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giovedì 22 settembre 2011

Addendum: scendere

Non accadeva di addormentarmi di pomeriggio in questa maniera così profonda da moltissimi mesi. Stanotte infatti, con il mio raffreddore, non ho dormito quasi per niente e oggi, tornando da Frascati per lavoro, mi sono adagiato sul letto verso le 14 e ho dormito profondamente fin oltre le 15 nella stessa identica posizione in cui ricordo di aver chiuso gli occhi. Ho dormito così profondamente che ci sono voluti cinque minuti per rialzarmi e prendere coscienza. Ho fatto un unico sogno: mi trovavo su un alto palazzo ed ero con mia madre. Parlavamo del fatto che saremmo stati a Parigi (in realtà dovremmo partire il mese prossimo assieme io e lei) e mentre dialogavamo di ciò che si sarebbe portata incontriamo una sua collega. In realtà mia madre non lavora me nel sogno faceva l'impiegata in un ospedale. La collega si mette a parlare con lei ed io ne approfitto per guardare intorno quello che doveva essere un ospedale. Quando la collega se ne va proseguiamo il nostro cammino. Stavamo scendendo verso l'androne dell'ospedale, tre piani più sotto e prendiamo una scala mobile. Per un motivo che non ricordo, ci separiamo e lei va avanti a me di una decina di metri. La vedo scendere delle scale ma, quando io vi arrivo, mi trovo davanti il vuoto: per scendere infatti bisognava aggrapparsi a delle staffe di acciaio e saltare con un balzo il piano sotto, in maniera molto complicata. Io mi metto paura dell'altezza ma mia madre la vedo già sotto, arrivata. Le dico da lontano di attendermi esattamente là e mi giro per vedere se ci sono altre scale. Vedo degli ascensori e capisco che devo premere il -2. Tuttavia non ci so o ascensori che vanno sotto ma solo sopra e decido di entrare in uno di questi perché magari ha i bottoni dentro, come mi è capitato; tuttavia entro nell'ascensore ma in realtà è un porta attraverso la quale entro in una grande piazza, circondata da paratie trasparenti e blu alternate. C'è moltissima gente, tutti corrono. Incontro da lontano la collega vista prima ed ella corre con me per andare a prendere un ascensore che porti due piani più sotto. Non troviamo però ascensori che scendono e lei dice che forse hanno fatto dei lavori. C'è un metodo, continua a dire, ed è quello di prendere un tram. Stanno arrivando alcuni tram senza binario, tutti colorati di arancione ma sembrano quasi dei carretti siciliani per quanto sono abbardati. Riesce a vedere il numero 708 e 302 ma non so quale prendere e mia madre mi sta aspettando. A questo punto mi sveglio per un rumore fuori la finestra perché passa un'auto ma continuo a sforzarmi di proseguire il sogno e per qualche secondo ho mischiato con gli occhi impastati di sonno questa realtà e quella del sogno. Avevo la vescica piena e dovevo andare in bagno e quindi non ho potuto proseguirlo. Elementi razionali: ho parlato del viaggio a Parigi con mi madre proprio ieri e stamattina con una mia collega a Frascati. Inoltre ho visto la capotecnica del laboratorio analisi che stava discutendo al telefono ma senza camice (doveva essere appena arrivata) e mi sembra sia la collega del sogno con la quale parlava mia madre. Dopo un'oretta mi sono ripreso.

mercoledì 7 settembre 2011

Tablet e vacanze (I & II)

