venerdì 21 maggio 2010

Lost my father

L'altroieri ho fatto un sogno in cui rimanevo fuori casa perché non avevo le chiavi e avevo chiuso dietro di me la porta e quindi mi recavo al lavoro di Almar per prendere la seconda copia del mazzo. Arrivato fuori del suo lavoro (un luogo che mi ricordava il quartiere dei Parioli a Roma anche se c'era una discesa), ricordo di aver visto scendere Wanda che mi salutava come se avesse il braccio paralizzato, una specie di movimento lento e strano, con lo stesso sorriso cattivo in faccia. Fuori stavano girando un film e ho chiesto cosa fosse. Qualcuno mi rispose che stavano girando una delle ultime puntate di Lost e appunto proprio fuori c'era un personaggio, Kate, che beveva un caffè. Ho immaginato quindi che Almar dovesse fare una comparsa nel telefilm e sono andato dentro con l'intento non solo di avere le mie seconde chiavi quanto informarmi quale parte facesse. All'interno però chiedevo informazioni ma non ottenevo che risposte da gente isterica perché c'erano tutti gli attori. In pratica mi sono svegliato senza aver preso le chiavi e senza essere riuscito ad entrare di nuovo a casa. Questo sogno forse deriva da un evento sorgente di questo tipo: a Parigi l'altroieri stavano riprendendo con una telecamera professionale e attrezzi da film il luogo dell'ufficio e alcuni degli impiegati: dentro di me forse c'era la segreta volontà di comparire nel documentario ufficiale ed internazionale dell'azienda in cui lavoro. Nel sogno fatto stanotte invece mi trovavo in una casa-negozio molto affollata e tanti clienti che si sono rivelati essere miei parenti, accorsi per vedere di nuovo il matrimonio dei miei genitori. Sapevo che mio padre era tornato in vita e aveva deciso di risposare mia madre, una specie di nozze d'argento (o magari d'oro). Mio padre era allegro e bello, giovane e vestito con un abito da sposo bianco e non nero, con una specie di controgonna sui pantaloni elegantissima di raso bianco e delle scarpe che erano bianche ma con tacchi alti dieci centimetri. Stavo per l'appunto ammirando che eleganza avesse quando ho avuto l'impulso di abbracciarlo, sia perché sapevo che era morto e quindi perché ero contento che fosse ritornato fra noi sia perché era vestito con un vestito modernissimo e niente affatto classico. L'ho abbracciato e gli ho detto che era il più bel papà del mondo. Alla fine si sono diretti verso una specie di altare posto in fondo ad un corridoio e noi figli ci siamo messi seduti di fronte, con tutti gli invitati. Poi è venuto a piovere ed ho aperto l'ombrello ma i miei, senza farci caso, sono entrati in una camion, parcheggiato vicino ma con la tettoria scoperta e si sono bagnati, senza eccepire. Mia madre era stata sempre silenziosa al contrario di mio padre. Alla fine mi sono svegliato con un grande caldo, dovuto al raffreddore col quale sono andato a letto. La sera prima di addormentarmi avevo pensato a famose stiliste di moda del calibro di Tierry Mugler. In genere mio padre non parla mai nei sogni e qualche giorno fa avevo fatto un altro sogno del genere con lui come personaggio. Stavo appunto ragionando che in quel sogno mio padre parlasse.

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