lunedì 17 maggio 2010

Fra l'erba, mio padre

La scorsa settimana in Olanda ho dormito male poiché nella stanza da letto non c'erano tende che occultassero la luce del giorno e ho dimenticato tutti i sogni fatti. Ieri sera sono andato a dormire con una grande inquietudine relativa sia alla mia partenza per Parigi di questa mattina sia per i numerosi caffè presi fuori. Avrò dormito forse quattro ore e ricordo solo due sogni: nel primo mi trovavo in un grande campo con l'erba alta, tirava vento. In lontananza vedevo una gazzella che si trasformava in uomo e poi, dall'erba, un mostro umanoide che l'assaliva ma al posto del sangue c'erano fiamme gialle e luminose. Ho emessi un sospiro e il mostro si è accorto di me ma anziché inseguirmi mi ha urlato che non sarei riuscito a raccontare l'accaduto. A chi? Mi domandai e mi svegliai. Mi sarò svegliato una trentina di volte. Nel secondo sogno che ricordo (e che è anche l'ultimo) mi trovavo in macchina con mio padre. Il sogno era a colori. Mio padre, che risoluto nei sogni non parla mai, mi chiedeva invece come andasse la mia vita e io non gli rispondevo anzi riflettevo che avrei dovuto completare i numerosi racconti e libri progettati. Lui miha detto "Vado un momento in quel bar, vienimi a prendere quando esco e finisci di a scrivere" ed è uscito dopo aver parcheggiato. Io ho visto nell'auto e ho notato due grandi buste piene di sacchetti trasparenti gonfi di aria e poi una cartella nera con i miei appunti dentro. Ho spostato la macchina perché volevo metterla nel verso opposto e, mentre lo facevo, ha suonato la sveglia alle sei. Mentre suonava ero preoccupato che mio padre uscisse e non mi vedesse così ho cercato di stare nel sogno e sono riuscito a vedere in lontananza lui che mi vedeva e mi faceva un cenno. Mi sono svegliato contento ma stanco e comunque stufo di viaggiare. Quando mi sono alzato ho visto che il coccodrillo del letto era caduto. Guidando verso l'aeroporto mi è presa l'ennesima idea di riorganizzare il mio lavoro letterario.


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