lunedì 14 settembre 2009

Il coccodrillo verde e l'antro magico

Racconto due sogni che ho fatto la scorsa settimana ma che non sono risucito a scrivere. Nel primo mi trovo a parlare su un'isola minuscola con la mia amica Elena, morta a marzo, la quale mi dà consigli con steli di achillea riguardo alcune poesie. Purtroppo non riesco a ricordare altro. Ella si trasforma in mia zia Nanda, cognata di mio padre con la quale ci spostiamo dall'isola e finiamo presso una marrana, un fiumiciattolo di campagna che però sfocia nel mare. La marrana è pulitissima e scorre placida. Tutto a colori vivi. Mia zia si siede sull'altra sponda ed io vado nell'acqua che mi arriva al collo. Nuoto contento e sento il fresco dell'acqua ma ad un certo punto (l'acqua viene dal mare) vedo una specie di tronco galleggiante verde. Siccome ci sono foglie e altro materiale vegetale galleggiante dico a mia zia che cosa sia quel tronco. Mi risponde che è un coccodrillo e mi metto paura. Prendo un ramo e cerco di allontanarlo ma nel farlo mi accorgo che va verso di lei, così cerco di deviare la sua nuotata e lo metto alla mia sinistra. Quello non mi guarda neppure ma è infastidito dal bastone. io penso che si ptrebbe rivoltare contro di me e attendo che vada oltre, entrando nella campagna. L'entrata della campagna è contornata da due colonne e il fiume va verso l'interno di essa. Mentre il coccodrillo sta entrando si rivolta verso di me un attimo e poi mette le zampe come per dire "Ma va a quel paese!" e scompare nuotando. Mi sveglio. Il secondo sogno, sempre vivo e a colori, con suoni ed odori addirittura mi vede andare all'interno di quella che è casa mia. Entro però nella vecchia cantina di mio nonno di cui sento l'odore di umido: la differenza con questa è che la cantina è a piano terra e nel sogno invece si trasforma in una grotta sottoterra, anche se finita e delimitata da pareti. Io dico a voce alta "Si chiudano le porte!" e dietro di me le porte si chiudono, poi aggiungo: "Si faccia una luce tenebrosa!" ed effettivamente dal buio si crea un aluce giallo-verdastra. Poi ancora: "Sia io il padrone degli inferi!" e faccio con il braccio destro una specie di simbolo Theta ma con la linea verticale anziché orizzontale. Poi dentro di me penso che forse non dovrei esagerare con le arti magiche perché altrimenti potrebbe essere pericoloso, così annullo tutto, la luce scompare e le porte si aprono. In quel mentre sento arrivare un mostro e cerco di chiudere con lo stesso sistema le porte ma non ci riesco. Mi sveglio. I due sogni non hanno molto in comune perché fatti a distanza di tre giorni l'uno dall'altro. Nel frattempo ce ne sono stati altri minori ma senza ricordi. Il coccodrillo verde ce l'ho da sempre accanto al letto e mi protegge dagli eventi nefasti della notte. Forse non l'avevo riconosciuto. Di mia zia Nanda avevo parlato recentemente con mia madre; la marrana la ricordo perché avevo pensato a mio nonno in campagna e avevo sentito l'odore della terra. Della caverna invece avevo letto un articolo su una rivista di storia circa l'antro della Sibilla e il segno Theta rovesciato è dovuto al fatto che ho pensato al simbolo greco letto in un libro.

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