riesco a capire cosa dica, per cui scrivo parole a caso, senza senso, le sottolineo con l’evidenziatore giallo e con la penna rossa. Una volta che ho completato gli porto il foglio ma non lo trovo. Mi sento chiamare da lui fuori la finestra: da due rampe di scale di marmo a semicerchio sta scendendo quella di destra con indosso un vestito di velluto rosso. Mi presenta alcune persone che si trovano sulla rampa di sinistra ma le ignoro completamente (nel frattempo mi sono tolto la divisa). Gli porgo il foglio e mi ringrazia. Lo saluto e salgo le scale ritrovandomi su altre scale, assieme a tanta gente che sale come me per almeno due rampe di piano, visitando stanze vuote di mobili ma piene di stucchi bianchi stile impero. Guardo ogni stanza, ogni particolare e finestra e dico a me stesso dove sia l’uscita; scorgo da dietro una porta-finestra con le persiane semichiuse la strada. Lascio perdere le altre persone che stavano iniziando a dirmi dove uscire e finalmente vedo la luce ma mi ritrovo in alto rispetto a dove eravamo prima e mi chiedo dove sia la macchina. Intravedo però il parcheggio del fast food e mi dirigo da quella parte. Mentre mi domando con molta ansia a che ora arriverò a casa perché devo andare a prendere la colla da mia sorella, arriva una telefonata di Rob che dice: “ Ma qui a casa improvvisamente un gufo ha iniziato a parlare! Ci siamo spaventati molto il e Claudio, tu ne sai niente?”, io però non rispondo e continuo a cercare la mia auto sempre più preoccupato del fatto che ancora non so quando arriverò a casa.il sogno è stato faticoso e lungo, avvenuto verso le 5 del mattino. Elementi razionali del sogno: ho notato al mattino che davvero le mie bellissime scarpe di cuoio nero e pelle di struzzo si stanno leggermente scollando; il gufetto che si trova sopra al divano e che avevo messo a posto di pomeriggio, di peluche, non ha la facoltà di parlare; avevo fatto vedere a Ross come si individua la macchina parcheggiata con l’app di Mappe perché ho sempre il terrore di dimenticare dove sia.

martedì 19 maggio 2020

La volta carinzia

Il sogno è stato fatto questa mattina, attorno alle 7, appena dopo essermi addormentato di nuovo. Mi trovavo in un appartamento e mi ero appena vestito, preso il cellulare e il portafoglio; sono uscito in compagnia di altre persone, come fossi uno studente in visita in un’altra città. Percorriamo una via in salita e noto il marciapiede molto alto, mi accorgo che la cittadina sembra un paesino anonimo. Siamo in cinque e ci stiamo dirigendo verso il centro a piedi. Arrivato in cima alla salita c’è una rotatoria; dico a tutti di aspettarmi perché ho dimenticato una cosa da prendere in camera e mi dirigo di nuovo verso casa ma poi ci ripenso e giudico che ciò che pensavo di prendere non mi è necessario (credo una matita verde). Ritorno al gruppetto e ci incamminiamo: in lontananza la città sembra essere carina, siamo in una zona rurale, con poche automobili e una del gruppo decide di farci visitare un’attrazione turistica vicino chiamata la “volta carinzia”. Nel sogno penso di essere in una città dell’Est europeo, Budapest o Bucarest (in quest’ultima non sono mai stato). Qualcuno dice che è chiusa alle visite ma l’altra ragazza insiste e ci troviamo a girare a destra dalla via che conduce in centro: c’è una struttura un po’ diroccata, una specie di tempio rotondo, pieno di muschio e rovine. Passiamo fra una colonna e scendiamo grossi gradini di marmo. Sulla destra, al centro della struttura, ci sono dei custodi dietro a una porta a vetri i quali però non dicono nulla né escono fuori. La ragazza che vorrebbe farci visitare il monumento inizia a spiegare cosa sia e purtroppo mi sveglio con il ricordo della maestosità del luogo.
Elementi razionali: prima di addormentarmi ho visto un film in bianco e nero e ho avuto nostalgia di quei tempi; inoltre Rob ha avuto la notizia che starà via quattro anni in Germania per lavoro (lui ha visitato la Romania prima del coronavirus).

sabato 9 maggio 2020

Il mare impetuoso e la camera da letto.

Stanotte sogno in due parti, anzi tre. Nella prima parte mi ritrovo al termine di un sogno effettuato a Marzo che non ho raccontato qui (ma di cui esiste la mappa nei miei appunti): camminavo sopra a un fiume come fosse cristallo accompagnato da una ragazza sconosciuta e, giungendo quasi alla foce, andava in salita e si ritrasformava in liquido. Il sogno di stanotte riprende da quel punto: mi ritrovo in acqua e vedo che la foce esce sul mare immenso. Il mare, i cui colori erano fra il verde e l’azzurro mischiati, era come diviso in due parti: una prima parte a destra dove, da lontano, grandi gorghi non facevamo presagire una vita facile per un bagnante e una seconda parte a sinistra, con enormi onde che si infrangevano su grandi montagne le quali ogni tanto si spezzavano e enormi massi cadevano in acqua; probabilmente potevano anche essere una gigantesca cascata i cui colori però erano come quelli doe mare. Un lembo di terra separava quest’ultima da dove ero e, appoggiato a questa riva cercavo di non farmi trasportare fuori in mare aperto. Mi sento chiamare e dietro di me arriva un’automobile per metà sott’acqua, con alla guida mia sorella o almeno una simile figura. Mi chiede di sbrigarmi ad entrare: all’interno c’era anche qualcun altro. Lei guida e ci dirigiamo alla fine del lembo di terra in una specie di portone che conduceva sottoterra, sotto il mare. Tutto quindi si trasforma e ci ritroviamo nella Città Immaginaria sotterranea. L’auto svolta a destra e scendo. Mi sveglio, vado a fare pipì: sono le 8 circa. Mi riaddormento subito e continuo il sogno da quel corridoio che portava a una via. Entro in un bar dove c’erano un paio di avventori. Salgo le scale che portano a un corridoio al piano sopra. Alla mia sinistra una porta conduce in un ristorante attiguo, molto grande dove una scalinata avrebbe portato alla sala di sotto. Non scendo ma anzi proseguo nel corridoio. Apro una porta ed entro in un appartamento attiguo al ristorante sempre al piano di sopra. È buio e mi metto a letto, assiema alla mia cara amica Mer. L’angolo dove era il letto nasconde la porta d’entrata chiusa. Mentre credo di addormentarmi nel sogno, lei dice: “Sta entrando qualcuno!”. Io cerco di gridare in tedesco ma esce una voce roca dicendo in inglese “Who’s there?”. A questo punto accade una cosa che non mi spiego: mi sveglio realmente e cerco di gridare la stessa frase mentre sono nella realtà ma non ci riesco per cui, un istante dopo, mi riaddormento e proseguo lo stesso sogno nel letto, dicendo a Mer: “Non c’è nessuno” ma con la coda dell’occhio mi sembra sia entrato qualcuno perché percepisco una luce che prima non c’era. Lei si tranquillizza e avviene un vero e proprio sogno erotico. Mi sveglio definitivamente verso le 9:30.
Elementi reali del giorno prima: una puntata vista prima di addormentarmi di ”Babylon Berlin” (in italiano); il ristorante mi ricordava la sala di un hotel visto a Marrakech a gennaio scorso. Mai dormito né avuto alcun rapporto sessuale con Mer in vita mia.

lunedì 9 ottobre 2017

Il lago sotto il mare

Me ne stavo in vacanza nella Città Immaginaria e sapevo che da qualche parte c’era anche il mio amico Marco. Una persona mi viene incontro con un carrello della spesa, all’interno pieno di vestiti, valigia e un cellulare iPhone 6. Riconosco che era quello del mio amico. Il cellulare squilla e dall’altra parte c’era proprio lui. Mi dice che è dovuto partire all’improvviso e ha lasciato tutto in albergo e mi chiede se portavo con me le sue cose, un domani se le sarebbe venute a prendere a Roma (vive in realtà ad Amsterdam). Io gli dico di sì e lui riattacca. Metto il tutto nell’unica valigia nel carrello e mi dirigo a fare una passeggiata: il mare era splendido e azzurro, calmo e la giornata calda. Mentre salgo su una salita scorgo una immensa buca, la quale faceva intravedere il fondale marino e al di sotto di questo un grandissimo lago. Avevo cioè la visuale di due enormi piene di acqua. Continuo a camminare e mi sveglio molto riposato.
Elementi del sogno: le due acque in senso cabalistico (acque di sopra ed acque di sotto)? Inoltre da dove chiamava Marco e con che cellulare visto che aveva lasciato tutto in albergo? L’enorme buca probabilmente perché ho visto la foto della “porta dell’inferno”, una cavità naturale da cui escono fiamme e fuoco vicino ad un vulcano. 

