sabato 24 aprile 2010

La gattina figlia, un'amica e una camminata

Di nuovo ho fatto tre sogni con un sonno profondo. Mi sono però alzato due volte per andare in bagno e per bere, poiché avevo una sete terribile. Il sogno più interessante è stato il primo in cui mi trovavo a casa di mia madre, con Almar accanto e avevo in braccio una gattina molto piccola, la quale si è trasformata prima in mia nipote e poi in una bambina appena nata che ho coperto di baci e pensavo fosse mia figlia. Una bella sensazione. Nel secondo sogno c'era una mia vecchia compagna di liceo che veniva verso di me e mi incitava a non mandarle più regali su farmville e a non chiamarla con facebook. Il terzo sogno invece mi vede camminare fra tantissima gente, con un tripudio di colori e persone molto bello. Tutti e tre i sogni sono comunque stati a colori. Ieri Almar mi ha comunicato che ha finalmente fatto il cambio di residenza qui a casa mia. Inoltre ieri sera ho visto il mio gattino appena trovato su farmville e ho detto "Che carino!". Una delle tre tartarughe sul letto era rivolta verso l'interno, forse favorisce bei sogni introspettivi.

giovedì 15 aprile 2010

Parigi e il sole

L'altra sera all'hotel Tiziano a Lecce ho messo il mio cristallo guardiano vicino al comodino (non sotto il cuscino perché altrimenti poteva cadermi sotto il letto) ed ho fatto due sogni: il primo, che ricordo parzialmente, parlava di un mendicante che entrava nella stanza in cui ero ed io mi rifiutavo di dargli qualcosa anzi mi ero arrabbiato con lui perché non avevo voglia di dare nulla. Egli mi spiega però che era entrato nella stanza così, tanto per visitarmi ed io mi sono sentito in imbarazzo. Quindi guardo in tansca e gli dò tutto quello che ho, tutti gli spicci. Poi mi sveglio, vado in bagno e mi riaddormento: sono le sei e alle sette devo alzarmi. Faccio un sogno lucido: sono in una città sconosciuta e mi sembra Roma e devo recarmi in un luogo dove so che devo fare un giro assurdo per raggiungerlo. Salgo una salitella e accanto a me c'è una coppia. Io fingo di essere un turista e quelli, turisti anche loro, fanno delle foto ma stanno sempre abbracciati. Mi sento come di essere a Parigi: è una bella giornata e c'è il sole. Arrivo in una piazza e inizio a guardarmi attorno: la bellezza dei palazzi mi lascia senza fiato e ne scorgo tutti i dettagli. Poi mi volto a guardare una fontana e vedo il sole invernale nel cielo. Rimango ad ammirarlo come in estasi per un po'. I due turisti mi guardano, ridono e poi se ne vanno. Io continuoa camminare e arrivo ad un bivio: a destra c'è una lunghissima scala che conduce ai Fori romani mentre a destra si trova il luogo dove devo andare e dove vorrei andare. Però alla fine scelgo di scendere a Roma. Riguardo il primo sogno due giorni fa a Lecce, passeggiando per strada sono entrato in un caffè letterario e, mentre ero seduto a sorseggiare un orzo e mangiare una fetta di torta nell'unico momento di relax della giornata è entrato un ragazzo senegalese con la sua mercanzia e si è seduto di fronte a me. Io ho sperato che non mi proponesse la sua merce perché non mi andava di parlare dicendo che non mi interessava ma se avesse voluto qualcosa gliel'avrei data, specialmente se era qualcosa da mangiare. Invece ha poi ordinato un succo di frutta da seduto. Inoltre mi viene in mente un videogioco che avevo fatto per regalo ad Almar verso dicembre scorso che parlava della reggia di Versailles e della vita attorno ad essa: in un brano di questo c'era l'interno di una locanda in cui entrava un barbone isterico che inveiva contro gli astanti e che è stato poi messo in fuga da un cavaliere del re. L'allaccio con Parigi è presto fatto ma rimane il fatto che è stato un sogno davvero vivido e reale.

martedì 13 aprile 2010

Il ritorno di Luciana

Era da tempo che non sognavo Luciana. In questi giorni ho avuto problemi di sonno perché sono un po' stanco e stressato per il lavoro. Nelle notti scorse ho sognato in definitiva numeri, dei quali ho preso nota. Stanotte Luciana, mentre camminava pet strada uscendo dal portone di mia madre ha incontrati Wanda e Marcella, accanto a due punk uno dei quali aveva una capigliatura arancione enorme. Wanda chiama Luciama, che riconosce poiché questa era uscita anonimamente sperando non si riconoscesse. Luciana si avvicina ai quattro, Marcella non dice nulla né, come al solito, ride. I punk nel frattempo si stanno cambiando e si scopre che sono degli attori intervenuti per attirare clienti in un locale ed ora stanno vestendosi in maniera molto ambigua con parrucchini e gioielli. Luciana non capisce ed osserva. Wanda dice che comunque sarebbe bello ricederai ogni tanto. Marcella ride. Fine. Mi sveglio con grandi dolori al collo ma stamattina mi sento benissimo, il tempo è bello e parto per Brindisi. Era da tempo che pensavo a Wanda e ieri mi è capitato di ricordare che comunque c'era molta allegria tra noi. Fortuna che non sogno mai Gina.

