sabato 7 agosto 2010

La vecchia che vendeva souvenir

Un volta visitato il parco di Vulci non si può non andare a vedere il museo nel castello, poco lontano. Bei pezzi, due piani, molto carino. Fuori del castello c'è un unica casetta che vende souvenir e una vecchietta con il rossetto molto acceso, dalla parlantina vivace ma garbata ci ferma per invogliare a comprare qualcosa. Scelgo una moneta etrusca riprodota fedelmente ma poi la vecchia si attarda a commentare il fatto che quel luogo era visitato da tanti politici, uno dei quali è stato Brunetta. Fin qui nulla di anormale per me che ascoltavo a ribattevo a poche considerazioni. Purtroppo ha iniziato a dire che il ministro ha fatto una cosa bella punendo gli statali, che ci voleva perché sono dei fannulloni, che suo genero non aveva potere su alcuni ministeriali ed ora ce l'ha e via dicendo. Non avrei voluto commentare ma poi l'idea che mia sorella, ministeriale, ha sofferto così tanto, lei che ha lavorato sul serio e tanti altri amici che si sono visti proibire alcuni diritti acquisiti ma sopratutto per questo accanimento su una categoria limitata e nessuno che si accanisce ad esempio contro i commercianti, hanno dato l'avvio ad una mia esponenziale diatriba con la vecchia la quale alla fine del piccolo dibattito mi ha pure mandato via con male parole e mi ha negato un euro di resto. Poco male ma, ormai lo so, di notte l'ho sognata. Il sogno, molto breve perché poi non ho chiuso occhio per altri problemi, la vedeva conversare con mia madre su come ridurre la circonferenza della pancia. La vecchietta, sempre col rossetto marcato sulle labbra, distesa su un lettino da ospedale, illustra il metodo: prende un carboncino e si disegna sulla pancia tre semicerchi uno accanto all'altro e dice: "Quando ti alzi e non vedi più che sono semicerchi e anzi vedi una linea dritta allora la pancia ti è calata!" e allora io, mia madre, mia sorella e tutti noi che la stavamo ad ascoltare, ci distendiamo su un lettino, ce li disegnamo sulla pancia ma, una volta alzati non vediamo nessuna linea: sempre i tre semicerchi disegnati. Poi mi sveglio in un modo strano: mi vedo tutto come liquefarsi e diventare rosa. E' buio, vado in bagno a fare pipì ma sveglio Almar. Non abbiamo più chiuso occhio fino alle otto e mezzo. Erano le tre.

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