lunedì 7 agosto 2017

Gatto e mosca

Non è la prima volta che sogno le mosche: circa due settimane fa ho sognato di comprare una enorme mosca di plastica rosa (che mi ricordava quella che ho attualmente in cucina - di ferro - sotto il tavolo e che funge da portalumino. Stanotte ho sognato anche Sammy il gatto, il mio adorato Sammy venuto a mancare a Dicembre. Era sul letto di una casa che non riconosco nel sogno e aveva davanti a sé una mosca nera, di quelle di plastica che una volta nella precedente casa di Trigoria conservavo vicino alla libreria. Ho preso in braccio Sammy per spupazzarlo un po' e, dato che sapevo che a lui dava fastidio, l'ho rimesso sul letto ma la mosca non c'era più. C'erano però dei pezzetti di biscotto, delle briciole. La mosca stava, immobile, in un angolino e con leggero schiocco delle dita l'ho fatta saltare in avanti. A quel punto Sammy l'ha vista e ha iniziato a giocarci ma non direttamente con lei, piuttosto con la sua ombra. La mossa sembrava ridere a quell'azione. Mi sono svegliato più volte dal caldo stanotte e ricordo solo di aver ripreso ancora una volta il sogno con Sammy ma non con la mosca.

Nota cabalistica: "Mosca" in ebraico si scrive זבוב e ha valore 17, numero molto importante poiché riferito al Bene (טוב); inoltre al primo e al quarantanovesimo dei 72 Nomi che insieme (1 + 49) indicano le 50 Porte della Conoscenza, la prima dall'alto e l'ultima dal basso; infine il "Nome buono di Dio": א - ה - ו - ה. Io credo però che il 17 indichi la diciassettesima Lettera, la פ, che significa "bocca". 
"Gatto" invece si scrive חתול ed ha valore 444. Questo numero indica sia le Tavole della Legge ma anche la simbologia della piaga delle rane (nelle sette piaghe d'Egitto): un eccesso dell'uso dell'energia sessuale (che ho in effetti in questo momento). Indica anche "oscurità fittissima", anche questo percepisco nel periodo che sto vivendo.

giovedì 16 giugno 2016

La pipì rosa e il sogno nel sogno

Dunque, inizio dicendo che finalmente ho fatto un sogno come non ne facevo da mesi (o forse da anni): lunghissimo, in più parti, colorato e con una particolarità assurda; forse un sogno lucido? Non ne sono sicuro. Mi trovo per lavoro ad Urbino. Riguardo al colore del titolo, ieri - scrivendo sul gruppo Playmobil Italia su Facebook, un utente ha dichiarato di voler cercare la linea rosa delle casette Playmobil, linea che io ho, non completa ma abbastanza numerosa in oggetti. Ecco il sogno: ricordo che stavo in Olanda ma non mi sembrava tale, anzi nell'insicurezza di trovarmi in quel Paese la mia mente si è come librata in alto guardando giù e ha formato una mappa in cui vedevo distintamente e a colori l'Italia e la ex-Jugoslavia ma il mare Adriatico univa quasi le due rive, mi sembrava essere in un lontano futuro. Tornato nella mia mente sapevo di dover andare a cena e mi diressi verso la sala da pranzo in una casa a metà tra l'essere un appartamento e un giardino. Il tavolo era ovale e - oltre me - c'erano un uomo, sua moglie  e un'altra donna più giovane. Mi conoscevano tutti ma sentivo di essere un ospite. dopo la prima portata sento di dover andare in bagno a fare pipì, per cui mi alzo con disappunto della padrona di casa e sento che lei e il marito parlavano di me: egli mi difendeva dicendo che se uno deve andare in bagno all'improvviso non è sconveniente affatto. Il bagno si trovava al piano di sopra ed era una cameretta piccola con due finestre e una porta: la finestra a sinistra era completamente aperta e quella davanti al cesso aveva delle veneziane dalle quali si poteva vedere un corridoio. Accostai la porta ma mi accorsi che il marito della donna era salito e doveva anche lui andare in bagno. Senza essere affatto infastidito inizio a fare pipì e questa mi esce rosa. Io mi impaurisco e l'uomo, che si rivela essere un medico si accorge della cosa e, sporgendo dalla finestra al'interno del bagno, me lo prende in mano mentre continua a fluire la pipì e dice "Scusa ma sto eseguendo una PCR in diretta per vedere cosa sia questo strano colore". Mi accorgo che il mio membro non era affatto quello che ho oggi ma di un ragazzino assai giovane, prepubere quasi. Poi me lo lascia e dice: "Niente di grave ma fatti fare le analisi in ospedale quando puoi, vai pure a Parigi". Poi se ne va da qualche parte su quel piano e in un istante mi accorgo che era la Francia e non l'Olanda il Paese in cui dovevo essere ma nessuno parlava francese. Mi ritrovo così nudo e decido di scendere per proseguire la cena ma che davvero era sconveniente scendere spogliato completamente e prendo un gruppo di fogli uniti da un filo e me lo metto attorno alla vita come un abitante delle isole hawaiane. Appena scendo dico alla signora "Le servivano questi fogli?", lei mi guarda male e fa no con la testa. Mangio una minestra e dopo tutte e due mi dicono che dobbiamo andare e mi avrebbero riportato a casa. Mi spoglio della carta e mi vesto elegante con giacca e cravatta. Prendiamo una macchina e andiamo via: alla guida c'era la signora, con accanto la ragazza più giovane. La macchina mi sembrava una Skoda gialla del'Europa dell'Est. Mentre fino a quel punto il sogno si era rivelato calmo e normale, guidando la signora incappa in un leggero traffico e dentro un tunnel. L'auto si ferma e io vedo accanto a lei un macchinario gigantesco e rosso che - senza alcun rumore - impianta nell'asfalto un enorme cuneo e muove i suoi immensi ingranaggi nel tentativo di smontare un intero gigantesco palazzo. Io scendo dalla macchina per avvisare gli operatori che ce ne erano altre ma non sembrava ci fosse qualcuno a muoverlo. Mi divincolo tra i bracci meccanici, ho paura che uno di questi mi possa colpire o che crolli un soffitto di cemento armato ma il tempo di passare attraverso questi e si crea una nuvola di polvere e capisco che è crollato tutto. Cerco di andare fuori ma penso che la macchina con le due donne era ferma e torno indietro: l'auto aveva il tetto come segato via e le due donne erano sedute sui sedili apparentemente senza vita. Mi avvicino ma mi accorgo che sono vive e una di loro dice "Ci dovranno ripagare! Di sicuro!". In quel frangente capisco che il macchinario (scomparso ora) era teleguidato e che non avrebbe ucciso nessuno ma tutto attorno era distrutto. Mentre andiamo verso un lato del luogo che si rivela essere su un ponte, vedo arrivare tutti i miei passati ed attuali amici, trai quali ricordo Jim Cow e il suo compagno e i Vongoli, tutti coinvolti nel casino appena successo e con i vestiti rovinati e impolverati. Chiedo loro come stiano e rispondono che stanno tutti bene ma che tanto era inutile che avessero i vestiti in ordine poiché stanno andando a una festa. "Vieni anche tu vero?" io guardo le due donne che mi fanno segno di andare e ci dirigiamo a piedi verso una direzione, attraversando ponticelli e fiumiciattoli: sono comunque un po' scosso e affaticato, mi sento anche dolorante per i continui movimenti che avevo dovuto fare per schivare i bracci meccanici. Mentre cammino telefono con il cellulare a mio fratello e gli dico che ho avuto un incidente, non mortale e che non sono ferito. "Dove sei ora? Ti serve aiuto?" mi fa ed io tentenno, poi rispondo "No, aspetta: scusa, mi sono sbagliato. Questa informazione non è reale perché ti ho appena detto quello che mi è accaduto nel sogno, quindi stai tranquillo" e lui riattacca dicendo "OK, torna presto". Metto il cellulare in tasca e penso che se mi svegliassi in quel momento potrei davvero vedere che non era che un sogno e che non ero dolorante e affaticato. Difatti mi sveglio: la stanza è al buio. Prendo sonno subito dopo e mi ritrovo all'ingresso di una villa, con gli amici che stanno entrando, sempre tutto a colori con una bella luce. Gli amici si disperdono fra gli invitati: capisco che era una festa in cui si stava tutti in mutande con grande semplicità, uomini e donne (riconosco anche le due donne). Non mi vergogno affatto anche se ero l'unico con un vestito blu e camicia bianca elegantissimo. Mi guardavano tutti e decisi di andare in una stanza a spogliarmi in santa pace. La villa era molto bella: al piano superiore c'erano mobili antichi e un canetto che sgattaiolava in ogni dove. Mentre inizio a spogliarmi entrano alcuni amici e riconosco uno dei Vongoli con tanti tatuaggi addosso:in realtà non ne ha neppure uno e vedo che se li era fatti fare recentemente. Mi accorgo allora che uomini e donne avevano innumerevoli tatuaggi, tutti stranissimi e qui si tramuta ogni cosa in bianco e nero, non più a colori com'era prima. Mi tolgo i pantaloni che appoggio su una poltrona e mi prende un colpo: le mie mutande bianche avevano leggere picchiettature rosa: quelle della pipì che evidentemente le aveva colorate. Non sapevo come fare e mi vergognavo moltissimo. Nessuno se ne era accorto. Alla fine decido di togliermele: sarei stato nudo ma senza tatuaggi addosso e la mia pelle era bianca. Così, deciso di andare nella stanza dove sentivo la musica e tutto rimaneva in bianco e nero. Mi sveglio con il rumore del condizionatore nella mia stanza di albergo e che avevo spento ieri sera. So di essermi sevgliato più volte di querlla che ricordo esattamente a metà del sogno. Elementi che potrebbero aver indotto la storia: mi sono ricordato domenica sera, parlando con Robo di due vecchissimi amici di quasi venti anni fa che partecipavano alle feste del Vongoli (e che erano presenti nel sogno anche se parzialmente nascosti); la strage di Orlando e il Pulse, forse ma soprattutto proprio ieri pomeriggio ho rivisto il libro Paesaggi di Tullio Pericoli e acquistato Robinson Crusoe illustrato sempre da di Tullio Pericoli nell'edizione Adelphi.