Ieri notte il mio sogno sicuramente sarà stato originato da una delle tante fotografie che stavo guardando prima di andare a letto e che riguardavano la mia passata vacanza in Sardegna: in una di queste foto c'era un bove che stava guardando verso la camera e che avevo immortalato su consiglio di mia sorella un giorno in cui tornavamo dal mare. Nel mio sogno sto passeggiando lungo un campo, nella Città Immaginaria, e vedo un bue a metà con il corpo nella terra e metà fuori, il quale brucava l'erba senza per nulla avvedersi della sua misera condizione. Volevo fargli una foto con il mio iPhone ma avevo per le mani una specie di tablet di nuova generazione, più grande di uno smartphone e più piccolo di un iPad. Mentre cammino mi accorgo che in tutto il campo ci sono bovini a metà nella terra e metà fuori, i quali sembravano tante specie di piante-animali. Un campo di ibridi animali che non potevano camminare. Faccio per fotografarli ma mi accorgo che anche un altro ragazzo si era avvicinato come me stupito dello spettacolo e mi chiede di fare a che a lui una foto. Io, mentre lo inquadro, mi intimorisco perché egli non appare nello schermo, quando invece tutto l'intorno dove si trova lui compare. Anzi mi sembra quasi di aver lanciato una applicazione che mi fa vedere un secondo tablet più piccolo all'interno dello schermo ma della faccia del ragazzo nessuna traccia. Arriva il padre del ragazzo e vede la mia espressione impaurita e mi chiede cose ci sia da aver paura. Io vorrei fargli vedere la cosa ma penso che poi si impaurisca pure lui, così cerco una immagine di un altro che avevo in memoria e con il labbro leporino e gliela mostro. Lui la guarda e dice che va bene così: quello è suo figlio. Mi sveglio. Il sogno di stanotte invece penso sia stato causato all'inizio da un libro che ho acquistato domenica scorsa a Parigi e che riguarda una mostra di fotografie che ritraggono piccolissime scene surreali di piccoli pupazzi. Molto realistiche queste scenette sembrano vede poiché fotografate da vicino. All'inizio del sogno io vedo dall'alto un combattimento in un castello, sul mare, molto cruento. Dico che sarebbe ora di finirla con i morti ammazzati e difatti il cavaliere, dandomi retta come si dà retta ad un gigante, smette ma a quel punto mi prega di tirare lo sciacquone del bagno e dal ponte levatoio escono fuori decine e decine di minuscoli corpi morti, acqua e sangue.Ritornato in me capisco di trovarmi in una stanza di una casa di vacanze al mare, presumibilmente in Sardegna. Dovrei andare a dormire a letto e nella stanza ci sono vari letti ma nessuno dentro di questi. Arriva il mio vecchio amico Ivan e mi dice se può dormire anche lui con me. Io gli dico di sì e ci mettiamo nel letto di un certo Julien, un mio collega francese, il quale è assente. Iniziamo a dormire io a capo e in fondo Ivan, esattamente come dormivo con mio fratello nello stesso letto da piccoli. Io penso che forse Ivan avrebbe potuto dormire diversamente più comodo in un altro letto ma poi penso che in fondo era meglio non utilizzare altri letti. Ad un certo punto entra Julien e vede che il suo letto è occupato. Io me ne dispiaccio ma lui mi fa capire che andrà a dormire da qualche altra parte e chiude la porta. Io mi alzo e vado vicino ad un armadio dove ci sono anche molte sue mutande. Anche Ivan si alza e mi chiede perché io cercassi le mutande di Julien. Io gli rispondo che forse ne avrà bisogno l'indomani. Però ogni sua mutanda è bucata proprio all'altezza dell'ano. Il sogno è ora a colori e difatti le sue mutande sono coloratissime anche se bucate. Mi sveglio verso le sei con un fortissimo mal di testa, mi copro con il lenzuolo anche se non scendo dal letto per chiudere le imposte e spero di potermi riaddormentare. Proprio ieri a Napoli mi hanno chiesto se in futuro il mio collega Julien, un bel ragazzo di trent'anni, si recherà a visitare quel laboratorio. Io ho risposto che non lo sapevo. Una volta riaddormentato verso le otto stamattina (ho dormito in totale dieci ore buone), sogno di trovarmi di nuovo in Sardegna dopo un anno, nello stesso luogo che in realtà è un hotel Shangri-La e che serve che io faccia il check-in. Parcheggio la macchina (un sacco di tempo per trovare posto) e vado nel patio dove incontro mio fratello al quale dò una botta sulle ginocchia per fargli capire che sono arrivato. Lui mi dice che tutti gli altri della famiglia stanno arrivando. Io vado verso il bancone del check-in passando per la cucina e il bar (in ogni albergo che sogno non riesco mai a trovare di primo acchito il bancone della hall). Arrivo finalmente e mi accorgo che ho dimenticato il portafoglio in macchina ho anche dimenticato dove ho parcheggiato. Per fortuna avevo con me la carta di identità e il cellulare, nonché la valigia. Mi sveglio e ho una sinusite da record. Devo dire che nel mio recente viaggio a Parigi il bancomat non ha funzionato e sono stato praticamente solo con 50 euro per quattro giorni.
PS Nel secondo sogno una persona non identificata mi dice che Julien ha una malattia venerea e da questo capisco perché le mutande erano tutte bucate.

