domenica 16 novembre 2008

Cala Fuili

Quando mi sono svegliato stamattina sapevo che il lungo sogno che avevo fatto era composto di tre distinte parti ma ne ricordo solo una chiaramente: la parte centrale. Ebbene, stavo salendo lungo un'altura che avrebbe permesso di vedere un bel panorama ed ero accompagnato da stranieri, sapevo che c'era anche una mia amica. Mi rivolsi verso di lei e dissi "Guarda che bello, da lontano si scorgono le vecchie mura, sembra quasi un presepe!" e difatti, oltre i merli che cingevano il crinale dove ci trovavamo, si poteva vedere una serie di piccole cittadine, tutte a loro volta circondate da mura, in lontananza, tali che, in file ordinate, formavano una specie di lungo presepe, con le casette e le lucine. Tutto a colori, potevo scorgere benissimo le tonalità e le case, gli abitanti e ogni cosa. In quel mentre però, all'atto dell'ammirazione (molto lunga rispettoa d altri sogni) vengo quasi colpito da un sasso lanciato da non so da chi lontano. Mi proteggo dietro un merlo e prendo anch'io un sasso da terra ma desisto dal lanciarlo. Penso che non era corretto perché io ero in vantaggio in quanto mi trovavo in posizione più alta. L'altro, laggiù, era in una insenatura, tra le rocce del mare azzurro e calmo. Poi mi arriva un altro sasso e un altro ancora; io mi infastidisco, mi vengono in mente le mosche fastidiose. Così lancio anch'io il sasso che tenevo in mano ma sento di non avere forze; ne prendo un altro e lo lancio di nuovo, questa volta più forte; poi un altro e penso di aver colpito quell'omino così lontano. Mi viene in mente che potrebbe essere mio fratello. Così smetto. Poi segue una ultima parte che non ricordo, alla fine mi sveglio alle 6 meno dieci del mattino. Avevo caldo sotto il piumone. Non ho pù preso sonno, la sveglia era alle 7 meno dieci. Oggi sono a Cala Gonone, in Sardegna: sono partito con l'aereo delle 9, il tempo è stato pessimo in volo. Sono passato stamattina in una spiaggia che mi piace tanto e che si raggiunge lasciando l'auto su un'altura e scendendo un centinaio di gradini. Sceso sulla spiaggia ho inziato a tirare sassi al mare ma sentivo di non avere forza. Ci ho riprovato ma è stato lo stesso. Nello scendere sulla spiaggia, sono caduti dall'alto dei sassi. Non c'era nessuno, forse la pioggia o qualche capra. (Ora mi sono ricordato che la prima parte del sogno parlava di me ospite in una casa d'estate, in montagna e, all'atto della partenza, il padrone di casa fa mille problemi per il pagamento. Mi raggiunge una ragazza, la figlia del fantomatico padrone e mi invita a seguirla per scappare con lei. Io vado e mi ritrovo sulle mura.). Riferimenti: mio fratello d'estate al quale dicevo di non tirare pietre; mio cugino A* che una volta, lanciando una pietruzza colpì un moscone; a me piace lanciare pietre sull'acqua; Roccia e le pietre mammone.

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