martedì 10 gennaio 2012

La mosca rossa e il paesaggio

Non avrei dovuto mangiare ieri sera il prosciutto crudo per cena perché sapevo che mi avrebbe fatto avere sete. Difatti sono andato a letto alle undici e mezzo ma all'una di notte mi sono svegliato con l'arsura. Mi sono svegliato dopo aver concluso un sogno. Mi sono alzato, ho bevuto e sono tornato a letto e verso le cinque e quaranta mi sono svegliato da un altro sogno. Nel primo sogno mi ritrovo nella casa dei miei, quando era composta da due appartamenti: ero in quello che sarebbe stato nella realtà il salone (composto da due stanza) ma nel sogno era una stanza da letto di un albergo e il letto era di fronte alla grande finestra che dava sulla stradina sotto che a sua volta conduceva in garage. La casa è al primo piano. Il colore era verdino, come di ospedale. I muri erano lisci e non 'cera nessun quadro. Mentre vado verso il letto vedo Almar che viene verso di me (Almar non lo vedo da quasi un anno) che mi dice di ascoltare un brano su CD. Era un CD che però proiettava la canzone sul muro, come un visore e la canzone era un remix di Madonna ma tipo un bootleg, cioè composto da più canzoni tra le quali riconosco nel sogno Holiday, che devo aver sentito nella realtà il giorno stesso. Ad Almar piaceva molto Madonna ed io vedo un pezzo di video poi Almar mi dice di mettermi a letto e inizia a spogliarmi ma sotto i vestiti ho già il pigiama. Mi stendo sul letto quando vedo arrivare dall'altra stanza mia madre che aveva solo le mutandine ed era nuda dalla cintola in su, con il seno quasi inesistente, come avvizzito e un grande triangolo bianco rovesciato con la punta in giù al posto del cuore. Mi dice qualcosa ma non capisco: ha anche i capelli verdi e la stessa carnagione è olivastra. Mi giro verso Almar e mi guarda senza capire poi mi volto verso mia madre me è scomparsa e così faccio per mettermi sotto le lenzuola infilando anche i piedi con i calzini dentro ma mi accorgo che sul mio calzino destro c'è appoggiata una enorme mosca rossa che inizia a volare pian piano. Sono impaurito perché non l'avevo vista e Almar dice di non preoccuparsi e prende un cacciascope, di quelli che si usavano, con la retina. Io mi alzo e noto che il muro è rovinato e ci sono alcuni insetti sul soffitto ma piccoli e non si muovono. Mi rigiro verso Almar ma non è più lui e noto che l'uomo dice di non temere, che nel suo albergo non si è mai lamentato nessuno e cose del genere. Io lo saluto ed esco. Ho molta sete. Mi sveglio un istante ma il sogno mi riprende, così cerco di uscire dal sogno, lo faccio ma ci rientro e poi definitivamente mi sveglio. Accendo la luce e vado in cucina. Mi riaddormento e sogno di stare in un centro ricerche dove mi fanno visitare con grande precisione tutte le stanze, poi capisco che sono lì per fare degli esami: ho fatto solo il primo di matematica e so che dovrò restare lì per altri tre anni. Con una scusa convinco una mia collega a farmi visitare la parte esterna del centro ed ella mi fa uscire da una porticina che dà in una grotta. Ci dirigiamo verso l'esterno della grotta e usciamo in una conca gigantesca con moltissimi buchi sulle pareti, come i Sassi di Matera. Non ho mai avuto un sogno così steso e grande. Tutto è luminoso ma non abbagliate, a colori e vedo il verde dei cespugli. La mia collega mi guarda e sorride. Mi sveglio e attendo cinque minuti. Impedisco alla sveglia di suonare e mi alzo. Devo andare a Napoli per lavoro. Ho avito la nausea tutto il giorno e una strana malinconia. Ieri sera ho visto il primo episodio di un telefilm degli anni Sessanta, "The Time Tunnel" in cui ad un senatore gli fanno visitare questo centro di ricerche avveniristico ed io ho pensato che era una fortuna per lui essere trattato così bene. Sabato sera ho presentato al mio amico Ric i miei quadri 3D e li ho fatti vedere al mio amico Oliver. Sono rossi e verdi.