venerdì 1 luglio 2011

Poltiglia

La mia amica Betta mi dice che ho passato un periodo di forte depressione latente: il fatto che io immediatamente mi addormenti quando pongo la testa sul cuscino è un chiaro indice: se lo dice lei che è psicologa allora potrebbe essere. Inoltre sogno poco anche se sono consapevole di aver sognato ma al mattino non riesco a dare un filo logico, neppure nell'illogicità dei miei sogni. Di stanotte ad esempio ricordo di trovarmi con un uomo all'interno di una specie di casa-laboratorio in cui c'era una grande vasca bianca quadrata e, attaccato ad un capo della vasca, una grande macchina con delle cesoie giganti alla fine. era come la macchina che fa i pomodori ma con due enormi lame rivolte all'interno della vasca. Quest'uomo dice che le persone vanno poste all'entrata di questa macchina e ne escono quasi liquide. Il tutto perché le persone che vogliono entrarci in realtà devono attraversare lo scarico della vasca così si trovano dall'altra parte della stanza di sotto, collegata direttamente ad esso. Una signora infatti era appena entrata e senza produrre alcun suono la macchina si aziona, la fa a pezzi e esce tutto il corpo, sangue, organi e ossa, come una specie di succo e poltiglia, che va poi verso lo scarico e finisce per entrarci dentro. Io chiedo se sia doloroso ma l'uomo risponde che non è per me e quindi posso solo guardare. A d un certo punto mi sembra di vedere pure mia madre che si mette in fila ma non era lei: era una donna che le assomigliava, vestita di bianco di cui anche la veste bianca finisce nella macchina ma non ne esce con la poltiglia. L'uomo dice che solo la carne entra nello scarico, il resto viene distrutto. Insomma un sogno che dovrebbe fare schifo ma a me non produce stranamente, durante il sonno, alcun senso fastidioso. Stamane mi sono svegliato alle sette e mezzo con un mal di testa sottile. ripenso al sogno e lì mi fa un po' senso ma poi mi riprendo perché penso ad una persona importante e bella.

lunedì 9 maggio 2011

Ascensori, Scientology, Amsterdam e Parigi

Con mia madre che sta male ero andato a letto nervoso e stanco, dopo una giornata passata anche con le nuove scarpe a forma di barca per stimolare le cosce. Ho dormito sodo ma alle sei e un quarto mi sono svegliato per il seguente sogno, con un mal di testa fortissimo e con una gran fatica. Dunque, mi trovavo a casa di Jim Cow il quale ha un ascensore che non funziona quando lo prendi perché pè di quelli che abbisogna della chiave. In genere quando andiamo a trovarlo Jim Cow ci chiama dal terzo piano e l'ascensore sale, dopo che siamo entrati dentro. Quindi, entrato nell'ascensore vedo che qualcun altro ha aperto il portone e lo faccio entrare dicendo che io sarei sceso al terzo piano. Quello mi parla abbassandosi e mettendosi seduto quasi, guardandomi i pantaloni. Non l'ho mai visto ma non penso sia amico di Jim Cow e quindi attendo di arrivare al piano. L'ascensore però, arrivato al terzo piano, si ferma un istante e poi prosegue in orizzontale. Io esclamo: "Accidenti! Questo è un ascensore orizzontale, meno male che fa una sola formata e scendo anch'io alla prossima e torno indietro." L'ascensore corre lungo il palazzo adiacente, vedo i tetti, alcuni altri palazzi: sembra la Germania degli anni Quaranta, è scuro in cielo. Arrivati alla stazione dell'ascensore scendiamo, il tizio se ne va ed io telefono con un cellulare di legno al mio amico Jim Cow. C'è una festa a casa sua e mi risponde uno dei Vongoli, la coppia dei miei amici di vecchia data. Dico di aprire la porta e chiamare l'ascensore che sto arrivando. Però vedo l'ascensore ripartire all'indietro senza di me, per cui corro e lo perdo! Così corro verso un altro corridoio dove c'è un secondo ascensore, stavolta di metallo in cui tutti sono seduti tranne un posto e mi ci siedo. Quello parte ma prende una