martedì 24 aprile 2012

La serratura e l''asilo

Stanotte e ieri ho ricominciato a sognare bene, dormendo a lungo. Stanotte però mi sono svegliato per un dolore all'inguine che ho da diversi giorni. Prima del mio risveglio (dovevano essere le tre di notte e comunque era buio pesto) stavo sognando che a casa di mia madre, dove già sono entrati i ladri, io mettevo una serratura in più per la porta. Davo all'incirca sei mandate (tre della serratura sopra e tre di quella sotto) e provavo una grabnde sicurezza per questo. Una volta riaddormentato mi sono ritrovato nella Città Immaginaria dove ero con mio fratello che mi parlava di un affare che stava conducendo: aveva idea di mettere su un'attività, una scuola per bambini piccoli e aveva comprato un locale ad hoc. Mentre stavamo parlando entriamo dentro ad un negozio per bamibini che doveva vendere carrozzine e invece era anche un asilo. Ricordo tutto con molta vividezza: ho notato che le mura portavano il soffitto ad essere altissimo, individuavo anche alcune ragnatele dovute al fatto che era difficile pulire fin lassù. E poi i colori: giallino e verdino e ogni suppellettile creato apporta per questa scuola-negozio. Andiamo verso l'interno di questo luogo fino ad arrivare ai bagni: io devo andare in bagno infatti ma succede una cosa, mi chiedo se sia il caso andare in un bagno per bamibini piccoli e inoltre che non devo frala perché, svegliandomi precedentemente, ero sceso dal letto ed ero andato a fare pipì. Quindi scelgo di non usufruire dei bagni e proseguo la mia visita con mio fratello al quale dico che è un'idea splendida. Usciamo fuori e c'è un grande giardino con delle piccole stradine. Respiro l'aria fresca, mi sento bene. Poi mi sveglio definitvamente: sono le otto e venti.

giovedì 15 marzo 2012

Scandalo

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mercoledì 11 gennaio 2012

Più importante dell'amore

Cosa è più importante
Dell'amore?
Forse la visione
Della propria morte
O la coscienza che diventa niente.
Noi non sappiamo nulla
Quando l'amore va via.
Forse questo è più importante.

