giovedì 19 marzo 2020

Sogno nel sogno

Da alcune notti dormo a casa di mia madre che non sta bene, per fare compagnia a mia sorella. Mi sveglio ogni volta verso le 4 (mi addormento verso le 23). Avevo già sognato mia madre ma solo come ricordo della vita reale poiché ella sta malissimo, qualche sera fa, dormendo a casa mia (avevo incontrato nel sogno una mia zia -  Annafelice - nata nel 1899 e morta molti anni fa: stavo andando dietro casa mia e l’ho incontrata e l’ho abbracciata in lacrime e lei mi ha detto “Perché piangi?” E io le risposi perché mia madre stava molto male; non ricordo cosa rispose a proposito). Questa notte invece, nel sogno, io e mia madre tornavamo a casa a Roma da un paese, che sembrava essere il suo paese natale, Marcianise in provincia di Caserta. Insieme ci siamo ritrovati nella stazione di Aversa: una volta infatti andavamo spesso in treno e si poteva andare o cambiando linea ad Aversa oppure fermandosi a Caserta. In genere lei andava sempre a Caserta e la venivano a prendere le mie cugine; stavolta io e lei - tornando da Marcianise - ci siamo fermati nella stazione di cambio di Aversa. Nel sogno però non era una stazione e la città non appariva affatto quella: sembrava un aeroporto. Dovevamo però prendere il treno e dovevamo scendere da quello dove ci trovavamo ma io non ero riuscito a farla scendere e quindi abbiamo perso la coincidenza. Pregai tanto il capostazione di fermare ma ci intimò di non scendere dal treno in corsa e così non abbiamo potuto ritornare. Mi sono svegliato abbastanza angosciato anche se mia mandare nel sogno stava bene. Mi sono alzato perché avevo freddo, sono andato nella sua camera da letto e l’ho coperta. Io ho preso per me un secondo copriletto. Mi sarò riaddormentato verso le sei e stavolta ho sognato che eravamo io e Rob che dovevamo prendere un aereo in coincidenza: eravamo su un treno o comunque un veicolo il quale ci fermò alla stazione di scambio. Nell’andare a prendere in perfetto orario il veicolo (forse un aereo) mentre andavamo ho raccontato a Rob il sogno fatto di me e ma madre che avevamo perso la coincidenza. Dissi: “Vuoi vedere che anche a noi capiterà come nel sogno fatto?”. E mentre andavamo non riuscimmo ad arrivare in tempo e perdemmo il volo o comunque la partenza. Mi sono svegliato non troppo angosciato stavolta ma stupito: come era possibile ricordare un sogno in un altro sogno?

venerdì 28 febbraio 2020

Il nastro verde

Nel sogno incontro una ragazza con gli occhi molto grandi che somiglia a una mia collega e mi porta in una stanza. Riconosco la stanza perché in un sogno precedente aveva delle scale che portavano in basso in un antro demoniaco. Ella danza sui grandi mattoni che ricoprono il pavimento ma questa volta non ci sono le scale sotterranee. Anzi, mentre danza, vedo tre o quattro di questi mattoni traballare e intuisco che si stanno staccando (forse per far vedere la presenza delle scale sottostanti). La ragazza mi invita ad uscire e io vado per strada credendo di trovarmi a Milano. Non è la città lombarda poiché entro in un’altra casa e vedo una serie di persone che stanno facendo una manifestazione: vanno a gruppi di due uno dietro l’altro a distanza di circa tre metri e ciascuno regge un nastro verde. In tal modo capisco che non hanno avuto successo con la loro manifestazione e per dargli sostegno reggo uno dei tre nastri verdi portati in fila giusto nel mezzo. Tutti sono vestiti da donna o sono trans e io contento vado con loro. Uno di questi però sentendo che tiravo troppo il nastro mi dice che non serve sostenerlo ormai ma che eravamo arrivati in un locale e mi invita ad entrare, presentando i a tutti. Io mi sento onorato: prima prendiamo qualcosa da bere e da mangiare e anche qui tutti mi vedono e mi scambiano per qualcuno che non sanno definire. Alcuni mi dicono che somiglio a qualcuno ma nessuno mi dice e chi. Poi ci dirigiamo verso una grande sala e io mi siedo quasi al centro. Tutti mi guardano e io mi sento onorato ma nessuno mi indica o viene verso di me tranne un trans che inizia a cantare una canzona melodica. Ad un certo punto, mentre canta, se ne va via la musica e capisco che stava cantando in playback. Quando se ne la e fa la musica riprende ma il poverino non si ricorsa le parole, così canto io per lui è alla fine della canzone nessuno applaude ma sono tutti contenti. Faccio per attendere un altro cantante ma un altro trans mi dice che ci spostiamo in un’altra casa ed esce invitandomi a seguirlo. Andiamo per un vicolo ed entriamo in un portone il quale porto ad un appartamento al primo piano accessibile solo salendo degli enormi scalini. Arrivati in come, l’appartamento era in un piazzale dove si trovano delle ambulanze della croce rossa. Entro nell’appartamento (fuori faceva freddo) e nell’angolo a destra alcune persone avevano preparato un the caldo e guardavano la televisione; io cammino per la casa enorme e noto che un lato non ha il muro e dà proprio dove sono le ambulanze. A quel punto, un po’ infreddolito decido di svegliarmi e mi sveglio. Sono le 7:45.