martedì 30 marzo 2010

Un libro al giorno: "Paradiso perduto"


Vedere attorno a me Lucifero che danza. Bello e splendente, affatto nero. E quell'ininzio poi: "Of Mans First Disobedience", "Della prima disobbedienza dell'uomo", un manifesto programmatico.
John Milton
Paradiso perduto
Bompiani - Collana: Il Pensiero Occidentale / Filosofia
Pagine 1071 - Formato 16x22 - Anno 2009 - ISBN 9788845263576
Prezzo di vendita: € 35.00



venerdì 26 marzo 2010

Caldo e pantaloni

I primi caldi si sentono: il piumone e il pigiama sono troppo ed ho sofferto sia stanotte che in questi giorni (stanotte anche sono stato inquieto, forse ho mangiato pesante ieri sera per l'uovo bollito). Ho sognato che dovevo guidare e entravo in auto con due paia di calzoni e, accorgendomene, ho pensato di togliermene uno ma non potevo farlo perché guidavo e dunque decisi di guidare accaldato comunque). Mi sono svegliato ma non mi sono tolto quelli del pigiama.

lunedì 15 marzo 2010

Due poesie di Elena Scoti

In rete si trova il nome di Elena Scoti, mia amica scomparsa il 12 marzo 2009. Purtroppo non si trovano i suoi testi. Proprio il 12 marzo cercavo delle poesie da condividere ma ho trovato i suoi appuntamenti con le presentazioni fatte, il libro Armòri, la casa editrice, i circoli di poesia. Per questo aggiungo queste due poesie che ha mandato a tutti noi suoi amici la figlia Eleonora. Io e Antonio ti ricordiamo molto, Elena: sarai nei nostri cuori sempre. Un bacio.

***

Avevo
una preziosa teiera
fatta a mano
dipinta con figure di dame e cavalieri
nei gialli e gli ocra del rinascimento orvietano
Chiunque la guardava
poi
la sfiorava con la mano
era delle nozze di mia madre
Un giorno l ‘ho messa
piena di tè nel freezer e
quando sono andata
era avvolta dalle crepe come un velo sudario
con due mani l’ho poggiata sul tavolo
a guardarla
Il tè ghiacciato colava
ogni tanto un pezzo
cadeva un frammento
usciva con un fiotto
io guardavo
restai
fino
all’ultimo
quel disfarsi in pezzi e in acqua
ci poteva essere altro modo migliore?
Me lo chiedevo come fossi stata il vasaio

***

A mia madre

Io cammino con un passero poggiato sulla mano
Sul dorso
Sempre.
Nessuno lo sa
Sento nelle zampine tremule una debolezza lontana
E come batte il cuore
Se mi distraggo vola via
ma torna e
lo accarezzo.
Qualcuno pensa un tic
Io lo sapevo che sarebbe andata a finire così già quella volta che
sotto casa lei aveva infilato il braccio nel mio per attraversare la strada
E che poi la sua mano
così leggera
e tremula
io subito pensai
ecco
per
tutta
la
vita
la avrò qui

martedì 2 marzo 2010

Scarpa numero 68

Stanotte ho fatto un sogno in due tempi: nel primo, verso le sei di mattina fino alle sei e venti ero con un gruppo di persone che mi doveva accompagnare in crociera. Mentre stavamo andando alla nave vedevo il paesaggio attorno: era molto verde e c'erano delle colline dolci con una monorotaia e su questa scorreva un treno stranissimo, non come quelli moderni e giapponesi ma quasi antico, di ferro sembrava e non produceva alcun rumore. Il mio gruppo era a piedi e correva; mentre ci avviciniamo per entrare nella nave faccio due considerazioni: la prima sulla nave che era in realtà un pezzo della città dove mi trovavo e la seconda era che la mia scarpa destra si era scollata pet cui il piede nudo poggiava pet terra. Tutti si fermano a guardare stupiti dal mio stupore. Io insisto che con un piede scalzo non vado avanti. Uno di loro mi dà un polipo e mi dice di avvolgerlo attorno alla suola. Lo faccio e vedo che funziona però appiccica e si muove tutto. Al che alzo gli occhi ma dono tutti spariti: solo Almar è rimasto (non sapevo ci fosse) ma dice che deve prima andare a salutate la madre, al che mi arrabbio perché ci doveva pensare prima ma non gli dò torto. Mi sveglio. Mi riaddormento dopo cinque minuti fino alle sette e continuo il sogno: era sulla nave-pezzo di città che intanto si era staccata e aveva iniziato a navigare. Sapevo che Almar aveva salutato la madre ma non sapevo dove fosse. Entro in un bazar chiedendo delle scarpe ma quello non capisce e mi fa vedere delle pantofole e degli zoccoli. Ne prendo uno carino e lo misuro: mi sta grande e all'interno c'è della lanugine bianca. Vedo la taglia: 68. Tutte le altre scarpe sono quindi enormi; ricordo benissimo il mio piede piccoli rispetto ad esse. Sulla scarpa mi riferisco ad un episodio reale accaduto la scorsa settimana: una mia collega mi ha detto che la scarpa destra si era scollata e a me è roduto il culo. Sul polipo e sul fatto che dovevamo partire entro breve tempo con la nave-città forse è perché ieri sera abbiamo visto il film "Independence day".