mercoledì 3 giugno 2009

Cane, nonno e bottega ebraica

Stanotte ho dormito con Ra nel mio letto dopo tanto tempo. Mi sono addormentato bene perché comunque mi sento molto rilassato. Mi sono svegliato alle 4 per andare in bagno. Avevo appena avuto un sogno in cui un cane mi azzannava ma non avevo paura. In realtà il cane mi aveva azzannato il braccio sinistro e pian piano si era fuso con esso fino a far diventare il braccio come avvolto da una sostanza gelatinosa (tipo il film Blob, fluido mortale). Mi sono svegliato proprio mentre ammiravo il mio braccio trasformato ma non avevo paura anzi mi sembravo molto fiero. Ho fatto pipì e bevuto un goccio d'acqua poi sono tornato a letto: Ra dormiva beatamente. Mi sono riaddormentato dopo più di mezz'ora e ho sognato di dover andare in bagno ma di corpo e incontravo un signore che sembrava essere mio nonno materno il quale mi diresse in toilette la quale, ovviamente, non solo non aveva pareti ma aveva gente tutta intorno. Mi sono svegliato di nuovo verso le sei. Mi sono riaddormentato subito e stavolta ho sognato di essere di nuovo nella Citta Immaginaria con una persona accanto (forse Ra ma non ne sono sicuro) e stavamo costeggiando una serie di negozietti in un bazar. Questa volta mi sono fermato ad osservare degli oggetti che ritraevano ancora la Sicilia ma anche alcune cose ricamate e il commeciante era ebreo perché aveva i capelli con i ricciolini tipici dei rabbini. Mi accorgo di stare a guardare oggetti di culto ebraico; poi vediamo l'ora - le sette e quaranta - e mi accorgo che ci siamo alzati tardi anziché le sette, ora in cui avevo impostato la sveglia. Stavo per dire che non l'avevamo sentita quando invece mi sono svegliato con il suono reale della stessa. Ieri sera verso le sette e quaranta siamo andati, io e Ra, al mercatino sotto il suo palazzo, dove sono stato attratto da un salvadanaio di Paperino, una papera di ottone e peltro pesantissima e ho comprato sette volumi di libri del Club delle Giovanni Marmotte. Poi abbiamo visto a casa mia il film Mamma Roma di Pasolini.

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