domenica 4 dicembre 2011

La pecora d'oro e la peronospora

Riprendo a scrivere dei miei sogni dopo un intervallo in cui però se ne sono susseguiti a centinaia, di cui racconto solamente uno dell'altro giorno che mi vede sopra una nave da trasporto petroli ed io che osservo il mare blu. Sto discutendo col capitano che, se l'Italgas attuerà una nuova proposta per i consumatori sostituendo il metano con il freon ci sarà un allargamento del buco dell'ozono e una conseguente morìa di esseri viventi e - molto probabilmente - la nascita di nuove forme di vita mutanti. Mentre parlo vedo dentro l'acqua delle bolle gigantesche, davvero enormi che sono davanti a noi e tempo che la malefica eventualità si sia avverata anzitempo: forse un mostro entorme sottomarino. le bolle circondano la nave immensa che inizia a tremare e a sussultare- Non so dove andare poiché è impossibile scendere da questa. Il sogno si interrompe quando dall'alto una specie di aliante mi preleva e un mostro dal mare cerca di prendermi come il film di Cloverfield nella scena dell'elicottero. Difatti il giorno prima stavo parlando con Rob di questo film. Stanotte invece, forse proprio ad altri discorsi di tipo religioso, ho sognato che avevo vinto un concorso e che in palio c'erano soldi ma soprattutto si poteva vincere 49 kg di pecora d'oro. Io avevo vinto e mi stavo chiedendo come avrei potuto riscuotere il premio e soprattutto cambiare quella pecora d'oro in denaro contante. Mentre mi nascondo nel calzino la matrice del premio entro in un robivecchi e vedo, sotto un tavolo, molte spade d'argento e grandi tagliacarte. Me li prendo mettendoli ben sistemati fra fogli di giornale e da una parte intravedo anche una anfora cinese d'argento che poteva servire anche come thermos. Mentre lo ripongo nella mia auto parcheggiata fuori alcuni amici (non so quali) mi dicono che un tizio si è comperato la villa di fronte per pochi soldi e mi invitano ad andarla a vedere da fuori. Proprio fuori dell'abitato (capisco così di essere nella Città Immaginaria) c'è una collinetta con una grande e bella villa da due piani, di legno non troppo scuro, con la luce dentro e le tende alle finestre ma dicono che è disabitata. Chi ha comprato la villa però dovrà anche accudire alle piante che la circondano completamente, piante di vite. Ce ne sono a migliaia e continuano nel bosco vicino. Mi accorgo che le piante hanno una specie di polvere bianca attorno e sembrano secche. Gli amici mi dicono che sarà difficile che chi l'ha comprata rimetta le cose a posto perché la peronospora le infesta. Io inizio a parlare della malattia che questa causa nelle piante ma loro mi fanno segno di non parlare perché le onde vocali possono alzare vento e la muffa propagarsi verso di noi. Ho il panico: vedo che una ventata ha già smosso della polvere bianca e viene verso di noi. Mi accorgo allora che tutti iniziano a indietreggiare, tranne alcuni che entrano nel bosco. I nostri movimenti hanno inevitabilmente sollevato la muffa che ci circonda. Io chiudo la bocca e smetto dir respirare, ne sono circondato e vedo anche le palline bianche che si avvicinano, microscopiche. Allora chiudo anche gli occhi per non infettarli. Rimango in apnea volendo gridare aiuto. Mi sveglio con la sensazione di aver smesso di respirare. Sono le 9,20 e non prendo più sonno. Ieri sera Luciana è risorta un attimo. Ivan mi ha dato una botta sull'occhio destro con l'ombretto blu che mi ha pizzicato un attimo. Lo ha fatto inavvertitamente perché stava posando il giacchetto dietro nella macchina. Stavamo andando a casa della Sigilla. Sono tornato alle due di notte con grande turbolenza dentro.

mercoledì 21 settembre 2011

Invenzioni e furti

Ieri sono andato a letto con un raffreddore da cavallo e stanotte ho dormito male poiché mi sono svegliato numerose volte. Tuttavia, come già avviene ormai frequentemente, ho fatto decine e decine di sogni e uno di questi si è spezzato in due, inframezzato da un momento in cui mi sono svegliato per soffiarmi il naso. Mi trovavo nella Città Immaginaria (e stavolta lo era per davvero perché nulla era paragonabile alle città che conosco). Ad una edicola avevo avuto modo di leggere una notizia e cioè che il mio vecchio amico (ma assai più giovane di me) Ucla aveva vinto numerose borse di studio per le sue invenzioni. Girovagando per la città, vedo anche su una televisione di un negozio di elettrodomestici anche una sua intervista e dico a me stesso che ha fatto una carriera molto brillante. Poi, continuando a camminare mi accorgo che Ucla era vicino a me, dall'altra parte della strada, intento a dimostrare la sua ultima invenzione. Lo video come fosse ora: i capelli ricci folti, la barbetta appena accennata e il suo sorriso. Diceva: "Non so se questa invenzione sia pratica, a dire la verità non serve a niente perché troppo grossa ma l'ho brevettata". C'era molta gente incuriosita Si avvicina ad una finestra preparata per l'occasione su un prato e prende una specie di costruzione di gomma a tre colori: verde, giallo e rosso. La gomma è di quelle che si appiccicano ai vetri. Poi la mette in alto e questa scende sul vetro ogni volta rivoltando una faccia colorata. Io dico a me stesso che invece è una invenzione formidabile per scendere dai grattacieli senza farsi male. A quel punto mi sveglio e mi soffio il naso. Sono molto stanco e non faccio caso all'ora ma deve essere giorno perché c'è luce che penetra dalle imposte. Mi riaddormento quasi subito e sogno di essere sula stessa strada ma ormai Ucla era andato via e io continuo a camminare in salita. So di dover andare a casa di un mio amico che non conosco nella realtà. Questa casa è una casetta di campagna di legno. Giro qualche via e arrivo al punto dove doveva esserci la casa ma c'è solo il prato e basta anzi vicino ci sono altre case. Così penso di aver sbagliato e dall'alto guardo in basso la vallata. Non ho mai visto quel paesaggio: l'erba è blu e il cielo azzurrino, ci sono anche le staccionate giallastre. Chiedo ad un tipo se la zona fosse quella e mi risponde di sì (non ricordo il nome della zona); gli dico che ci doveva essere anche la casa di un mio amico ma non la trovo e mi risponde che di recente hanno abbattuto un sacco di casette perché era scaduto il termine. Alla mia domanda di cosa volesse dire (e al conseguente mio nervosismo perché l'amministrazione della città non poteva abbattere le case così impunemente) quello se ne va. Io torno indietro e mi fermo in un negozio per fare una telefonata. Il negozio vende tessuti ma è arredato come un appartamento. Entrando alcuni ragazzi mi vengono incontro e cercano di frugare nella borsa che ho. Io mi allontano e cerco il mio cellulare. Ne ho due di solito ma nel sogno ne ho tre. Il primo non funziona e non ho mai visto quel modello e gli altri due (che dovevano essere il mio iPhone e il Blackberry del lavoro) non ci sono. Anzi dalla tasca tiro fuori una enorme struttura della Lego, grigia a forma di vaso con i fiori veri dentro. Capisco che uno di quei ragazzi mi ha rubato i cellulari e allora chiudo a chiave il negozio e metto le chiavi in tasca e li minaccio di chiamare la polizia. Quelli ridono e quindi vado al teelfono del negozio ma mentre faccio il numero mi accorgo che c'è una voce femminile sotto e uno dei ragazzi mi dice che è la fidanzata del padrone del negozio che sta parlando. Allora parlo alla ragazza la quale non vuole mettere giù la telefonata, così mi incazzo e le dico che è una stronza. Alla fine cede e riesco a chiamare la polizia ma dice che non verrà per due cellulari. Così faccio finta che invece arriverà e vado alla porta del negozio, la apro e dico che attenderò fuori nel caso i cellulari "ritornino" magicamente nel negozio. A quel punto credo che non rivedrò più i miei cellulari e lancio le chiavi lontano. Me ne vado incazzato. Mi sveglio incazzato.Starnutisco e mi incazzo ancora di più. Elementi razionali: ieri ho lasciato la mia macchina in un garage a pagamento al centro e sono andato a pranzo con un collega francese. Al mio ritorno a casa sento che la borsa dove in genere c'è il computer è più leggera; la apro e il mio computer non c'è. Mi prende un colpo. Mentre salgo in ascensore penso che dovrò telefonare al garage e dire che qualcuno di loro mi ha rubato il computer e inoltre dovrò denunciare la cosa alla polizia ma sono così stanco e raffreddato che non ce la faccio, per poi scoprire che il computer era a casa e non mi ero affatto accorto di non averlo messo in borsa! Inoltre ieri sera ho visto un episodio dei Fantagenitori in cui Timmy cerca di costruire una enorme torre Eiffel con i Lego e non ci riesce mai e per di più vorrei comprarmi la Morte Nera di Guerre Stellari Lego per Natale come regalo. Riguardo Ucla non ho dati a riguardo.
computer forse rubato al parcheggio
la morte nera della lego e la tour eiffel dei fantagenitori

mercoledì 7 settembre 2011

Tablet e vacanze (I & II)