strada diversa e va in chissà qualche altra parte della città, viaggiando sopraelevato. Ho il fiatone dopo tanto correre e, appunto, mi sveglio ansimante e col mal di testa. Fatico molto per riaddormentarmi, fuori c'è un po' di vento. Nel secondo sogno io e Almar passeggiamo dentro un centro commerciale e salendo le scale vediamo adagiati dei libri a fumetti. Ne sfoglio uno e i disegni parlano di una coppia omosessuale che fa sesso orale: i disegni sono in bianco e nero e fatti bene. Lo chiudo e mi stupisco che possano essere venduti in un centro commerciale. Una gentile signorina si avvicina e mi dice "Questa è la Chiesa di Scientology e, nella vita, può esistere anche che una coppia omosessuale faccia sesso." Salgo le scale con Almar e vedo che effettivamente è la nuova Chiesa di Scientology di Boccea, a Roma, che vende però anche altro materiale, forse perché è cambiata nel tempo. Vende pupazzi di Guerre Stellari e Star Trek, libri di fantascienza e di arte grafica a colori (tutto è a colori). Mi soffermo in particolare su un libro in cui, sfogliandolo, le figure si animano. Vorrei comprarlo per averlo ma mi accorgo di essere nudo e di non avere soldi. Per cui faccio per chiedere ad Almar dei soldi ma non c'è più. Penso che forse stia facendo l'OCA Testa di Scientology, cioè il test della personalità, poiché magari ne ha bisogno. Vedo anche un libro che è una specie di computer e con tanti circuiti e schemi. Mi metto seduto presso una scrivania e questi schemi ad albero mi passano davanti, tutti a colori. Qualcuno dice che sto per entrare nella mia rete di computer, qualcun altro è incapace di farlo. Io entro nella mia rete di casa e poi l'abbandono per far sì che qualcun altro possa lavorarci su. Mi alzo e cerco Almar ma non vedo più nessuno. So che devo scendere perché dabbasso ci sono gli uffici e le aule ma due corridoi hanno un vaso di fiori con delle peonie e capisco che è vietato il passaggio. Per cui scendo le scale più in fondo ma sento sempre di essere nudo e mi dirigo verso i bagni sperando ci siano gli spogliatoi di coloro che ci lavorano per mettermi qualcosa. Una ragazza che lavora lì mi dice che stanno tutti a lezione. Io mi giro. Tutta la grande sala dove ero, i corridoi e le stanze sono vuote, non c'è nessuno ed è buio. Ho dei brividi e mi sveglio per un breve periodo. Il sogno seguente mi vede arrivare ad Amsterdam dal mio amico Marco al quale chiedo se gli va che andiamo ad Ikea. Lui ne è entusiasta e va per prepararsi. La sua casa è diversa, è più verdina e bianca, molti oggetti strani e so che ospita la mamma. Io gli dico che se vuole posso andare a dormire da un'altra parte ma la mamma viene e invece insiste per far sì che rimanga, tuttavia prende da parte Marco e gli dice che non è il caso di andare ad Ikea e fare altro. Non so cosa perché mi sveglio, sempre col mal di testa. Nell'ultimo, brevissimo sogno, so che mi sono spostato a Parigi da Amsterdam e so che dal luogo in cui ero con gli ascensori, sono passato in una città dove, appunto, c'era la Chiesa di Scientology per poi giungere ad Amsterdam e infine a Parigi. Sto uscendo dalla stazione della metropolitana di Marnes-La-Coquette, un paesino attorno alla metropoli e vedo le mie due colleghe Silvia e Marie-Rose. Mentre sto uscendo loro stanno invece ferme e faccio loro: "chi aspettate?" e rispondono "Il Papa!". In quell'esatto istante suona la sveglia delle otto in punto. L'analisi di questo sogno è complessa; alcuni elementi razionali derivano da questi giorni (il weekend con Jim Cow, mia madre che sta male). So che dovrò andare a Parigi la settimana prossima e che il mio amico Marco non viene più a Roma a giugno e che forse io andrò da lui. Almar che mi ha lasciato. Il cartellone della pubblicità della nuova Chiesa di Scientology di Boccea visto sabato (o forse è frutto della mia immaginazione?).

