martedì 14 aprile 2009

La voce di dentro

Ieri sera cena a casa mia con alcuni amici e mia sorella: ottima lasagna fatta da lei, ottima porchetta portata da Marcus. Sono andato a letto a mezzanotte meno un minuto e mi sono svegliato alle cinque con un caldo bestiale, assetato (forse per le patatine Ikea estremamente salate). Prima di svegliarmi ricordo solo gli ultimi istanti di un sogno lunghissimo: mi trovo in una Sardegna parallela, fatta di case modernissime e strade lucenti. C'è il mare ma non ne sento il rumore; è quasi l'alba. Sto uscendo da un centro commerciale con un vicino di casa di mia madre che abita al terzo piano e gli dico di volerlo accompagnare con la mia auto. Non riesco ad entrare dentro perché un'altra auto rossa mi impedisce l'accesso; esce il proprietario ed io lo riconosco come un vicino sardo e ricco possidente di case e terreni, non esistente in realtà. Il sardo era con la moglie e si avventa verbalmente contro il vicino di mia madre dicendo che prima o poi lo butterà fuori di casa perché vorrebbe guadagnare di più con l'affitto e sa che egli è povero. Poi, sale sulla sua auto e se ne va stridendo con i freni. Noi riusciamo a salire sulla mia macchina ed io mi incazzo terribilmente con questi metodi persuasivi e terroristici al punto che dico al vicino che mi piacerebbe una volta o l'altra che a tutte le persone che si comportanto così gli prenda veramente un cancro, un tumore, così poi capiscono cosa significhi soffrire. Il vicino si stupisce delle mie parole e dice che lui non è d'accordo perché il male non si augura a nessuno in ogni modo. A questo punto io sento nella mia testa, esattamente come fosse una voce reale, viva, modulata la seguente frase "Non dire così. Tu sei buono, ricordalo sempre!" con un volume abbastanza alto e mi sveglio. Rimango qualche attimo in silenzio, il mio orecchio ha ripreso a fischiare all'impazzata (si era calmato un paio di giorni). Il bimbo del piano sopra al mio piange e si sentono i genitori che lo calmano. Attendo dieci minuti, mi alzo, vado a bere, poi a pisciare e torno a letto addormentandomi inquieto fino alle sette meno dieci del mattino. Elementi coscienti: mio fratello sabato scorso ha parlato con il suo affittuario di un problema di parcheggi e non so chi, commentando più tardi, ha detto che gli inquilini sono sempre causa di problemi; il mio vicino del secondo piano parcheggia da sempre la sua auto accanto alla mia: domenica mattina mi impediva di uscire perché mi bloccava con la sua per fare scendere la moglie col figlioletto addormentato. E' stato però molto gentile ma mi ha detto di aver passato la Pasqua non felicemente. Non so perché ma ho pensato che fosse successo alla sua famiglia qualcosa di brutto, un parente che stesse male. Non gli ho chiesto di più.

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