Ieri notte il mio sogno sicuramente sarà stato originato da una delle tante fotografie che stavo guardando prima di andare a letto e che riguardavano la mia passata vacanza in Sardegna: in una di queste foto c'era un bove che stava guardando verso la camera e che avevo immortalato su consiglio di mia sorella un giorno in cui tornavamo dal mare. Nel mio sogno sto passeggiando lungo un campo, nella Città Immaginaria, e vedo un bue a metà con il corpo nella terra e metà fuori, il quale brucava l'erba senza per nulla avvedersi della sua misera condizione. Volevo fargli una foto con il mio iPhone ma avevo per le mani una specie di tablet di nuova generazione, più grande di uno smartphone e più piccolo di un iPad. Mentre cammino mi accorgo che in tutto il campo ci sono bovini a metà nella terra e metà fuori, i quali sembravano tante specie di piante-animali. Un campo di ibridi animali che non potevano camminare. Faccio per fotografarli ma mi accorgo che anche un altro ragazzo si era avvicinato come me stupito dello spettacolo e mi chiede di fare a che a lui una foto. Io, mentre lo inquadro, mi intimorisco perché egli non appare nello schermo, quando invece tutto l'intorno dove si trova lui compare. Anzi mi sembra quasi di aver lanciato una applicazione che mi fa vedere un secondo tablet più piccolo all'interno dello schermo ma della faccia del ragazzo nessuna traccia. Arriva il padre del ragazzo e vede la mia espressione impaurita e mi chiede cose ci sia da aver paura. Io vorrei fargli vedere la cosa ma penso che poi si impaurisca pure lui, così cerco una immagine di un altro che avevo in memoria e con il labbro leporino e gliela mostro. Lui la guarda e dice che va bene così: quello è suo figlio. Mi sveglio. Il sogno di stanotte invece penso sia stato causato all'inizio da un libro che ho acquistato domenica scorsa a Parigi e che riguarda una mostra di fotografie che ritraggono piccolissime scene surreali di piccoli pupazzi. Molto realistiche queste scenette sembrano vede poiché fotografate da vicino. All'inizio del sogno io vedo dall'alto un combattimento in un castello, sul mare, molto cruento. Dico che sarebbe ora di finirla con i morti ammazzati e difatti il cavaliere, dandomi retta come si dà retta ad un gigante, smette ma a quel punto mi prega di tirare lo sciacquone del bagno e dal ponte levatoio escono fuori decine e decine di minuscoli corpi morti, acqua e sangue.Ritornato in me capisco di trovarmi in una stanza di una casa di vacanze al mare, presumibilmente in Sardegna. Dovrei andare a dormire a letto e nella stanza ci sono vari letti ma nessuno dentro di questi. Arriva il mio vecchio amico Ivan e mi dice se può dormire anche lui con me. Io gli dico di sì e ci mettiamo nel letto di un certo Julien, un mio collega francese, il quale è assente. Iniziamo a dormire io a capo e in fondo Ivan, esattamente come dormivo con mio fratello nello stesso letto da piccoli. Io penso che forse Ivan avrebbe potuto dormire diversamente più comodo in un altro letto ma poi penso che in fondo era meglio non utilizzare altri letti. Ad un certo punto entra Julien e vede che il suo letto è occupato. Io me ne dispiaccio ma lui mi fa capire che andrà a dormire da qualche altra parte e chiude la porta. Io mi alzo e vado vicino ad un armadio dove ci sono anche molte sue mutande. Anche Ivan si alza e mi chiede perché io cercassi le mutande di Julien. Io gli rispondo che forse ne avrà bisogno l'indomani. Però ogni sua mutanda è bucata proprio all'altezza dell'ano. Il sogno è ora a colori e difatti le sue mutande sono coloratissime anche se bucate. Mi sveglio verso le sei con un fortissimo mal di testa, mi copro con il lenzuolo anche se non scendo dal letto per chiudere le imposte e spero di potermi riaddormentare. Proprio ieri a Napoli mi hanno chiesto se in futuro il mio collega Julien, un bel ragazzo di trent'anni, si recherà a visitare quel laboratorio. Io ho risposto che non lo sapevo. Una volta riaddormentato verso le otto stamattina (ho dormito in totale dieci ore buone), sogno di trovarmi di nuovo in Sardegna dopo un anno, nello stesso luogo che in realtà è un hotel Shangri-La e che serve che io faccia il check-in. Parcheggio la macchina (un sacco di tempo per trovare posto) e vado nel patio dove incontro mio fratello al quale dò una botta sulle ginocchia per fargli capire che sono arrivato. Lui mi dice che tutti gli altri della famiglia stanno arrivando. Io vado verso il bancone del check-in passando per la cucina e il bar (in ogni albergo che sogno non riesco mai a trovare di primo acchito il bancone della hall). Arrivo finalmente e mi accorgo che ho dimenticato il portafoglio in macchina ho anche dimenticato dove ho parcheggiato. Per fortuna avevo con me la carta di identità e il cellulare, nonché la valigia. Mi sveglio e ho una sinusite da record. Devo dire che nel mio recente viaggio a Parigi il bancomat non ha funzionato e sono stato praticamente solo con 50 euro per quattro giorni.
PS Nel secondo sogno una persona non identificata mi dice che Julien ha una malattia venerea e da questo capisco perché le mutande erano tutte bucate.

giovedì 1 settembre 2011

Giochi pericolosi

Il sogno di stanotte è nato presumibilmente da una discussione con Gius riguardo una profumeria a Trastevere. In questa profumeria ci lavorano due amici, di cui una, Grace, mi era alquanto antipatica anche se talvolta mi ha dimostrato grande affettuosità. Parlando appunto con Gius dei vari prodotti che vende questa profumeria, detta "selettiva" dai loro proprietari perché ecologica, probabilmente ho innescato il ricordo di questa ragazza che compare nel mio sogno stanotte. Mi trovavo in un bellissimo locale alla moda francese (attualmente sono a Parigi) tutto bianco e pieno di oggetti curiosi. Questa Grace era la proprietaria e mi fa vedere molti prodotti e rimango affascinato da un paio: una specie di bottiglia al cui interno c'era un ventaglio di gomma bianca che si apre e diventa rosso e una serie di fumetti giganti dei Fantastici Quattro ricoperto di una sottile patina trasparente che potevano funzionare anche da lenzuola; mi nasconde poi la bottiglia alla quale ero interessato e al suo posto mi fa vedere una maschera di una specie di mostro di Frankestein, verde e di gomma, dalla forma simile a quella di un palloncino con solo le labbrone sporgenti e mi dice che si può appoggiare sul viso il quale assume le fattezze del mostro. Io ne resto ammaliato e voglio provarla ma si avvicina un cliente con il figlio e se la prova lui chedendomi come funzionasse. Siccome mi aveva preso per un commesso glielo faccio vedere: una volta appoggiata sul viso il signore si trasforma in Frankestein ma con la sua voce e il bambino ride tantissimo. Si alzano e se ne vanno ma mentre stanno uscendo la Grace mi urla dicendo "Mica hanno messo la maschera senza bere un dito di vino bianco?" e io rispondo di sì e quella, isterica, va lì e gliela toglie. Il bambino piange e il signore esclama che andrà dalla moglie a dirglielo. Poi Grace torna arrabbiatissima con me e la nasconde nel negozio. Mi sveglio alle tre e mezzo tutto sudato: ho dormito con la coperta stanotte. Mi riaddormento e la sveglia è alle sette. Nessun sogno rilevante. Il signore assomiglia al mio vicino di aereo ieri che ha viaggiato con me ed era argentino, dal viso curioso, sui cinquanta.

giovedì 9 giugno 2011

A Londra sul fiume

Un sogno stamattina alle sei circa: mi trovo appena arrivato a Londra e sto percorrendo una lunga via in compagnia di un amico che mi dovrebbe ospitare. Mi parla dei molti problemi che stanno attraversando i giovani inglesi, il lavoro, le relazioni personali e proprio mentre accanto a me molti inglesi passano, uomini di colore, cingalesi, indiani, insomma molta gente. Gli dico che dovremmo prendere un mezzo e mi ricordo che c'era un bus proprio sotto un ponte. Scendiamo sotto al ponte e il fiume (che non è il Tamigi ma un fiume con molti sassi giallo ocra, come un fiume di campagna) ha moltissima acqua e pertanto ci bagniamo le scarpe. La gente attende ed io dico che bisogna andare dietro alla fila perché in Inghilterra sono ordinati ma mentre dico questo, l'amico va in mezzo al fiume che non è profondo ed io gli dico di fare attenzione perché sta arrivando il bus: Il bus arriva e lui fa in tempo a spostarsi: c'è molta acqua, siamo bagnati fino ai calzoni e montiamo sul bus. Quello parte ed io mi sveglio. Guardo l'ora e vedo che posso dormire ancora per un'ora prima di alzarmi. Tutto qui. Questo deriva dal fatto che avevo progettato di andare a Londra e poi ad Edimburgo in vacanza tra dieci giorni e avrei dovuto essere ospite del mio amico Mario ma, guarda caso, proprio oggi mi ha detto che non si trova a Londra, dopo però avermi quasi confermato che c'era. Secondo me si è trovato qualcuno. Mi sa che me ne vado davvero in campagna in un b&b.

