lunedì 25 novembre 2019

Il sogno del 1000

Mattina, verso le 8,20. Nel sogno, mentre racconto, sento di raccontare un vento che mi era capitato in un altro sogno fatto verso le 4 e mezzo di notte: un sogno nel sogno. Mi trovo con alcune persone e riconosco alcuni che erano con me nel sogno precedente (ignoti nella realtà). Una ragazza dice agli altri di ascoltare cosa mi è successo mentre scalavamo un monte ed io inizio a raccontare; ci mettiamo tutti in circolo. Io dico che mentre stavamo scalando quel monte - Mentre raccontavo, sentivo essere una specie di costruzione fatta di tante scale all’aperto e ricordo tanto muschio sulle pareti e sugli scalini - arrivati a quota 1000 ho una specie di visione: il mio volto davanti a me, come una immagine olografica e, piano piano, io ruoto con la mente e mi metto al posto della mia immagine di fronte. Mentre parlo vengo interrotto da una tipa che si mette a parlare con tutti di una simile avventura ma con una sua amica. Tutti iniziano a parlare e io mi interrompo, svegliandomi irritato perché sono stato interrotto. Il sogno che avevo fatto e che mi aveva svegliato attorno alle 4 e mezzo continuava così: una volta che il mio corpo si era traslato con la mia immagine corporea che avevo di fronte mi ritrovo nello spazio infinito e vedo la Terra sotto di me colorata nel nero spaziale. Guardo giù e raffiguro una porzione della Terra e mi avvicino ad essa, ne vedo le strade, il terreno, i colori delle case e ricapito sullo stesso luogo dove ero, a quota 1000. Chi è questa ragazza che interviene sempre ed è sempre in mezzo? Stamattina mi sento strano. Riguardo il 1000 a mente calda mi viene in mente l’א ebraica mentre riguardo alla salita ricordo di trovarmi in una cittadina mai vista piena di scale in salita, con alcuni negozi.

Aggiunta: le Lettere ebraiche hanno un valore assegnato. Alla א si dá il valore 1 e, via via che scorre l’alfabeto all’ultima Lettera il valore 900 (usualmente alla ץ), quindi, come ricominciando daccapo, alla nuova א (che non si chiamerà aleph ma eleph) si dá il valore 1000. Pensavo proprio a questo giorno fa quando ho scritto un post su una pagina cabalista di Facebook. Inoltre la scala che porta in cielo, mi fa pensare alla scala di Giacobbe.

mercoledì 19 giugno 2019

Ragni gialli e blob

Sogno spesso il mio letto: dormo sul cuscino sinistro e nei sogni mi trovo su quel cuscino in genere. Verso le otto di questa mattina ho sognato che invece mi trovavo fra i due cuscini ed erano con la federa bianca. Anche il lenzuolo (come sempre del resto) era bianco e dal lenzuolo vedevo due buchi; da quei due buchi sono usciti due argenti giallo canarino che si sono leggermente ingranditi e hanno iniziato a ballare. Non ero impaurito ma poi mi sono accorto che si stavano ingrandendo e sono andato via, trovandomi all’esterno di una casa che dava in una strada dove c’era una fontanella. I mattoni sui quali si trovava questa fontanella erano rossicci ma non usciva acqua dal rubinetto. Mi accorgo di stare accanto a Rob. Ad un certo punto dalla feritoia dove l’acqua defluiva uscì una massa gelatinosa informe tutta rosa che ha preso la figura di un piatto, sempre rosa. Dico a Rob che doveva trattarsi di in blob, un fluido mortale e che dovevamo scappare anche perché si stava dirigendo verso di noi. Lui si avvicina a questo che nel frattempo si trasforma in una specie di pesce. Rob cerca prima di leccarlo e poi di toccarlo e io glielo impedisco ogni volta. Alla fine con una bacchetta tenta di togliere un lembo di questo pesce-blob (il quale nel frattempo sembra essersi fermato nei movimenti) ma mi sveglio per colpa dei vicini del piano di sopra, come sempre: sono le otto e venti. Prima di svegliarmi però ricordo di Vergil detto: “Stai attento! È molto pericoloso!”.
Elemento del giorno prima: abbiamo visto insieme il video di un orb che è comparso a casa sua.