martedì 10 gennaio 2012

La mosca rossa e il paesaggio

Non avrei dovuto mangiare ieri sera il prosciutto crudo per cena perché sapevo che mi avrebbe fatto avere sete. Difatti sono andato a letto alle undici e mezzo ma all'una di notte mi sono svegliato con l'arsura. Mi sono svegliato dopo aver concluso un sogno. Mi sono alzato, ho bevuto e sono tornato a letto e verso le cinque e quaranta mi sono svegliato da un altro sogno. Nel primo sogno mi ritrovo nella casa dei miei, quando era composta da due appartamenti: ero in quello che sarebbe stato nella realtà il salone (composto da due stanza) ma nel sogno era una stanza da letto di un albergo e il letto era di fronte alla grande finestra che dava sulla stradina sotto che a sua volta conduceva in garage. La casa è al primo piano. Il colore era verdino, come di ospedale. I muri erano lisci e non 'cera nessun quadro. Mentre vado verso il letto vedo Almar che viene verso di me (Almar non lo vedo da quasi un anno) che mi dice di ascoltare un brano su CD. Era un CD che però proiettava la canzone sul muro, come un visore e la canzone era un remix di Madonna ma tipo un bootleg, cioè composto da più canzoni tra le quali riconosco nel sogno Holiday, che devo aver sentito nella realtà il giorno stesso. Ad Almar piaceva molto Madonna ed io vedo un pezzo di video poi Almar mi dice di mettermi a letto e inizia a spogliarmi ma sotto i vestiti ho già il pigiama. Mi stendo sul letto quando vedo arrivare dall'altra stanza mia madre che aveva solo le mutandine ed era nuda dalla cintola in su, con il seno quasi inesistente, come avvizzito e un grande triangolo bianco rovesciato con la punta in giù al posto del cuore. Mi dice qualcosa ma non capisco: ha anche i capelli verdi e la stessa carnagione è olivastra. Mi giro verso Almar e mi guarda senza capire poi mi volto verso mia madre me è scomparsa e così faccio per mettermi sotto le lenzuola infilando anche i piedi con i calzini dentro ma mi accorgo che sul mio calzino destro c'è appoggiata una enorme mosca rossa che inizia a volare pian piano. Sono impaurito perché non l'avevo vista e Almar dice di non preoccuparsi e prende un cacciascope, di quelli che si usavano, con la retina. Io mi alzo e noto che il muro è rovinato e ci sono alcuni insetti sul soffitto ma piccoli e non si muovono. Mi rigiro verso Almar ma non è più lui e noto che l'uomo dice di non temere, che nel suo albergo non si è mai lamentato nessuno e cose del genere. Io lo saluto ed esco. Ho molta sete. Mi sveglio un istante ma il sogno mi riprende, così cerco di uscire dal sogno, lo faccio ma ci rientro e poi definitivamente mi sveglio. Accendo la luce e vado in cucina. Mi riaddormento e sogno di stare in un centro ricerche dove mi fanno visitare con grande precisione tutte le stanze, poi capisco che sono lì per fare degli esami: ho fatto solo il primo di matematica e so che dovrò restare lì per altri tre anni. Con una scusa convinco una mia collega a farmi visitare la parte esterna del centro ed ella mi fa uscire da una porticina che dà in una grotta. Ci dirigiamo verso l'esterno della grotta e usciamo in una conca gigantesca con moltissimi buchi sulle pareti, come i Sassi di Matera. Non ho mai avuto un sogno così steso e grande. Tutto è luminoso ma non abbagliate, a colori e vedo il verde dei cespugli. La mia collega mi guarda e sorride. Mi sveglio e attendo cinque minuti. Impedisco alla sveglia di suonare e mi alzo. Devo andare a Napoli per lavoro. Ho avito la nausea tutto il giorno e una strana malinconia. Ieri sera ho visto il primo episodio di un telefilm degli anni Sessanta, "The Time Tunnel" in cui ad un senatore gli fanno visitare questo centro di ricerche avveniristico ed io ho pensato che era una fortuna per lui essere trattato così bene. Sabato sera ho presentato al mio amico Ric i miei quadri 3D e li ho fatti vedere al mio amico Oliver. Sono rossi e verdi.

sabato 7 gennaio 2012

La patente e il libretto

Il sogno di stanotte mi ha visto andare in spiaggia, in Sardegna, con i miei, anche se credevo fosse la Sardegna ma in verità era più una spiaggia americana, con una grande battigia e case sulla costa a mo' di tanti telefilm americani. Una di queste case era la nostra e la tanta gente che ci attorniava era formata da tanti nostri amici. Mio padre viene verso di me con una specie di taccuino in mano. Mi dice che in realtà è una patente di un tizio che l'ha persa e mi dice di leggere bene il nome. Io leggo e vedo che si tratta di un certo Ugo Infinito. Almeno credo che il nome di battesimo sia Ugo; tuttavia ho grandi brividi a leggerlo e gli chiedo cosa significhi ma mi mio padre se ne va in giro allontanandosi e poi capisco il perché: stavano venendo verso casa nostra dei carabinieri che ci chiedono se avessimo trovato una patente di guida. Io nego e uno di loro mi dice che ha appena arrestato un tipo sospetto solo perché stava passeggiando. Capisco che sono pericolosi ma cerco di ignorarli: quelli poi dopo e ne vanno. Ho in tasca il libretto-patente ma non trovo più mio padre. Mi sveglio alle otto circa e mi riaddormento: mi sarei dovuto alzare verso le nove passate per venire dal mio amico Ric, in campagna. Il secondo sogno mi trova all'interno di un grande magazzino d cose usate che vendeva anche dei libri a pochissimo. Tra i tanti volumi trovo un volumetto piccolissimo e nero, di circa sei centimetri. Al suo interno leggo che contiene molte poesie di un poeta vissuto nei primi del Novecento, credo il 1911; leggo una di queste poesie e mi stupisco di quanto sia contemporanea: non era neppure una poesia futurista ma almeno degli anni Sessanta. Ne leggo altre e, tra la sorpresa di aver trovato un bel libro e il fatto che sarebbe costato un euro, mi metto a piangere copiosamente. Scorgo da lontano mia madre e non mi vede e in cuor mio faccio un sospiro così penso ce non mi abbia visto piangere. Mi sveglio con i solito dolori di schiena alle ne e quaranta. Mi sento molto bene. Elementi razionali sono: i telefilm del mistero che sto vedendo in questo periodo, tipo Haven, e la caccia ai libri di un certo rilievo e antichi che mancano alla mia collezione.