mercoledì 8 giugno 2011

Vecchie facce e code in farmacia

Nel tentativo di razionalizzare i miei sogni spesso dimentico lo stato in cui mi trovo. Dormo molto profondamente da un sacco di tempo, segno di grande depressione perché non riesco a ricordarli. Ormai, non essendo più insieme ad Almar da tempo, mi sono abituato ma sono piombato con tutti i problemi di lavoro, famiglia, personali che avevo in una certa misura allontanato oppure li avevo assorbiti. Stanotte invece, dormendo a Foligno per lavoro, ricordo alcuni brani di un sogno. Ero assieme a MLN, mio lontano amore e mi chiedeva di accarezzare il petto. Non lo feci. Era più grande di come ricordassi ma aveva lo stesso sguardo amabile di sempre, lo stesso sorriso. Accarezzò il mio petto e, nell'istante in cui lo fece, mi sono svegliato. Tutto qui, non sono più riuscito a prendere sonno. Sempre sullo stesso letto ieri pomeriggio avevo sognato di entrare in una farmacia e di passare davanti a tutti quanti che stavano seduto su una panchina e chiesi dei fazzolettini: avevo un raffreddore da fieno. Mi sono soffiato il naso e mi sono accorto di essere passato avanti a tutti per cui chiesi continuamente scusa. Un vecchietto dal sorriso diabolico mi disse che non avrei dovuto preoccuparmi della cosa. Così sono uscito fuori e ho visto tanta gente che attendeva per strada che io volassi via. Ho creato una mia immagine che lo faceva e tutti a guardare estasiati. Io però rimasi al mio posto, un po' in disparte. Il fatto della coda forse è perché avevo visto una puntata di Desperate Housewives in cui una delle protagoniste passa davanti a tutti perché è dializzata ma lo fa solo per evitare la fila al supermercato. Su MLN, che dire? Continuo spesso a pensarci. Spero solo di ricominciare a sognare come prima.

lunedì 9 maggio 2011

Ascensori, Scientology, Amsterdam e Parigi

Con mia madre che sta male ero andato a letto nervoso e stanco, dopo una giornata passata anche con le nuove scarpe a forma di barca per stimolare le cosce. Ho dormito sodo ma alle sei e un quarto mi sono svegliato per il seguente sogno, con un mal di testa fortissimo e con una gran fatica. Dunque, mi trovavo a casa di Jim Cow il quale ha un ascensore che non funziona quando lo prendi perché pè di quelli che abbisogna della chiave. In genere quando andiamo a trovarlo Jim Cow ci chiama dal terzo piano e l'ascensore sale, dopo che siamo entrati dentro. Quindi, entrato nell'ascensore vedo che qualcun altro ha aperto il portone e lo faccio entrare dicendo che io sarei sceso al terzo piano. Quello mi parla abbassandosi e mettendosi seduto quasi, guardandomi i pantaloni. Non l'ho mai visto ma non penso sia amico di Jim Cow e quindi attendo di arrivare al piano. L'ascensore però, arrivato al terzo piano, si ferma un istante e poi prosegue in orizzontale. Io esclamo: "Accidenti! Questo è un ascensore orizzontale, meno male che fa una sola formata e scendo anch'io alla prossima e torno indietro." L'ascensore corre lungo il palazzo adiacente, vedo i tetti, alcuni altri palazzi: sembra la Germania degli anni Quaranta, è scuro in cielo. Arrivati alla stazione dell'ascensore scendiamo, il tizio se ne va ed io telefono con un cellulare di legno al mio amico Jim Cow. C'è una festa a casa sua e mi risponde uno dei Vongoli, la coppia dei miei amici di vecchia data. Dico di aprire la porta e chiamare l'ascensore che sto arrivando. Però vedo l'ascensore ripartire all'indietro senza di me, per cui corro e lo perdo! Così corro verso un altro corridoio dove c'è un secondo ascensore, stavolta di metallo in cui tutti sono seduti tranne un posto e mi ci siedo. Quello parte ma prende una strada diversa e va in chissà qualche altra parte della città, viaggiando sopraelevato. Ho il fiatone dopo tanto correre e, appunto, mi sveglio ansimante e col mal di testa. Fatico molto per riaddormentarmi, fuori c'è un po' di vento. Nel secondo sogno io e Almar passeggiamo dentro un centro commerciale e salendo le scale vediamo adagiati dei libri a fumetti. Ne sfoglio uno e i disegni parlano di una coppia omosessuale che fa sesso orale: i disegni sono in bianco e nero e fatti bene. Lo chiudo e mi stupisco che possano essere venduti in un centro commerciale. Una gentile signorina si avvicina e mi dice "Questa è la Chiesa di Scientology e, nella vita, può esistere anche che una coppia omosessuale faccia sesso." Salgo le scale con Almar e vedo che effettivamente è la nuova Chiesa di Scientology di Boccea, a Roma, che vende però anche altro materiale, forse perché è cambiata nel tempo. Vende pupazzi di Guerre Stellari e Star Trek, libri di fantascienza e di arte grafica a colori (tutto è a colori). Mi soffermo in particolare su un libro in cui, sfogliandolo, le figure si animano. Vorrei comprarlo per averlo ma mi accorgo di essere nudo e di non avere soldi. Per cui faccio per chiedere ad Almar dei soldi ma non c'è più. Penso che forse stia facendo l'OCA Testa di Scientology, cioè il test della personalità, poiché magari ne ha bisogno. Vedo anche un libro che è una specie di computer e con tanti circuiti e schemi. Mi metto seduto presso una scrivania e questi schemi ad albero mi passano davanti, tutti a colori. Qualcuno dice che sto per entrare nella mia rete di computer, qualcun altro è incapace di farlo. Io entro nella mia rete di casa e poi l'abbandono per far sì che qualcun altro possa lavorarci su. Mi alzo e cerco Almar ma non vedo più nessuno. So che devo scendere perché dabbasso ci sono gli uffici e le aule ma due corridoi hanno un vaso di fiori con delle peonie e capisco che è vietato il passaggio. Per cui scendo le scale più in fondo ma sento sempre di essere nudo e mi dirigo verso i bagni sperando ci siano gli spogliatoi di coloro che ci lavorano per mettermi qualcosa. Una ragazza che lavora lì mi dice che stanno tutti a lezione. Io mi giro. Tutta la grande sala dove ero, i corridoi e le stanze sono vuote, non c'è nessuno ed è buio. Ho dei brividi e mi sveglio per un breve periodo. Il sogno seguente mi vede arrivare ad Amsterdam dal mio amico Marco al quale chiedo se gli va che andiamo ad Ikea. Lui ne è entusiasta e va per prepararsi. La sua casa è diversa, è più verdina e bianca, molti oggetti strani e so che ospita la mamma. Io gli dico che se vuole posso andare a dormire da un'altra parte ma la mamma viene e invece insiste per far sì che rimanga, tuttavia prende da parte Marco e gli dice che non è il caso di andare ad Ikea e fare altro. Non so cosa perché mi sveglio, sempre col mal di testa. Nell'ultimo, brevissimo sogno, so che mi sono spostato a Parigi da Amsterdam e so che dal luogo in cui ero con gli ascensori, sono passato in una città dove, appunto, c'era la Chiesa di Scientology per poi giungere ad Amsterdam e infine a Parigi. Sto uscendo dalla stazione della metropolitana di Marnes-La-Coquette, un paesino attorno alla metropoli e vedo le mie due colleghe Silvia e Marie-Rose. Mentre sto uscendo loro stanno invece ferme e faccio loro: "chi aspettate?" e rispondono "Il Papa!". In quell'esatto istante suona la sveglia delle otto in punto. L'analisi di questo sogno è complessa; alcuni elementi razionali derivano da questi giorni (il weekend con Jim Cow, mia madre che sta male). So che dovrò andare a Parigi la settimana prossima e che il mio amico Marco non viene più a Roma a giugno e che forse io andrò da lui. Almar che mi ha lasciato. Il cartellone della pubblicità della nuova Chiesa di Scientology di Boccea visto sabato (o forse è frutto della mia immaginazione?).

