giovedì 15 aprile 2010

Parigi e il sole

L'altra sera all'hotel Tiziano a Lecce ho messo il mio cristallo guardiano vicino al comodino (non sotto il cuscino perché altrimenti poteva cadermi sotto il letto) ed ho fatto due sogni: il primo, che ricordo parzialmente, parlava di un mendicante che entrava nella stanza in cui ero ed io mi rifiutavo di dargli qualcosa anzi mi ero arrabbiato con lui perché non avevo voglia di dare nulla. Egli mi spiega però che era entrato nella stanza così, tanto per visitarmi ed io mi sono sentito in imbarazzo. Quindi guardo in tansca e gli dò tutto quello che ho, tutti gli spicci. Poi mi sveglio, vado in bagno e mi riaddormento: sono le sei e alle sette devo alzarmi. Faccio un sogno lucido: sono in una città sconosciuta e mi sembra Roma e devo recarmi in un luogo dove so che devo fare un giro assurdo per raggiungerlo. Salgo una salitella e accanto a me c'è una coppia. Io fingo di essere un turista e quelli, turisti anche loro, fanno delle foto ma stanno sempre abbracciati. Mi sento come di essere a Parigi: è una bella giornata e c'è il sole. Arrivo in una piazza e inizio a guardarmi attorno: la bellezza dei palazzi mi lascia senza fiato e ne scorgo tutti i dettagli. Poi mi volto a guardare una fontana e vedo il sole invernale nel cielo. Rimango ad ammirarlo come in estasi per un po'. I due turisti mi guardano, ridono e poi se ne vanno. Io continuoa camminare e arrivo ad un bivio: a destra c'è una lunghissima scala che conduce ai Fori romani mentre a destra si trova il luogo dove devo andare e dove vorrei andare. Però alla fine scelgo di scendere a Roma. Riguardo il primo sogno due giorni fa a Lecce, passeggiando per strada sono entrato in un caffè letterario e, mentre ero seduto a sorseggiare un orzo e mangiare una fetta di torta nell'unico momento di relax della giornata è entrato un ragazzo senegalese con la sua mercanzia e si è seduto di fronte a me. Io ho sperato che non mi proponesse la sua merce perché non mi andava di parlare dicendo che non mi interessava ma se avesse voluto qualcosa gliel'avrei data, specialmente se era qualcosa da mangiare. Invece ha poi ordinato un succo di frutta da seduto. Inoltre mi viene in mente un videogioco che avevo fatto per regalo ad Almar verso dicembre scorso che parlava della reggia di Versailles e della vita attorno ad essa: in un brano di questo c'era l'interno di una locanda in cui entrava un barbone isterico che inveiva contro gli astanti e che è stato poi messo in fuga da un cavaliere del re. L'allaccio con Parigi è presto fatto ma rimane il fatto che è stato un sogno davvero vivido e reale.

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