sabato 2 maggio 2020

La monorotaia e casa di mamma

Due sogni di cui io primo molto complesso, sognato qualche giorno fa. Pensavo di trovarmi a New York ma era una città densa di palazzi e moderna. Entro in un grande palazzo a vetri che terminava come il Flatiron Building, cioè a punta e i vetri permettevano di vedere quasi a 180 gradi. Sula sinistra un grandissimo parco senza fine, con una stazione del treno in basso, una strada con marciapiede. Penso di prendere il treno che stava parcheggiato ma mi accorgo che si mette in moto e parte. Il treno era su una monorotaia e parte in orizzontale ma qualche metro dopo essere uscito dalla piccola stazione curva su se stesso e prosegue come se fosse una giostra. Scendo dabbasso e decido di farmela a piedi: sapevo di dover andare in un hotel che però distava circa 2 km ed era immerso nel parco più a nord. Camminando incontro mia madre e con lei attraverso la strada tenendola sottobraccio. Ci dirigiamo verso l’altro marciapiede, quello del lato della monorotaia e camminiamo, guardando i pochi negozi. Mi accorgo che dietro arrivano dei ragazzi e temo che ci diano fastidio. Mia mandare scompare e quelli si avvicinano ma fanno solo casino e vanno oltre. Mi sveglio, mi riaddormento dopo un po’ e proseguo il sogno dicendo a me stesso di essere arrivato in hotel. Quest’ultimo era nel verde ma tutto in cemento e un po’ decadente. Entro all’interno e c’è un bar per cui mi accomodo e ordino qualcosa. Dai vetri attiva qualcuno che conosco. Usciamo e andiamo a zonzo e mi riallaccio con la strada più a nord che da lontano mi fa vedere il palazzo dal quale vedevo la stazione. Mi sveglio.
L’altro sogno fatto stamattina. Avevo visto ieri sera un episodio della terza stagione di “Channel zero”, quella col clown assassino. Nel sogno sono nel salone di casa di mia madre. È notte ed è buio, dal muro esce un mostro; tuttavia l’istante prima della sua fuoriuscita qualcuno mi dice di attivare un sistema di difesa e immediatamente mi ritrovo avvolto in una sfera con il bordo spesso e bianco nella quale lui non entra. Temendo possa andare da qualche parte avvolgo il mostro nella sfera che diventa piccola piccola e poi dico “vieni, andiamo” e la sfera si appiccica alla mia schiena e non riesco a toglierla. Così vado nel corridoio che porta alle stanze da letto ma tutta la casa è al buio e avvolta dalla nebbia: anche nelle camere c’è la nebbia. La cosa mi inquieta. Nelle camere ci sono solo letti enormi e con qualcuno che dorme beatamente. Mi sveglio con un dolore al petto, forse dovuto alla posizione che avevo oppure ai problemi di stomaco.

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