lunedì 25 novembre 2019

Il sogno del 1000

Mattina, verso le 8,20. Nel sogno, mentre racconto, sento di raccontare un vento che mi era capitato in un altro sogno fatto verso le 4 e mezzo di notte: un sogno nel sogno. Mi trovo con alcune persone e riconosco alcuni che erano con me nel sogno precedente (ignoti nella realtà). Una ragazza dice agli altri di ascoltare cosa mi è successo mentre scalavamo un monte ed io inizio a raccontare; ci mettiamo tutti in circolo. Io dico che mentre stavamo scalando quel monte - Mentre raccontavo, sentivo essere una specie di costruzione fatta di tante scale all’aperto e ricordo tanto muschio sulle pareti e sugli scalini - arrivati a quota 1000 ho una specie di visione: il mio volto davanti a me, come una immagine olografica e, piano piano, io ruoto con la mente e mi metto al posto della mia immagine di fronte. Mentre parlo vengo interrotto da una tipa che si mette a parlare con tutti di una simile avventura ma con una sua amica. Tutti iniziano a parlare e io mi interrompo, svegliandomi irritato perché sono stato interrotto. Il sogno che avevo fatto e che mi aveva svegliato attorno alle 4 e mezzo continuava così: una volta che il mio corpo si era traslato con la mia immagine corporea che avevo di fronte mi ritrovo nello spazio infinito e vedo la Terra sotto di me colorata nel nero spaziale. Guardo giù e raffiguro una porzione della Terra e mi avvicino ad essa, ne vedo le strade, il terreno, i colori delle case e ricapito sullo stesso luogo dove ero, a quota 1000. Chi è questa ragazza che interviene sempre ed è sempre in mezzo? Stamattina mi sento strano. Riguardo il 1000 a mente calda mi viene in mente l’א ebraica mentre riguardo alla salita ricordo di trovarmi in una cittadina mai vista piena di scale in salita, con alcuni negozi.

Aggiunta: le Lettere ebraiche hanno un valore assegnato. Alla א si dá il valore 1 e, via via che scorre l’alfabeto all’ultima Lettera il valore 900 (usualmente alla ץ), quindi, come ricominciando daccapo, alla nuova א (che non si chiamerà aleph ma eleph) si dá il valore 1000. Pensavo proprio a questo giorno fa quando ho scritto un post su una pagina cabalista di Facebook. Inoltre la scala che porta in cielo, mi fa pensare alla scala di Giacobbe.

mercoledì 19 giugno 2019

Ragni gialli e blob

Sogno spesso il mio letto: dormo sul cuscino sinistro e nei sogni mi trovo su quel cuscino in genere. Verso le otto di questa mattina ho sognato che invece mi trovavo fra i due cuscini ed erano con la federa bianca. Anche il lenzuolo (come sempre del resto) era bianco e dal lenzuolo vedevo due buchi; da quei due buchi sono usciti due argenti giallo canarino che si sono leggermente ingranditi e hanno iniziato a ballare. Non ero impaurito ma poi mi sono accorto che si stavano ingrandendo e sono andato via, trovandomi all’esterno di una casa che dava in una strada dove c’era una fontanella. I mattoni sui quali si trovava questa fontanella erano rossicci ma non usciva acqua dal rubinetto. Mi accorgo di stare accanto a Rob. Ad un certo punto dalla feritoia dove l’acqua defluiva uscì una massa gelatinosa informe tutta rosa che ha preso la figura di un piatto, sempre rosa. Dico a Rob che doveva trattarsi di in blob, un fluido mortale e che dovevamo scappare anche perché si stava dirigendo verso di noi. Lui si avvicina a questo che nel frattempo si trasforma in una specie di pesce. Rob cerca prima di leccarlo e poi di toccarlo e io glielo impedisco ogni volta. Alla fine con una bacchetta tenta di togliere un lembo di questo pesce-blob (il quale nel frattempo sembra essersi fermato nei movimenti) ma mi sveglio per colpa dei vicini del piano di sopra, come sempre: sono le otto e venti. Prima di svegliarmi però ricordo di Vergil detto: “Stai attento! È molto pericoloso!”.
Elemento del giorno prima: abbiamo visto insieme il video di un orb che è comparso a casa sua.

