lunedì 15 giugno 2009

A.O.E. (Attività Onirica Eccessiva)

Il post è contenuto nel blog http://giovanni-croce-private.blogspot.com/ ad accesso non pubblico.

domenica 14 giugno 2009

Cosa rimane di un amore.

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venerdì 12 giugno 2009

Julian, la campagna e i miei

Due notti fa ricordo un brano di un sogno, a colori, vivido in cui mi trovavo a bordo di un'auto rossa e correvo per una campagna piena di grano e paglia per terra, secca e calpestata senza eccessivo calore: era estate. Avevo al fianco una ragazza che assomigliava alla mia cliente con la quale ero stato a cena in albergo a Palermo. questa cliente è bassina, minuta e abbastanza intelligente ma non eccezionale come bellezza anche se riconosco un suo fascino (il cameriere con fare maleducato a fine cena ha sussurrato "che carini!" ad entrambi) e nel sogno si è trasformata nella mia ex ragazza di un tempo. Con la mia ex ragazza andavamo spesso con la macchina in campagna, sull'Aurelia, attorno Roma o in Campania. Una volta ci ritrovammo a vagare in un orto con la sorella e il fidanzato dell'epoca. Nel sogno ci fu una terza trasformazione: la mia ex ragazza mutò in un'altra ragazza che frequentavo all'università e con la quale una volta ebbi un rapporto sessuale in aperta campagna proprio in auto e, mentre lo facevamo, passò un trattore col contadino a bordo e guardò praticamente tutto. Nel sogno però io mi rifiuto di fare sesso sia perché non era il caso in quanto mi piaceva guardare la campagna sia perché ci fu un'ultima trasformazione nella cliente (di nuovo) e che ovviamente non mi piace né è il caso. Il sogno fatto questa notte invece mi trova assieme a mio padre e mia madre e una sorella (non quella che ho) nella Città Immaginaria davanti ad un portico dove all'interno di questo c'è la Gagosian Gallery che espone quadri di Julian Schnabel. Non mi stupisco più di tanto anzi sono così euforico di andarci con i miei che illustro la mostra prima di entrare. Mio padre è sempre in silenzio e mia madre ride. Salgono le scale e io rimango indietro poi li perdo ed entro anch'io ma mi ritrovo in un corridoio pieno di quadri rossi e film proiettati alle pareti. Mi sveglio alle sei e mezzo stamattina infreddolito. Ho dormito con le finestre chiuse e sento freddo. Mi riaddormento per dieci minuti senza alcun sogno. A Palermo, prima di venir via, sono stato alla Feltrinelli e nel reparto dei dvd sono passato davanti a quello dove la volta precedente avevo visto esposto il film Lo scafandro e la farfalla, proprio di Schnabel ma l'ho ignorato. Mio padre non lo sognavo da circa un paio d'anni. Stava bene e questo mi ha soddisfatto.

sabato 6 giugno 2009

L'aereo nel bosco

Dopo essere andati alla lettura delle poesie al Festival delle Letterature a Massenzio (in cui, devo dire, ho visto come erano fatti la Inzana e Cucchi), io e Ra siamo andati prima a mangiare al cinese dietro via Cavour e poi a casa. La serata era bellissima ma stanotte ha fatto un acquazzone in due fasi con un vento terribile. Mi sono svegliato per forza alle 5 perché un coinquilino di Ra non aveva le chiavi e Federica è andata ad aprire. Convinto che fossero le 10 del mattino mi sono alzato anch'io ma poi, vista la cosa, sono tornato a letto. Ra neppure ha sentito e ha continuato a dormire. Così ho fatto il sogno che ricordo fino a stamattina alle 7 circa: stavo viaggiando su un aereo, di quelli come erano negli anni Quaranta e sorvolavamo un paese che non conosco, le cime delle montagne, il mare; ad un certo punto l'aereo si è abbassato a il pilota mi dice che in quel tratto doveva volare basso: allora l'aereo è a circa cinque metri dal suolo e va in un bosco e, senza problemi, vola fra gli alberi, dove sempre ci sia una pista apposta per volare. Poi vira e si dirige verso una cascata e si getta nel vuoto, poi va verso una città e sorola le strade come fosse un'automobile ma sempre volando. Io sono stupito per il modo di volare ma poi dico a me stesso che così si usa in quel posto. L'aereo arriva e scendo a far spese nei negozi. Il sogno è stato tutto a colori: ricordo le sfumature delle cime degli albberi, del mare, la città, l'asfalto, insomma tutto. Il colore dell'aereo era bianco panna. La sera prima, alla lettura delle poesie, c'era un grande schermo e uno dei tanti video messi su mentre i poeti recitavano faceva vedere in volo la telecamera che riprendeva le cime di montagne innevate e alture dell'Arizona. Ancora adesso ammiro la bravura del pilota fra la pista del bosco e l'unica cosa che mi sono chiesto, nel sogno, era: "Ma se in questo istante passa uno in bicicletta?".