domenica 8 maggio 2011

Campagna

Tornato da Arpino, dove mi ero recato con il mio amico Jim Cow e dove ho passato due giorni in campagna. A dire la verità non mi sono distratto un granché: infatti ho continuato a pensare ad Almar e a parlarne con il mio amico. Mia madre poi ha la febbre alta a Roma e la cosa mi inquieta, come sempre avviene sulle questioni che la riguardano in termini di salute.ho dormito male: ho avuto freddo nonostante la coperta abruzzese doppia e una copertina di cotone, nonostante il pigiama e nonostante la melissa che avevo preso poco prima di andare a letto. Mi sono alzato tre volte per fare pipi, mi sono svegliato innumerevoli volte con sogni stranissimi. Alla fine, stamattina, sono riuscito a dormire un paio d'ore per poi alzarmi alle nove e mezzo. La campagna era bella e solare, molte api, fiori, piante, ulivi. Alla fine siamo andati a mezzogiorno a vedere il Certamen Ciceronianum e a mangiare cucina tipica ciociara. Non h ricordi dei sogni ma so che erano meravigliosi e ricchissimi Di immagini. Stasera provo a mettere vicino un cristallo di rocca.

sabato 30 aprile 2011

Il matrimonio di mia sorella e Sandy Dandy

E' vero che non ho scritto nulla sui miei sogni di recente ma sto attraversando un periodo un po' particolare: la mia situazione affettiva è appesa ad un filo, il lavoro, lo stress, lo studio. Ho avuto un paio di sogni erotici che magari scriverò più in là ma ieri notte ho fatto un sogno davvero bello anche se al tempo stesso amaro: dunque mia sorella doveva sposarsi ed io mi ero provato un vestito bellissimo che ho riposto nell'armadio non appena ho visto che mi stava perfettamente. Così, vestito solo con un abito normale, mi reco in chiesa dove sapevo che stavano provando il matrimonio mia sorella ed il futuro marito (lei non è attualmente né fidanzata né è mai stata sposata). Invece trovo che si stava sposando e che in realtà mi ero dimenticato della cosa. In grande imbarazzo entro nella chiesa proprio mentre mi guardano tutti e mia sorella sta pronunciando il fatidico "sì". Vado dove si trovano anche i miei genitori (mio padre è morto e in questa situazione sembra felice ma non dice nulla), chiusi in cabine tipo quelle di Lascia o raddoppia. Mia madre mi vede e le dico che ho solo il vestito di lavoro perché quello bello l'avevo riposto nell'armadio. La cosa non la riguarda minimamente. Finita la messa vado da mia sorella, un po' infastidita per il fatto che non ero vestito bene per l'occasione ma le dico "Come si chiama tuo marito? Giovanni per caso?" e lei, mentre va dagli ospiti, risponde "No, Guglielmo!". Il sogno finisce. Sicuramente influenzato dal fatto che ieri poi si è sposata la coppia reale inglese, questo sogno ricalca un mio preciso desiderio, che è quello di vedere finalmente mia sorella felicemente sposata. Tuttavia il periodo che stiamo attraversando io e Almar non è dei più felici e forse influisce anche la situazione. Stesso ragionamento per il sogno di stanotte. Premetto che non mi parlo dallo scorso gennaio con delle mie amiche, Betta, Gegè e Vivident. Ultimamente sento di doverle richiamare perché comunque le ragioni del mio dissenso nei loro confronti mi sembrano infantili. Quindi stanotte uno dei loro gatti (il mio adorato) che si chiama Sandy Dandy è entrato in una bellissima casa modernissima, quasi del futuro e mi è venuto incontro dicendo che dovevo scendere al piano di sotto. Io contentissimo di abbracciare Sandy Dandy me lo metto addirittura in testa come cappello e scendo la casa arredata benissimo e capisco che è una parte di una palazzina tipo comune di amici, cioè un po' la cosa che volevano fare le mie tre amiche tempo fa. Al piano di sotto riconosco su di un letto Gegè e vado a salutarla ma vedo che dietro di lei c'è Betta. Nel salutare Gegè preferisco salutare prima Betta e l'abbraccio mentre Sandy Dandy mi chiede di scendere dalla mia testa per salire sul letto. Ricordo ancora vivissimamente i mobili che nel sogno Betta dice di aver realizzato: verdi e di tessuto, alcuni bianchi di plastica purissima ma la cosa che mi sconvolge è quanto sia stata vera l'immagine del gatto, tra i miei preferiti in assoluto. evidentemente mi manca anche lui.

mercoledì 23 marzo 2011

Le vespe

Ho avuto caldo stanotte perché ho dormito anche con la maglietta sotto il pigiama, per cui verso le quattro mi sono svegliato con un caldo smisurato e l'ho tolta. Tornando a dormire ho sognato di trovarmi sopra un letto altissimo, a circa dieci metri di altezza in una stanza bianca. Le lenzuola erano bianche ed ero in compagnia di qualcuno, non so dire chi. Davanti a me una mensola sul muro e sopra una specie di enorme cranio di mucca o di altro animale con la calotta removibile. Colui che era accanto a me non riusciva a coprirsi con il lenzuolo per andare a dormire e mi diceva che aveva paura perché dei rumori provenivano dal cranio. Io gli ho detto che non avrebbe dovuto preoccuparsi perché nel cranio abitavano delle grandi vespe innocue che facevano la guardia. Sono andato a sollevare la calotta e ho visto una tartarughina di mare entrare a forza in una fessura del cranio e intuivo che le vespe l'avevano catturata per mangiarla. Mi sono chiesto come avesse potuto arrivare una tartarugha, perdipiù acquatica, fin lassù e ho ipotizzato che le vespe l'avessero usccisa e portata in volo. Guardando sempre attorno al cranio ne vidi un'altra, ormai morta da mesi ma ancora intatta come forma. All'interno c'erano voci di esultanza. Mi chiesi se la tartaruga fosse morta e mi atterriva la sua fine se fosse stata ancora viva. Poco più in là un'altro rumore di qualcosa che veniva introdotto all'interno e vidi una specie di piccolissimo neonato venire introdotto all'interno. Pieno di sonno coprii il teschio con la calotta removibile e mi misi a dormire. Accanto a me chi c'era stava già dormendo. Mi sono svegliato con la sveglia delle sei ma ancora mi domandavo se fossero morti sia la tartaruga che il neonato. Elementi razionali: ieri ho spedito un sms ad una mia cara amica che ha appena partorito; inoltre ho visto un episodio di Barbapapà alla TV in cui uno di loro trovava un uovo e non sapeva a quale uccello appartenesse per poi scoprire che era un uovo di tartaruga. Inoltre domanica scorsa mi trovavo nella casda di campagna del mio amico Gmaria e mi faceva vedere le api che succhiavano il polline da una pianta di rosmarino. Lì accanto una grande vespa era poggiata su uno stelo di una pianta e non faceva nulla.