domenica 8 maggio 2011

Campagna

Tornato da Arpino, dove mi ero recato con il mio amico Jim Cow e dove ho passato due giorni in campagna. A dire la verità non mi sono distratto un granché: infatti ho continuato a pensare ad Almar e a parlarne con il mio amico. Mia madre poi ha la febbre alta a Roma e la cosa mi inquieta, come sempre avviene sulle questioni che la riguardano in termini di salute.ho dormito male: ho avuto freddo nonostante la coperta abruzzese doppia e una copertina di cotone, nonostante il pigiama e nonostante la melissa che avevo preso poco prima di andare a letto. Mi sono alzato tre volte per fare pipi, mi sono svegliato innumerevoli volte con sogni stranissimi. Alla fine, stamattina, sono riuscito a dormire un paio d'ore per poi alzarmi alle nove e mezzo. La campagna era bella e solare, molte api, fiori, piante, ulivi. Alla fine siamo andati a mezzogiorno a vedere il Certamen Ciceronianum e a mangiare cucina tipica ciociara. Non h ricordi dei sogni ma so che erano meravigliosi e ricchissimi Di immagini. Stasera provo a mettere vicino un cristallo di rocca.

sabato 30 aprile 2011

Il matrimonio di mia sorella e Sandy Dandy

E' vero che non ho scritto nulla sui miei sogni di recente ma sto attraversando un periodo un po' particolare: la mia situazione affettiva è appesa ad un filo, il lavoro, lo stress, lo studio. Ho avuto un paio di sogni erotici che magari scriverò più in là ma ieri notte ho fatto un sogno davvero bello anche se al tempo stesso amaro: dunque mia sorella doveva sposarsi ed io mi ero provato un vestito bellissimo che ho riposto nell'armadio non appena ho visto che mi stava perfettamente. Così, vestito solo con un abito normale, mi reco in chiesa dove sapevo che stavano provando il matrimonio mia sorella ed il futuro marito (lei non è attualmente né fidanzata né è mai stata sposata). Invece trovo che si stava sposando e che in realtà mi ero dimenticato della cosa. In grande imbarazzo entro nella chiesa proprio mentre mi guardano tutti e mia sorella sta pronunciando il fatidico "sì". Vado dove si trovano anche i miei genitori (mio padre è morto e in questa situazione sembra felice ma non dice nulla), chiusi in cabine tipo quelle di Lascia o raddoppia. Mia madre mi vede e le dico che ho solo il vestito di lavoro perché quello bello l'avevo riposto nell'armadio. La cosa non la riguarda minimamente. Finita la messa vado da mia sorella, un po' infastidita per il fatto che non ero vestito bene per l'occasione ma le dico "Come si chiama tuo marito? Giovanni per caso?" e lei, mentre va dagli ospiti, risponde "No, Guglielmo!". Il sogno finisce. Sicuramente influenzato dal fatto che ieri poi si è sposata la coppia reale inglese, questo sogno ricalca un mio preciso desiderio, che è quello di vedere finalmente mia sorella felicemente sposata. Tuttavia il periodo che stiamo attraversando io e Almar non è dei più felici e forse influisce anche la situazione. Stesso ragionamento per il sogno di stanotte. Premetto che non mi parlo dallo scorso gennaio con delle mie amiche, Betta, Gegè e Vivident. Ultimamente sento di doverle richiamare perché comunque le ragioni del mio dissenso nei loro confronti mi sembrano infantili. Quindi stanotte uno dei loro gatti (il mio adorato) che si chiama Sandy Dandy è entrato in una bellissima casa modernissima, quasi del futuro e mi è venuto incontro dicendo che dovevo scendere al piano di sotto. Io contentissimo di abbracciare Sandy Dandy me lo metto addirittura in testa come cappello e scendo la casa arredata benissimo e capisco che è una parte di una palazzina tipo comune di amici, cioè un po' la cosa che volevano fare le mie tre amiche tempo fa. Al piano di sotto riconosco su di un letto Gegè e vado a salutarla ma vedo che dietro di lei c'è Betta. Nel salutare Gegè preferisco salutare prima Betta e l'abbraccio mentre Sandy Dandy mi chiede di scendere dalla mia testa per salire sul letto. Ricordo ancora vivissimamente i mobili che nel sogno Betta dice di aver realizzato: verdi e di tessuto, alcuni bianchi di plastica purissima ma la cosa che mi sconvolge è quanto sia stata vera l'immagine del gatto, tra i miei preferiti in assoluto. evidentemente mi manca anche lui.

martedì 22 marzo 2011

Io e Cri sulla bicicletta e l'azienda fantasma

A prescindere che ho sognato mia madre durante una riunione di una azienda che cercava esclusivamente me per alcuni suoi fini, elevandomi quasi a persona più famosa del mondo e dotandomi di uno stipendio di circa diecimila Euro al mese le cose sono andate così: innanzitutto io e la mia amica del cuore Cri stavamo andando verso la sua macchina parcheggiata nella Città Immaginaria e, per andarci e fare più in fretta, le ho detto che saremmo andati con una bicilcetta. Lei è salita in canna, come si usava nel dopoguerra, ma mi ha fatto fermare dopo un po' per entrare in un negozio di abiti da mare. Mentre l'attendevo fuori vedevo quanto fosse bella mentre si provava un pareo. Uscita con un mare di buste in mano risale sulla biciletta e ce ne andiamo verso la zona in cui doveva esserci la macchian parcheggiata. Ridevamo insieme tantissimo e i suoi capelli ricci mi davano fastidio alla faccia al punto che temevo di uscire fuori strada con il mio mezzo. Alla fine però avevamo fatto solo un centinaio di metri (a me sembrava di aver fatto chilometri); così Cri è scesa ed è andata a piedi ed io ho messo la bicicletta sul muro e sono entrato in un edificio. Sapevo di dover fare degli esami tanto che ero convinto fosse l'Università. Invece avevo fatto solo delle selezioni per una azienda che si occupava di proiezioni demoscopiche ed invenzioni e tutti stavano aspettandomi poiché mi avevano automaticamente assunto. Io dissi che lavoravo per un'altra azienda ma loro mi hanno detto che si erano permessi di farmi un piccolo versamento di una parte del mio compenso da diecimila Euro. Ho chiamato la mia banca per avere conferma e al telefono difatti mi han confermato la cosa. Stupito sono andato con una elegante signorina in una sala di conferenze e, non appena entrato, tutti mi hanno applaudito. C'era una festa in mio onore alla quale era stata invitata anche mia madre. Mentre mangiavamo tartine io chiedevo al direttore generale quale compito avessi e lui mi rispose che dovevo semplicemente proporre delle idee che sarebbero state realizzate. Anzi qualsiasi idea avessi, di qualunque tipo, sarebbe stata analizzata dall'Azienda. Non seppi mai il nome né di cosa si occupasse. Un po' spazientito da quella cosa ma anche interessato al tipo di lavoro mi diressi vicino a mia madre la quale mi disse: "Quando devo parlare della morta?" e io le risposi che avrebbe potuto farlo più tardi. Poi, avvicinandoci al tavolo dove erano le bevande fece un urlo e indicò il piede: una spilla le si era conficcata nel destro e la estrassi: era una spilla forgiata finemente e d'argento, formata da altre spille tipo una specie di rosetta. Molto bella. Sentivo di stare per svegliarmi e mentre lo facevo una sensazione strana: continuavo ad elaborare tante idee per quella Società misteriosa. Mi sono svegliato alle otto e venti. elementi razionali del sogno: innanzitutto ho rivisto Cri in foto su Facebook; poi ieri sera io e Almar ci siamo gustati la prima puntata della serie Stargate Universe in cui c'era un informatico sfigato invitato su un'astronave perché aveva scoperto la soluzione di un enigma alieno; infine mia madre ieri mi ha chiamato per dirmi che era stata al Verano e aveva visto che la tomba della zia di Almar non si era spostata per effetto delle recenti piogge.