domenica 1 gennaio 2012

L'auto parcheggiata male

Credo che il fine del sogno di questa mattina sia stato quello di fare colazione in un bar molto lontano, così ho preso la mia macchina e ho percorso le vie già affollate della mia Città Immaginaria. Le vie erano fatte affinché ci passasse una sola auto. Molta gente, tantissimi colori. Arrivo ad uno slargo dove decido di lasciare la macchina parcheggiata alla bell'e meglio e me ne vado dentro ad un cunicolo che portava ad una va piena di negozi. Sapevo che il bar dove dovevo andare era dopo la prima curva a sinistra ma decido di entrare in un altro ber dove non ero mai stato e prendo un cornetto salato. Poi mi avvicino ad un bancone e ordino un cappuccino senza schiuma. Mi rendo conto di aver lasciato la macchina parcheggiata male e quindi voglio sbrigarmi a bere il cappuccino ma la barista non si sbriga. Mi sveglio con una stanchezza dei muscoli molto pesante: sono andato a letto alle 3 e mezzo dopo aver fatto Capodanno con la mia amica Betta. I cornetti salati li avevo comprati ieri al supermercato e me li sono mangiati stamattina. Erano due. Alla fine ho dormito bene anche se mi sento a pezzi.

martedì 6 dicembre 2011

La camera di mamma e la busta

Questa notte ho avuto un po' di febbre: ieri mi era preso un dolore allo stomaco e un attacco di dolore intestinale. Dopo i fermenti lattici sono andato a letto e stamattina mi sono svegliato bene, anche se in ritardo verso le 9. Ricordo solo che mi trovavo nel sogno nella camera di mia madre, quando noi fratelli eravamo piccoli. C'erano molti ragni neri sulle pareti, tutti finti ma con le ragnatele vere. Io allora strillavo a mia madre perché facesse pulizia e mentre parlavo, ho visto un ragno vero camminare: aveva il corpo rotondo e fece un balzo verso di me, tentando di venirmi addosso. Io cercavo di evitarlo. Non ricordo altro tranne che prima di entrare in camera mi trovavo in una specie di officina con vicino un ragazzo nudo bellissimo e seduto e quindi non ne vedevo le nudità. Quello, ridendo, mi dà una busta trasparente piena di un liquido biancastro che riconosco essere sperma. Mi rendo conto che si tratta di qualcosa di pericoloso e me la metto in tasca uscendo dall'officina e dirigendomi verso un cassonetto per buttare quella busta. Vedo allora che molta gente mi guarda perché ha capito che uscivo da quell'officina dove doveva esserci un ritrovo di prostituti e mi sento osservato. Non ne trovo uno finché non arrivo vicino ad una fermata della metro (riconosco la città immaginaria) e vado per prendere la metro, rendendomi conto di essere seguito. Poi mi trovo, appunto, in camera di mamma. L'unico elemento razionale che riconosco è la scultura che ho fatto di cui ho parlato a Rob: in questa appubnto, ci sono due ragni finti neri esattamente come quelli del sogno.