venerdì 23 gennaio 2009

Bambino allo specchio

Mi sono svegliato alle 5 di mattina, non inquieto ma scocciato. Riprendendo sonno ho sognato di essere nella casa di mio nonno paterno, in campagna, in un altro tempo. Nell'androne antistante la porta di ingresso giocavano due bambini. Devo dire che ho riallacciato ad un sogno fatto prima di svegliarmi dove mi trovavao in una grande casa patronale, con tanta gente in cui c'erano dei parenti. In questa casa erano presenti molti membri della mia famiglia ma la casa mi ricordava molto una baita-negozio di souvenir. Interrompendo il sogno e riprendendolo dei parenti ne vidi solo due e cioè due nipoti miei figli di mia cugina. Uno di questi, amatissimo da suo nonno, mio zio, si dimostrava molto movimentato al punto che si ferì su una gamba. Io lo presi in braccio e lo portai ad una fontanella nel giardino della casa di mio nonno e gli passai dell'acqua sulla ferita. Quello, senza divincolarsi come fanno in genere i bambini nervosi in braccio, disse solo che non avrei dovuto perché la mamma non voleva che ci si mettesse dell'acqua ma si disinfettasse. Invece la ferita guarì e, sempre tenendolo in braccio, entrammo in casa dove suo nonno (sempre mio zio) era a guardia in cucina di un pentolino che cuoceva. Improvvisamente si avvicinò alla stufa dicendo che stava scuocendo la minestra. Dissi che ci avrei pensato io (sempre con il nipote in braccio) e spensi il fuoco: la minestra però era cotta e non si era bruciata; il pentolino era piccolissimo. Poi andai in corridoio; c'era un bello specchio nel corridoio (anche nella realtà una volta questo specchio era dorato) e ne approfittai per fare cucù con il ragazzino in braccio il quale si divertì molto della cosa. Questo però mi fece vedere l'immagine riflessa e notai che ero io il ragazzino in braccio e non riuscii a scorgere me che lo tenevo nè chi fosse. In camera da letto di mio nonno c'era mia madre con una lunga stoffa in mano tutta annodata, come un lenzuolo dal quale ci si cala dai balconi, tutto color ocra. Chiesi se stesse male ma lei rispose che doveva vedere il termometro e comunque non era certo. Compresi il perché ci fosse mio zio a guardare la pasta in cucina che cuoceva e non lei. Mi svegliai senza angoscia, come in genere accade quando sogno di mia madre che sta male. Elementi coscienti: mia madre=mia nonna paterna; mio zio=mio nonno materno; mio nipote=io; il pentolino era lo stesso che ho usato lunedì scorso per fare un uovo fritto.

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