giovedì 27 gennaio 2011

La semina e il foglio a T

L'altra sera un sogno formidabile che è durato pochissimo: stavo in un campo con molte persone e stavamo preparando la terra per la semina. C'era un sacco con molti semi piccoli (tipo quelli di papavero). Io avevo una zappa a forma di pelota in cui dovevo caricare prima della terra ocra, poi i semi, coprirli con un altro po' di terra grigiastra e spargerli sul terreno. Alcune persone mi affiancavano ma tutti facevano il loro lavoro. Mi è sembrato di intravedere mio nono paterno. Una persona mi ha cambiato lazappa dandomene una piatta con la quale sembrava difficile prendere le cose ma che poi invece risultava facile, solo che la quantità era minore. Più spargevo i semi per terra più guardavo l'intorno e vedevo piante e foglie, il vento che spirava e avvertivo un tepore lontano. era pieno giorno. E' durato poco ma mi sono alzato benissimo il giorno dopo. Ieri, assistenda ad una riunione noiosissima di lavoro, ho fatto dei ghirigori su un taccuino e mi è venuta l'idea di comporre un foglio per scrivere eventuali sogni di chi volesse raccontarmeli. Il foglio ha una linea orizzontale centrale e una semilinea verticale che parte dal centro della prima, come fosse una T. In questo modo nella parte grande centrale si può scrivere il sogno come lo racconta la persona; nella sezione in basso a sinistra scrivere le parole rilevanti del sogno e nella sezione in basso a destra le associazioni che vengono in mente a chi racconta. Nel mio caso le parole salienti sono: semi, terra, campo, zappa, vento e nonno; le associazioni sono trasparente, vetro, secchezza, fastidio e pesante.

