mercoledì 7 settembre 2011

Tablet e vacanze (I & II)

Ieri notte il mio sogno sicuramente sarà stato originato da una delle tante fotografie che stavo guardando prima di andare a letto e che riguardavano la mia passata vacanza in Sardegna: in una di queste foto c'era un bove che stava guardando verso la camera e che avevo immortalato su consiglio di mia sorella un giorno in cui tornavamo dal mare. Nel mio sogno sto passeggiando lungo un campo, nella Città Immaginaria, e vedo un bue a metà con il corpo nella terra e metà fuori, il quale brucava l'erba senza per nulla avvedersi della sua misera condizione. Volevo fargli una foto con il mio iPhone ma avevo per le mani una specie di tablet di nuova generazione, più grande di uno smartphone e più piccolo di un iPad. Mentre cammino mi accorgo che in tutto il campo ci sono bovini a metà nella terra e metà fuori, i quali sembravano tante specie di piante-animali. Un campo di ibridi animali che non potevano camminare. Faccio per fotografarli ma mi accorgo che anche un altro ragazzo si era avvicinato come me stupito dello spettacolo e mi chiede di fare a che a lui una foto. Io, mentre lo inquadro, mi intimorisco perché egli non appare nello schermo, quando invece tutto l'intorno dove si trova lui compare. Anzi mi sembra quasi di aver lanciato una applicazione che mi fa vedere un secondo tablet più piccolo all'interno dello schermo ma della faccia del ragazzo nessuna traccia. Arriva il padre del ragazzo e vede la mia espressione impaurita e mi chiede cose ci sia da aver paura. Io vorrei fargli vedere la cosa ma penso che poi si impaurisca pure lui, così cerco una immagine di un altro che avevo in memoria e con il labbro leporino e gliela mostro. Lui la guarda e dice che va bene così: quello è suo figlio. Mi sveglio. Il sogno di stanotte invece penso sia stato causato all'inizio da un libro che ho acquistato domenica scorsa a Parigi e che riguarda una mostra di fotografie che ritraggono piccolissime scene surreali di piccoli pupazzi. Molto realistiche queste scenette sembrano vede poiché fotografate da vicino. All'inizio del sogno io vedo dall'alto un combattimento in un castello, sul mare, molto cruento. Dico che sarebbe ora di finirla con i morti ammazzati e difatti il cavaliere, dandomi retta come si dà retta ad un gigante, smette ma a quel punto mi prega di tirare lo sciacquone del bagno e dal ponte levatoio escono fuori decine e decine di minuscoli corpi morti, acqua e sangue.Ritornato in me capisco di trovarmi in una stanza di una casa di vacanze al mare, presumibilmente in Sardegna. Dovrei andare a dormire a letto e nella stanza ci sono vari letti ma nessuno dentro di questi. Arriva il mio vecchio amico Ivan e mi dice se può dormire anche lui con me. Io gli dico di sì e ci mettiamo nel letto di un certo Julien, un mio collega francese, il quale è assente. Iniziamo a dormire io a capo e in fondo Ivan, esattamente come dormivo con mio fratello nello stesso letto da piccoli. Io penso che forse Ivan avrebbe potuto dormire diversamente più comodo in un altro letto ma poi penso che in fondo era meglio non utilizzare altri letti. Ad un certo punto entra Julien e vede che il suo letto è occupato. Io me ne dispiaccio ma lui mi fa capire che andrà a dormire da qualche altra parte e chiude la porta. Io mi alzo e vado vicino ad un armadio dove ci sono anche molte sue mutande. Anche Ivan si alza e mi chiede perché io cercassi le mutande di Julien. Io gli rispondo che forse ne avrà bisogno l'indomani. Però ogni sua mutanda è bucata proprio all'altezza dell'ano. Il sogno è ora a colori e difatti le sue mutande sono coloratissime anche se bucate. Mi sveglio verso le sei con un fortissimo mal di testa, mi copro con il lenzuolo anche se non scendo dal letto per chiudere le imposte e spero di potermi riaddormentare. Proprio ieri a Napoli mi hanno chiesto se in futuro il mio collega Julien, un bel ragazzo di trent'anni, si recherà a visitare quel laboratorio. Io ho risposto che non lo sapevo. Una volta riaddormentato verso le otto stamattina (ho dormito in totale dieci ore buone), sogno di trovarmi di nuovo in Sardegna dopo un anno, nello stesso luogo che in realtà è un hotel Shangri-La e che serve che io faccia il check-in. Parcheggio la macchina (un sacco di tempo per trovare posto) e vado nel patio dove incontro mio fratello al quale dò una botta sulle ginocchia per fargli capire che sono arrivato. Lui mi dice che tutti gli altri della famiglia stanno arrivando. Io vado verso il bancone del check-in passando per la cucina e il bar (in ogni albergo che sogno non riesco mai a trovare di primo acchito il bancone della hall). Arrivo finalmente e mi accorgo che ho dimenticato il portafoglio in macchina ho anche dimenticato dove ho parcheggiato. Per fortuna avevo con me la carta di identità e il cellulare, nonché la valigia. Mi sveglio e ho una sinusite da record. Devo dire che nel mio recente viaggio a Parigi il bancomat non ha funzionato e sono stato praticamente solo con 50 euro per quattro giorni.
PS Nel secondo sogno una persona non identificata mi dice che Julien ha una malattia venerea e da questo capisco perché le mutande erano tutte bucate.

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