martedì 22 marzo 2011

Io e Cri sulla bicicletta e l'azienda fantasma

A prescindere che ho sognato mia madre durante una riunione di una azienda che cercava esclusivamente me per alcuni suoi fini, elevandomi quasi a persona più famosa del mondo e dotandomi di uno stipendio di circa diecimila Euro al mese le cose sono andate così: innanzitutto io e la mia amica del cuore Cri stavamo andando verso la sua macchina parcheggiata nella Città Immaginaria e, per andarci e fare più in fretta, le ho detto che saremmo andati con una bicilcetta. Lei è salita in canna, come si usava nel dopoguerra, ma mi ha fatto fermare dopo un po' per entrare in un negozio di abiti da mare. Mentre l'attendevo fuori vedevo quanto fosse bella mentre si provava un pareo. Uscita con un mare di buste in mano risale sulla biciletta e ce ne andiamo verso la zona in cui doveva esserci la macchian parcheggiata. Ridevamo insieme tantissimo e i suoi capelli ricci mi davano fastidio alla faccia al punto che temevo di uscire fuori strada con il mio mezzo. Alla fine però avevamo fatto solo un centinaio di metri (a me sembrava di aver fatto chilometri); così Cri è scesa ed è andata a piedi ed io ho messo la bicicletta sul muro e sono entrato in un edificio. Sapevo di dover fare degli esami tanto che ero convinto fosse l'Università. Invece avevo fatto solo delle selezioni per una azienda che si occupava di proiezioni demoscopiche ed invenzioni e tutti stavano aspettandomi poiché mi avevano automaticamente assunto. Io dissi che lavoravo per un'altra azienda ma loro mi hanno detto che si erano permessi di farmi un piccolo versamento di una parte del mio compenso da diecimila Euro. Ho chiamato la mia banca per avere conferma e al telefono difatti mi han confermato la cosa. Stupito sono andato con una elegante signorina in una sala di conferenze e, non appena entrato, tutti mi hanno applaudito. C'era una festa in mio onore alla quale era stata invitata anche mia madre. Mentre mangiavamo tartine io chiedevo al direttore generale quale compito avessi e lui mi rispose che dovevo semplicemente proporre delle idee che sarebbero state realizzate. Anzi qualsiasi idea avessi, di qualunque tipo, sarebbe stata analizzata dall'Azienda. Non seppi mai il nome né di cosa si occupasse. Un po' spazientito da quella cosa ma anche interessato al tipo di lavoro mi diressi vicino a mia madre la quale mi disse: "Quando devo parlare della morta?" e io le risposi che avrebbe potuto farlo più tardi. Poi, avvicinandoci al tavolo dove erano le bevande fece un urlo e indicò il piede: una spilla le si era conficcata nel destro e la estrassi: era una spilla forgiata finemente e d'argento, formata da altre spille tipo una specie di rosetta. Molto bella. Sentivo di stare per svegliarmi e mentre lo facevo una sensazione strana: continuavo ad elaborare tante idee per quella Società misteriosa. Mi sono svegliato alle otto e venti. elementi razionali del sogno: innanzitutto ho rivisto Cri in foto su Facebook; poi ieri sera io e Almar ci siamo gustati la prima puntata della serie Stargate Universe in cui c'era un informatico sfigato invitato su un'astronave perché aveva scoperto la soluzione di un enigma alieno; infine mia madre ieri mi ha chiamato per dirmi che era stata al Verano e aveva visto che la tomba della zia di Almar non si era spostata per effetto delle recenti piogge.

lunedì 3 gennaio 2011

Tre deliri e la scalinata di ferro

Il 31 gennaio mi sono svegliato perché Almar doveva andare a lavoro e quindi alle 6 la sveglia ha suonato. Una volta rimasto solo ho ripreso il mio sonno. Da quel momento mi sono svegliato decine e decine di volte sia erché avevo caldo sia perché forse ero scomodo a letto e ogni volta facevo un sogno. Avrò quindi fatto decine e decine di sogni vari, a colori, molto complessi e difficili a spiegare. Ad un certo punto, verso le sette del mattino mi alzo dal letto e guardo in direzione della porta: vedo entrare una persona e mi impaurisco a tal punto che inizio a gridare. Questa persona aveva delle caratteristiche orientali e, entrando, ha detto "Scusa, non sapevo ci fossi tu!" e se ne andò. Inizio a urlare ma non ci riesco e mi sveglio: era un incubo, così realistico che il mio cuore sobbalzava ancora. Ho accesso la luce accanto al letto e piano piano mi sono riaddormentato. Ho continuato a sognare cose e poi mi sono alzato dal letto e sono andato in salone, devo c'era la serranda completamente alzata e dal bacone entra una signora. Anche lì inizio ad impaururmi: questa mi osserva imperterrita e non fa nulla. Credo stesse guardandomi con fare normale. Mi sveglio: un altro incubo. Il mio cure ha battuto di nuovo ma riesco ad addormentarmi di nuovo e, dopo altri sogni, apro gli occhi e vedo dalla porta entrare una specie di fumo nero, quasi oleoso, che si disperde nella stanza verso l'alto. Mi sveglio di nuovo ma sono meno impaurito. Continuoa d addormentarmi poiché comunque mi sento stanco. Alla fine riesco a svegliarmi sul serio e mi vesto. Non so interpretare questi tre deliri: credo anzi che i personaggi mi stessero chiamando oppure forse volevano prendere contatto con me. Non ho riferimenti nella realtà, cioè cose che mi sono accadute il giorno prima. Ieri sera ero ancora un po' nervoso perché avrei dovuto dormire da solo (Almar di nuovo a lavoro come turno di notte) ma non ho fatto molti sogni drammatici. Anzi ho sognato di essere con la mia amica Manuela in una chiesa e dovevo andare in cima a questa per incontrare il parroco. La chiesa disponeva di una scalinata in ferro battuto a forma di chiocciola e multipla: c'erano molto altre scalinate avvolte attorno ad essa. Mentre salgo mi scende incontro la madre badessa del convento accanto e mi dice che non c'era nessuno in cima. Così cerco di scendere ma non ci riesco perché sbaglio scala e esco da tutt'altra parte mentre Manuela mi sta aspettando fuori. Questo riferimento nella realtà è preso da ieri pomeriggio quando siamo andati noi amici a visitare le chiese nella zona dell'Aventino, accanto al Giardino degli Aranci. Siamo entrati in una chiesa molto buia e con un negozio dei padri benedettini per comprare qualcosa: io ho preso l'elisir della Scala per il mal di testa, mentre i miei amici attendevano fuori. In un'altra chiesa c'era invece un presepe costruito con la piantina della chiesta stessa fatta solo come scheletro di ferro e l'evoluzione della piramide Cestia nel tempo, dall'ossatura alle pietre di marmo apposte. Un presepe molto strano a dire la verità.

lunedì 13 dicembre 2010

Insaccati freschi

Da un paio di giorni dormo abbastanza bene e profondamente anche se cè stato il week-end per cui mi sono alzato verso le otto. In un primo sogno c'era il verme di peluche che si trova ai piedi del mio letto e che non trovavo il giorno prima (pensavo che fosse scomparso e invece era su una amensola). Nel sogno trovo il verme in una casa che non conosco, una specie di caserma. Siamo militari e ci dobbioamo vestire per la parata. Vado quindi in camera e vedo che il mio commilitone è Stefano. A questo punto ci spogliamo e lui si vergogna. Io gli dico di non vergognarsi che comunque siamo tutti e due maschi. Poi usciamo e ognuno si dirige in una direzione diversa. Io esco e mi ritrovo in montagna, su di un prato verdissimo, assolato, pieno di fiori, bellissimo ma che è disposto come in tante zolle di terra, esattamente come quelle di Farmville. stanotte invece mi sono ritrovato a passeggiare con Almar per una via di un'altra città immaginaria, sotto i portici e vedo un grande cartello con la scritta "Insaccati misti" e che indica un negozio di alimetari. Capisco che siamo in un tempo passato, forse gli anni Sessanta. Prendo Almar cotto braccio e gli racconto una storia assurda che mi è capitata ma nel farlo incrocio le braccia e le mani facendo una figura geometrica quadrata, impossibile a rifarsi nella realtà. Mi sveglio ed è buio: sono le sette e la sveglia suona. Elementi razionali: la scritta "Insaccati misti" in realtà è nella mia cucina ed è davvero un cartello in metallo che si doveva trovare sul fianco di una salsamenteria, cioè di un negozio che vendeva olive e salumi. Proprio ieri la guardavo mentre mangiucchiavo qualcosa e mi chiedevo la strana forma delle lettere maiucole, oggi non più usate. Il verme di peluche della Walt Disney lo comprai tanti anni fa a New York e sono stato davvero convinto che ne fosse andato a spasso, come fece Tigro (che poi ritrovai in un lenzuolo).