giovedì 16 maggio 2019

Il tacchino vaporoso e mia nonna

Ho fatto due sogni in due netti diverse. Nel primo dormivo nel mio letto sopraelevato ma non ero qui a casa mia attuale bensì a Trigoria dove il letto confinava con il muro a sinistra anziché a destra. Ho sognato di svegliarmi durante la notte e di avvertire la presenza sopra di me di una massa grigia e vaporosa, quasi color cenere. avevo paura a guardare in alto poiché questa parlava ma non ricordo cosa dicesse. Volli non dargli peso ma poi ho considerato che si trattava di un enorme tacchino che si teneva sulle sbarre di legno del letto e io ci stavo sotto. Decisi di continuare a dormire poiché non ero neppure sicuro di stare nel sogno ma poi improvvisamente mi chiesi: "e se il tacchino-entità defecasse?". Con questa idea non riuscii ad addormentarmi (nel sogno, credo) e voltandomi a destra vidi in effetti sul lenzuolo di colore bianco sul quale dormo sempre un po' di escrementi anche se piccoli. Dissi ad alta voce: "Puoi spostarti più a destra?" e il tacchino-entità vaporoso a malo modo si spostò.
Il secondo sogno, avvenuto tre notti dopo mi vede essere nella mia attuale casa ed ero sveglio e in piedi nell'attuale sala da pranzo che una volta era la camera d aletto dei miei nonni paterni. Dove ho il divano c'era un grande albero bianco con molti rami, tipo una betulla ma dalla forma di olivo e con molte foglie verde scuro. Dalla finestra sulla sinistra vedevo di essere come al terzo piano e comunque da lontano una strada sopraelevata della mia Città Immaginaria (ora abito al piano terra). Mia nonna parlava e in genere i miei morti non parlano mai. Diceva: "Fai potare questo albero ma chiama un professionista però!" ed io pensai che sicuramente l'avrei chiamato ma che avrei anche imparato a potare così in seguito lo avrei fatto io da solo, senza l'aiuto di nessuno.
Elementi razionali dei sogni: nel primo durante l'atto di prendere sonno misi le mani sotto la testa e a pancia in giù e dissi che quella posizione era la mia preferita per la schiena: nel sogno mi trovavo così. Nel secondo invece dovevo davvero potare l'ulivo nel giardino.

domenica 7 ottobre 2018

Il Papa a teatro

Nel sogno io sono il Papa, con la veste bianca e la tiara. So che mi hanno invitato ad assistere ad uno spettacolo a teatro, mi sembra il Teatro Argentina ma non ne sono sicuro. Mi portano in un palco esclusivo e mi siedo, vedo il palco che ha ancora il sipario abbassato. Ad un certo punto cala una serranda facendo in modo che nessuno mi veda: penso allora che probabilmente la gente non deve vedere che il Papa è a teatro ma mi chiedo come posso io vedere lo spettacolo. Improvvisamente il palco si muove e va a posizionarsi al centro del teatro, forse con un meccanismo tipo un braccio meccanico; penso che forse dovrei abbandonare quel palco e mi dirigo verso quel braccio meccanico dopo essermi spogliato degli abiti da Papa. Fatto questo scendo e vado dietro al sipario incontrando gli attori i quali stavano ancora provando lo spettacolo. Lì aiuto in molti modi, con la scenografia, con gli abiti senza dire loro che in realtà sono io il Pontefice. Vedo dal basso il palco dove mi trovavo al centro del teatro e non so più come risalirci. Mi sveglio con un messaggio di mia sorella che ha fatto rumore nel cellulare accanto a me. Sono le 7:53 di domenica.