martedì 2 novembre 2010

La casa Sylvanian Families, il matrimonio e il quadruccio di Spinoza

Fino a qualche ora fa avevo in mente anche il primo di quattro sogni che ho fatto stanotte. Alle tre e mezzo, svegliato da Almar in bagno, avevo dormito benissimo e ne avevo fatto già due di cui quello che ricordo mi vede alle prese con un trasloco in una nuova casa, molto simile a quella della serie di pupazzi Sylvanian Families che mi piacciono tanto. La casa era piccolina e ci riservavano però il piano più alto al quale mancava il tetto. La casetta era tutta arredata e io faccio presente la cosa al padrone di casa il quale scompare e dopo un po' mi accorgo che aveva fatto costruire un tetto non completo. Da lontano sento i tuoni (in realtà ha piovuto stanotte) e temo che il tetto, non completo, faccia ovviamente entrare acqua. Lo dico ad Almar ma risponde che c'è un grande vetro sul tetto ed è per questo che non mi ero reso conto che fosse chiuso. Inizia a piovere e mi sento al sicuro dentro quella casetta piena di coniglietti ed animali parlanti in ogni piano. Sono entrato davvero nella casetta dei sogni! Mentre mi beo di quella sensazione, appunto, mi sveglio. Non riesco più a dormire ma non ho l'ansia. Tuttavia ho caldo, mi rigiro nel letto, mi muovo in indefiniti modi senza trovare pace; Almar torna dal bagno e dorme nuovamente come niente fosse. Allora mi alzo dopo circa mezz'ora e vado in cucina a prendere una ventina di gocce di melissa. Tornato a letto mi riaddormento dopo un'altra mezz'ora e sogno di essere tornato indietro nel tempo con la mia vecchia ragazza dell'epoca assieme ai miei e stiamo andando a sposarci. Io sono molto contento perché il matrimonio è laico e non religioso e, ad officiarlo, c'è Massimo Consoli, un attivista del movimento italiano GBLT di mia conoscenza, purtroppo morto. Mi rendo conto quindi che sono nel passato (tutto mi sembra altamente reale) e lo chiamo: è contento di rivedermi. C'è anche mio padre, anche lui morto. Sono tutti contenti ma io non trovo più la mia ragazza e capisco quindi che il matrimonio non si può fare. Vado in giro in quello che era il posto in cui avrebbero celebrato e mi ritrovo nella casetta della Sylvanian Families! Non c'è più nessuno. Mi sveglio senza ansia. Accendo il lumicino e vedo che sono ancora le quattro e quaranta. Dovrò svegliarmi alle sei circa per andare fuori Roma. Non sono stanco ma mi riaddormento dopo poco tempo e stavolta sogno di essere in un grande parco adibito a museo all'esterno. Sono consapevole di esserci già stato e di aver visto le opere esposte, mi sembra di stare in Italia e le opere sono olandesi: quadri, libri e sculture, solo che ci sono centinaia di ragazzi in visita e fanno un chiasso assordante. Hanno distrutto gran parte delle opere sposte non per cattiveria ma per ignoranza. Mentre vago fra i prati e le siepi so che ditro una di queste c'è una piccola opera esposta di stampo spinoziano: un quadruccio con una immaginetta originale del Filosofo, anch'essa distrutta. Allora la raccolgo e mi viene in mente di metterla nella mia borsa non per rubarla ma per preservarla. Arriva qualcuno (riconosco un filosofo visto in una foto) e mi adopero non per toglierla ma per risistemarla e restaurarla. La pongo sul piccolo cavalletto e cerco dei guati per non sporcarla. Vedo allora tre o quattro confezioni di guanti in lattice e cerco la mia taglia. Vicino a me si sono seduti tutti i ragazzi sul piazzale poiché si è fatto scuro e si preparano a dormire con i sacchi a pelo. Noto che proprio accanto al posto dove sto lavorando una coppia di giapponesi sta toccando i guanti. Allora gli propongo di usarli ma mi fanno capire che sono loro tutte le scatole ed io mi scuso e chiedo se posso almeno usare il paio di formato large. Mi dicono che sono piccoli per me con quel formato ed io attendo che mi diano quelli della taglia giusta poiché penso che i giapponesi, che sono abituati ad usare i guanti da sempre, ne sanno qualcosa. Mi sveglio con la sveglia. Ci sono alcuni elementi razionali nei sogni: il cavalletto ad esempio compare ieri pomeriggio da mia madre dove le dico che vorrei regalarlo a mia nipote per Natale, visto che penso abbia una predisposizione per la pittura; la presentazione del libro su tutte le opere di Spinoza che ho fatto una decina di giorni fa e il filosofo spinoziano che mi ha chiesto un paio di giorni fa di inserire sul blog un convegno a tema: siccome che il convegno c'è domani mi ero dimenticato di inserirlo. Inoltre ieri pomeriggio, a casa di mia madre, mia sorella mi ha fatto vedere un DVD che mio cugino A* le ha regalato e che contiene alcuni filmini degli anni Settanta di quando era piccola. Mentre li guardavo il mio cuore ha sobbalzato ma, per non far trasparire l'emozione, mi sono difeso dietro alla questione di come avesse fatto ad avere proprio mio cugino, col quale non mi parla più, uno di quei filmini - girato da me - in cui c'è mio nonno e mio nipote. Inoltre la casetta dei sogni precedenti aveva a che fare anche con la vecchia casa a Cala Gonone della famiglia di mio cugino e che compare nei filmini. Insomma stanotte, nei momenti in cui non dormivo, sicuramente per questo motivo e soprattutto per essere ritornato indietro violentemente a quando c'era mio padre, mio nonno, così lontani. Non so ma il regalo di mio cugino è sicuramente una bella cosa, ben fatto e ben confezionato ma sono sicuro che sapeva benissimo di provocare in me qualcosa. Lasciamo perdere questa questione adesso.