giovedì 16 maggio 2019

Il tacchino vaporoso e mia nonna

Ho fatto due sogni in due netti diverse. Nel primo dormivo nel mio letto sopraelevato ma non ero qui a casa mia attuale bensì a Trigoria dove il letto confinava con il muro a sinistra anziché a destra. Ho sognato di svegliarmi durante la notte e di avvertire la presenza sopra di me di una massa grigia e vaporosa, quasi color cenere. avevo paura a guardare in alto poiché questa parlava ma non ricordo cosa dicesse. Volli non dargli peso ma poi ho considerato che si trattava di un enorme tacchino che si teneva sulle sbarre di legno del letto e io ci stavo sotto. Decisi di continuare a dormire poiché non ero neppure sicuro di stare nel sogno ma poi improvvisamente mi chiesi: "e se il tacchino-entità defecasse?". Con questa idea non riuscii ad addormentarmi (nel sogno, credo) e voltandomi a destra vidi in effetti sul lenzuolo di colore bianco sul quale dormo sempre un po' di escrementi anche se piccoli. Dissi ad alta voce: "Puoi spostarti più a destra?" e il tacchino-entità vaporoso a malo modo si spostò.
Il secondo sogno, avvenuto tre notti dopo mi vede essere nella mia attuale casa ed ero sveglio e in piedi nell'attuale sala da pranzo che una volta era la camera d aletto dei miei nonni paterni. Dove ho il divano c'era un grande albero bianco con molti rami, tipo una betulla ma dalla forma di olivo e con molte foglie verde scuro. Dalla finestra sulla sinistra vedevo di essere come al terzo piano e comunque da lontano una strada sopraelevata della mia Città Immaginaria (ora abito al piano terra). Mia nonna parlava e in genere i miei morti non parlano mai. Diceva: "Fai potare questo albero ma chiama un professionista però!" ed io pensai che sicuramente l'avrei chiamato ma che avrei anche imparato a potare così in seguito lo avrei fatto io da solo, senza l'aiuto di nessuno.
Elementi razionali dei sogni: nel primo durante l'atto di prendere sonno misi le mani sotto la testa e a pancia in giù e dissi che quella posizione era la mia preferita per la schiena: nel sogno mi trovavo così. Nel secondo invece dovevo davvero potare l'ulivo nel giardino.

domenica 7 ottobre 2018

Il Papa a teatro

Nel sogno io sono il Papa, con la veste bianca e la tiara. So che mi hanno invitato ad assistere ad uno spettacolo a teatro, mi sembra il Teatro Argentina ma non ne sono sicuro. Mi portano in un palco esclusivo e mi siedo, vedo il palco che ha ancora il sipario abbassato. Ad un certo punto cala una serranda facendo in modo che nessuno mi veda: penso allora che probabilmente la gente non deve vedere che il Papa è a teatro ma mi chiedo come posso io vedere lo spettacolo. Improvvisamente il palco si muove e va a posizionarsi al centro del teatro, forse con un meccanismo tipo un braccio meccanico; penso che forse dovrei abbandonare quel palco e mi dirigo verso quel braccio meccanico dopo essermi spogliato degli abiti da Papa. Fatto questo scendo e vado dietro al sipario incontrando gli attori i quali stavano ancora provando lo spettacolo. Lì aiuto in molti modi, con la scenografia, con gli abiti senza dire loro che in realtà sono io il Pontefice. Vedo dal basso il palco dove mi trovavo al centro del teatro e non so più come risalirci. Mi sveglio con un messaggio di mia sorella che ha fatto rumore nel cellulare accanto a me. Sono le 7:53 di domenica.

giovedì 20 settembre 2018

La fontanella bianca

Ho male al braccio sinistro per una epicondilite e mi sveglio alle 8 per poi riaddormentarmi. Un sogno a colori di cui non ricordo l’inizio. La fine è questa: arrivo a una rotonda che hanno appena terminato di costruire e vedo l’operaio che se ne va. La rotonda ha l’erba perfettamente rasata e verde chiaro e una grande fontanella con acqua corrente di marmo, come di quelle che ancora oggi si trovano a Roma; ci sono cinque strade afferenti alla rotonda. Mi accorgo che la fontanella è piegata verso sinistra e mi da fastidio, per questo cerco di raddrizzarla: l’erba e la terra sono fresche e immergo la mano sotto di questa per metterci un sasso. Raddrizzo la fontana e cerco di sistemare il tutto ma c’è molta acqua e la vedo e penso che la fontana non resisterà a lungo. Faccio del mio meglio ed ho le mani infangate. Non mi dispiace perché mi ricorda quando toccavo la terra da piccolo. Mi sveglio e sono le 9 di mattina.

mercoledì 4 luglio 2018

I fusti del papavero e la buca senza fondo

Andando a gettare la spazzatura sotto casa dei miei noto, al posto dei cassonetti, due enormi fusti di papavero piantati per terra. Erano gli usuali papaveri rossi ma senza i petali, solo il fusto peloso e verde scuro. Distinguo chiaramente colore della pianta e colore del terriccio in cui sono piantati. Con le mani li dissotterro, gettandoli da un parte: li considero in quel caso infestanti. Mi accorgo di un terzo fusto, ancor più grande e faccio per toglierlo. Una volta estratto, la buca dove era piantato mi accorgo essere profondissima. Mi cade un pezzo di metallo dentro e non sento che arriva sul fondo anzi sbatte lungo le pareti profondissime ma senza distinguerne la fine. Qualcuno mi chiama e mentre vado via scorgo le piante poggiate a terra con le radici bianche.
Il giorno stesso un amico mi ha portato un cactus, di quelli alti e lunghi, che ho piantato in giardino. Verde scuro.