venerdì 12 giugno 2009

Julian, la campagna e i miei

Due notti fa ricordo un brano di un sogno, a colori, vivido in cui mi trovavo a bordo di un'auto rossa e correvo per una campagna piena di grano e paglia per terra, secca e calpestata senza eccessivo calore: era estate. Avevo al fianco una ragazza che assomigliava alla mia cliente con la quale ero stato a cena in albergo a Palermo. questa cliente è bassina, minuta e abbastanza intelligente ma non eccezionale come bellezza anche se riconosco un suo fascino (il cameriere con fare maleducato a fine cena ha sussurrato "che carini!" ad entrambi) e nel sogno si è trasformata nella mia ex ragazza di un tempo. Con la mia ex ragazza andavamo spesso con la macchina in campagna, sull'Aurelia, attorno Roma o in Campania. Una volta ci ritrovammo a vagare in un orto con la sorella e il fidanzato dell'epoca. Nel sogno ci fu una terza trasformazione: la mia ex ragazza mutò in un'altra ragazza che frequentavo all'università e con la quale una volta ebbi un rapporto sessuale in aperta campagna proprio in auto e, mentre lo facevamo, passò un trattore col contadino a bordo e guardò praticamente tutto. Nel sogno però io mi rifiuto di fare sesso sia perché non era il caso in quanto mi piaceva guardare la campagna sia perché ci fu un'ultima trasformazione nella cliente (di nuovo) e che ovviamente non mi piace né è il caso. Il sogno fatto questa notte invece mi trova assieme a mio padre e mia madre e una sorella (non quella che ho) nella Città Immaginaria davanti ad un portico dove all'interno di questo c'è la Gagosian Gallery che espone quadri di Julian Schnabel. Non mi stupisco più di tanto anzi sono così euforico di andarci con i miei che illustro la mostra prima di entrare. Mio padre è sempre in silenzio e mia madre ride. Salgono le scale e io rimango indietro poi li perdo ed entro anch'io ma mi ritrovo in un corridoio pieno di quadri rossi e film proiettati alle pareti. Mi sveglio alle sei e mezzo stamattina infreddolito. Ho dormito con le finestre chiuse e sento freddo. Mi riaddormento per dieci minuti senza alcun sogno. A Palermo, prima di venir via, sono stato alla Feltrinelli e nel reparto dei dvd sono passato davanti a quello dove la volta precedente avevo visto esposto il film Lo scafandro e la farfalla, proprio di Schnabel ma l'ho ignorato. Mio padre non lo sognavo da circa un paio d'anni. Stava bene e questo mi ha soddisfatto.

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