venerdì 5 giugno 2009

L'ultimo libro della serie

Stanotte ho fatto due lunghi sogni molto belli ma purtroppo non ricordo assolutamente null'altro che questa sensazione. Un solo risveglio alle 5 meno venti e tanto freddo perché la temperatura si è abbassata (ho dormito con le finestre chiuse). Dopo essere stato ieri sera a portare il mio regalo per la Cresima a mio nipote sono tornato a casa un po' imbronciato perché ho dovuto montare il Mac in tutta fretta e mamma doveva tornare a casa. Lui è stato contentissimo e mi ha spedito un sms molto bello. In realtà sono stato felice davvero. Anche mia nipote è stata così carina che mi sono sentito come avere due figli veri. Purtroppo non ricordo i due sogni di stanotte ma credo che ci sia stata qualche derivazione dagli eventi della giornata. Ricordo un solo brano del sogno di ieri notte: ho preso dal giornalaio l'ultimo volume della serie di filosofia dei Meridiani Mondadori; in queste settimane stanno pubblicando Il Capitale di Marx in più volumi. Mi sono proiettato nel futuro e l'ultimo volume della serie l'avevano stampato prendendo dei volumi già stampati, vecchi e consunti e riparati alla bell'e meglio con lo scotch sul dorso. Il colore del volumetto, diviso in due parti in cui una conteneva un excursus della serie e la seconda parte il termine dell'opera di Marx, aveva però il colore blu e non verde. Il colore blu era il colore della serie dei classici della letteratura mentre il verde dello dei classici della filosofia. In realtà mi sono chiesto l'altroieri quando terminerà questa serie arrivata ora al numero 63 perché non ho più posto nelle mie libreria dedicate a questi volumetti tanto preziosi.

mercoledì 3 giugno 2009

Cane, nonno e bottega ebraica

Stanotte ho dormito con Ra nel mio letto dopo tanto tempo. Mi sono addormentato bene perché comunque mi sento molto rilassato. Mi sono svegliato alle 4 per andare in bagno. Avevo appena avuto un sogno in cui un cane mi azzannava ma non avevo paura. In realtà il cane mi aveva azzannato il braccio sinistro e pian piano si era fuso con esso fino a far diventare il braccio come avvolto da una sostanza gelatinosa (tipo il film Blob, fluido mortale). Mi sono svegliato proprio mentre ammiravo il mio braccio trasformato ma non avevo paura anzi mi sembravo molto fiero. Ho fatto pipì e bevuto un goccio d'acqua poi sono tornato a letto: Ra dormiva beatamente. Mi sono riaddormentato dopo più di mezz'ora e ho sognato di dover andare in bagno ma di corpo e incontravo un signore che sembrava essere mio nonno materno il quale mi diresse in toilette la quale, ovviamente, non solo non aveva pareti ma aveva gente tutta intorno. Mi sono svegliato di nuovo verso le sei. Mi sono riaddormentato subito e stavolta ho sognato di essere di nuovo nella Citta Immaginaria con una persona accanto (forse Ra ma non ne sono sicuro) e stavamo costeggiando una serie di negozietti in un bazar. Questa volta mi sono fermato ad osservare degli oggetti che ritraevano ancora la Sicilia ma anche alcune cose ricamate e il commeciante era ebreo perché aveva i capelli con i ricciolini tipici dei rabbini. Mi accorgo di stare a guardare oggetti di culto ebraico; poi vediamo l'ora - le sette e quaranta - e mi accorgo che ci siamo alzati tardi anziché le sette, ora in cui avevo impostato la sveglia. Stavo per dire che non l'avevamo sentita quando invece mi sono svegliato con il suono reale della stessa. Ieri sera verso le sette e quaranta siamo andati, io e Ra, al mercatino sotto il suo palazzo, dove sono stato attratto da un salvadanaio di Paperino, una papera di ottone e peltro pesantissima e ho comprato sette volumi di libri del Club delle Giovanni Marmotte. Poi abbiamo visto a casa mia il film Mamma Roma di Pasolini.

martedì 2 giugno 2009

Sicilia esoterica.

Stanotte sveglia alle 3 per telefonare a mia sorella nel caso non si svegliasse a sua volta per andare a partecipare alla sfilata del 2 giugno. Non ha risposto, poi ha chiamato alle tre e mezzo mentre mi stavo riaddormentando e infine, una volta assopito, un messaggio sul telefonino alle 5 e mezzo per dirmi dove si trovasse e di comunicare questo a mia madre, cosa che ho fatto alle 8 e mezzo. Insomma, non ho dormito affatto, ho mal di schiena e mal di pancia (quest'ultimo dovuto ad un piccolo stato d'ansia oppure perché sto prendendo delle vitamine troppo forti). L'unico sogno che ho fatto eseguito verso le 8 stamane mi trova in un bazar, lungo una via nella mia Città Immaginaria. Mi trovo accanto ad un signore attempato che so essere un intenditore di stampe antiche. Egli guarda in un raccoglitore e nota delle stmpe a colori che evidenziano al Sicilia. Parla fra sé o con una terza persona dicendo dei numeri. Dice la parola "tre" ed estrae la cartina della Sicilia con evideniati tre capoluoghi: Palermo, Catania e uno al centro, forse Enna. Poi dice la parola "centro" ed estrae la cartina della Sicilia con evidenziata la parte centrale dell'isola. Su queste cartine non c'è scritto null'altro, neppure i nomi delle città, niente. Poi le compra ma le lascia nel raccoglitore; io ci guardo dentro e ne vedo altre, le osservo bene: hanno tutti ricami e piccoli disegni attorno alla cornice, sono verdi e blu e la stampa mi sembra antica. Si avvicina quello che le vende e gli chiedo quanto costino e risponde "dieci". Poi si avvicina troppo e mi tocca il didietro, mettendo un dito tra le natiche. Io lo allontano e mi arrabbio molto dicendo che se continua gli strappo le cartine così rare. Lui dice che non lo farei mai ma smette, così io continuo a vedere all'interno del raccoglitore e trovo delle piccole stanzette eseguite a mano ma fatte di metallo, di ottone, con i mbiletti e altri accessori alcune piene di acqua. Le lascio stare e me ne vado. Non sono però inquieto con il gestore che mi ha toccato il culo. Ieri sera prima di dormire, andando in bagno, mi sono chiesto - guardando la cartina in 3D della Sicilia - come mai il Monte Etna fosse più alto del Gran Sasso.