lunedì 11 gennaio 2010

Quel che è stato, è stato.

Ieri sera sono andato a letto con un gran sonno e mi sono svegliato verso le due con un profumo di pane che si spargeva per tutta la casa poiché, avendo comperato la macchina per il pane, io e Almar l'abbiamo preparata e lasciata andare tutta la notte per trovarlo fatto stamattina. Mi sono quindi svegliato e poi riaddormentato ma il sogno che ho fatto è stato abbastanza inquietante. Mi trovavo in una casa con molte vetrate, bianca ed eravamemo tanta gente. Un tizio, che non ho riconosciuto, giovane e carino si avvicina e dice che ha qualcosa sul collo: si apre il bavero della camicia ed estrae una specie di penna d'oca ma senza le piume, cioè estrae soltanto la parte centrale di una penna d'oca. Io gli chiedo cosa abbia e mi risponde che ha un virus raro e continua ad estrarsi queste penne d'oca chiedendo a me di aiutarlo. Io lo faccio e le penne d'oca sono tantissime e vengono fuori anche con un debole rumore. La cosa non mi fa ribrezzo ma mi spaventa perché potrei prendere anch'io questo virus. Alla fine arrivano altre pesone a guardare e il ragazzo ha come il timore di farsi vedere e se ne va. Io faccio finta di niente e mi sveglio alle sette con il suono della sveglia. Proprio ieri ho messo su un'afta che ho sulle gengive delle gocce di propoli in soluzione alcolica che hanno bruciato da morire ma ho pensato che almeno il virus che l'aveva provocata in tal modo sarebbe stato debellato (difatti ora sto bene). Io non credo fosse questo il motivo quanto per essere venuto a conoscenza che una persona (che spero di non incontrare mai più in tutta la mia vita e della quale più nulla mi importa) ha detto di me cose molto brutte e sconvenienti a mia sorella, peraltro non vere e di dubbio gusto. Illazioni, cattiverie gratuite senza che io ne sapessi nulla. Non mi interessa, né è mai interessato, cosa la gente dice di me ma quando vengono coinvolti altri, sicuramente qualcosa si anima dentro e fuoriesce, come le penne d'oca con le quali un giorno scriverò epitaffi da dedicare.

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