lunedì 18 ottobre 2010

Notte insonne

E' un periodo che non viaggio molto ma quando viaggio mi stanco e sono molto stressato per cui non dormo. I problemi sono interiori. A Palermo, dove mi sono recato la settimana scorsa ho avuto problemi anche di pressione, credo però che siano relativi a stati di ansia. Nel sogno che ricordo, l'unico, mi trovo fuori casa di mio nonno paterno, in campagna e devo citofonare ad alcuni miei zii che abitavano al secondo piano della palazzina. Mio fratello arriva all'improvviso e mi ferma mentre sto per psuonare. Dice che mio cugino si è appena suicidato gettandosi dal tetto della casa, sul retro. Io rimango di sasso e gli dico se avesse chiamato la polizia. Risponde negativamente e dice che questa cosa è avvenuta tre giorni prima e che non ne devo parlare finché il corpo non sarà ritrovato. Inoltre racconta che qualcuno presumibilmente lo aveva visto mentre era con lui, sul tetto. Gli dico di non preoccuparsi e se ne va. Inizio a piangere perché la situazione è davvero triste: devo andare dai miei zii, cioè i genitori di mio cugino e fingere di non sapere deove si trovi e il pensiero di mentire mi atterrisce, inoltre il pensiero che forse mio fratello potrebbe essere accusato mi butta giù. Piango moltissimo e mi sveglio piangendo. Elementi razionali sono: la vicenda di questo periodo sulla morte dellaragazza di Avetrana, che forse devo aver visto in televisione; il telefilm Heroes in cui c'è un ragazza gettata da una finestra e muore e la sua amica corre il rischio di essere incolpata. Inoltre il pensiero, basilare, che non riesco a piangere in questo periodo: mi era venuto in mente la mattina stessa ed è ancora reale. Sono stato dalla mia dottoressa che mi ha prescritto alcune pasticche naturali calmanti che credo facciano il loro dovere. Continuo però ad essere triste dentro, per la situazione del lavoro.

lunedì 27 settembre 2010

Il letto di fiori e la camera sbagliata

Sono due giorni che ho il medesimo tema nei miei sogni: io che studio come universitario in una città estera, presumibilmente francese o tedesca. Il mio gruppo ha delle uniformi chiare, siamo tutti grandi ma giovani dentro. Nel sogno di sabato notte (dopo un venerdì con uno stato d'ansia pauroso, con la testa fischiante e la tachicardia, dovuto al fatto che avevo viaggiato e lavorato per 18 ore di fila) ho una camera che mi ricorda quella di una mia zia centenaria che abitava dai miei nonni paterni. Nel sogno mia madre faceva la cameriera e avevo dato disposizione che mi conservasse dei fiori. Siccome sapevo che era il mio ultimo giorno di permanenza avevo raccolto dei piccoli fiori bianchi. Arrivato nella mia stanza vedo che erano anche quelli stati disposti sul comodino accanto al letto ma con la particolarità che anche sul letto, dentro di esso, e in tutta la camera (compreso il comodino e il tavolo) c'erano dei fiori. questi sbucavano dai mobili e in particolare sul cuscino c'era un vaso traspèarente pieno d'acqua con altri fiori dentro). Ora mi viene in mente che il letto assomigliava molto al letto di mia madre, la quale la settimana scorsa non stava molto bene e sono andato a visitarla molto spesso. Il sogno di stanotte invece mi vede sempre studente in un'altra città e stavolta siamo in tre ad avere gli appartamenti. Io vado in quello che credo essere il mio ma mi accorgo che il vestiario e le cose non sono le mie nella stanza e noto che la porta del bagno è chiusa. Mi accorgo allora di aver sbagliato camera ed esco ma uscendo incontro il ragazzo che l'abitava e gli dico che mi ero sbagliato ma mi rimane un dubbio: chi c'era nel suo bagno? Mi sono svegliato alle cinque e mezzo come nei giorni scorsi ma senza stati di ansia. Almar non aveva dormito: ha la febbre. Elementi razionali: in questi giorni sto prendendo 20 gocce di mellissa e biancospino. Mia madre sta meglio ma è ancora debole.

lunedì 20 settembre 2010

Fotocopie

Il nutrito numero di sogni che faccio di notte non ha purtroppo un alltrettanto numero di ricordi al mattino: credo di svegliarmi troppo in fretta. Del sogno di stanotte ricordo che mi trovavo nella mia Città Immaginaria e avevo appena fatto delle fotocopie e pagate in un centro servizi in una torre fatta di vetro. Le copie dovevano servire per documentare alcuni conteggi. Una volta per strada ho telefonato a mio cugino Angelo, col quale avevo un contenzioso - nel sogno - ed egli mi parlava al telefono dicendo che quelle copie non erano buone se sullo scontrino non compariva la data di emissione. Così, sono tornato indietro per verificare, visto che mi avevano fatto uno scontrino con la penna (o la matita). Poi, non ricordo null'altro. Proprio ieri ricordavo la mia divisione nella società con mio cugino, che ha segnato anche la frattura tra noi. Riflettevo sulla insanabile modalità di riavvicinamento e, anche nel sogno, ciò non è possibile: infatti la voce di mio cugino era dura, seria e non dava adito ad altre emozioni. L'ho trovata anche comprensiva per il fatto di darmi un'altra possibilità ma comunque ostile a tale riavvicinamento.